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Zero Day: paranoia, politica e manipolazione nell’era digitale | 2 voci, 1 serie
Zero Day, podcast | Puntata a cura di Jacopo Bulgarini d’Elci e Livio Pacella.
Lo abbiamo già scritto e argomentato in questo articolo, e ora ne discutiamo nel podcast: Zero Day è un’opera forse imperfetta, ma certo interessante (e persino importante).
La miniserie parla di un’America che si trova improvvisamente ad affrontare una crisi senza precedenti: un attacco informatico su scala nazionale minaccia di destabilizzare il Paese e seminare il caos. In questo contesto di paranoia e incertezza, il popolare ex presidente Mullen (De Niro) viene chiamato a presiedere una commissione speciale. La commissione Zero Day, che come argomentiamo nel podcast assomma così tanti poteri da rappresentare un’anomalia, se non una minaccia, democratica.
“2 voci, 1 serie”: dialoghi sulle cose che ci piacciono, o ci interessano, nel podcast di Mondoserie.
La trama: un’America vulnerabile di fronte al caos
Miniserie di 6 episodi distribuita da Netflix a inizio 2025, Zero Day è stata creata da Eric Newman, Noah Oppenheim e Michael Schmidt. Nomi rilevanti: Newman ha già dimostrato il suo talento nel raccontare il potere e la corruzione con Narcos e Narcos: Mexico, mentre Oppenheim ha un passato nel giornalismo di produzione televisiva, essendo stato presidente di NBC News. Michael Schmidt, invece, porta con sé l’esperienza del giornalismo investigativo puro, avendo vinto due premi Pulitzer per le sue inchieste sul governo americano.
A dirigere la serie è Lesli Linka Glatter, regista esperta di thriller politici e trame ad alta tensione, avendo lavorato a Mad Men e Homeland. Il cast è guidato da Robert De Niro, che interpreta l’ex presidente degli Stati Uniti George Mullen, affiancato da attori di primo piano come Lizzy Caplan, Jesse Plemons, Joan Allen, Matthew Modine, Angela Bassett e Connie Britton.
Tra servizi segreti, agenzie governative in conflitto e la crescente influenza delle fake news, Mullen si trova a navigare in un panorama politico instabile, dove la verità è difficile da distinguere dalla propaganda. Il racconto si sviluppa tra indagini, tensioni interne alla Casa Bianca e il peso delle decisioni passate, mentre il protagonista deve confrontarsi con il sospetto che la vera minaccia non provenga dall’esterno, ma dal cuore stesso del sistema.
Il potere della disinformazione e la fragilità della democrazia
Come raccontiamo nel podcast, Zero Day è una serie che parla del nostro presente più di quanto possa sembrare. L’ansia contemporanea legata alla vulnerabilità delle democrazie nell’era digitale è il cuore pulsante della narrazione. Dal potere della disinformazione alle guerre invisibili combattute attraverso la manipolazione dei dati, la serie affronta temi di stringente attualità.
Zero Day costruisce un’atmosfera di oppressione costante: la crisi sembra inevitabile, la stabilità del potere è un’illusione, e il sospetto domina ogni interazione. La serie riflette sulla perdita di fiducia nelle istituzioni, sulla crescente sfiducia nei media e sull’idea che il pericolo più grande non venga più dall’esterno, ma dall’interno del sistema stesso.
In un periodo storico in cui la politica globale è attraversata da crisi di credibilità, teorie del complotto e campagne di disinformazione su larga scala, Zero Day – è la tesi che potete ascoltare qui sopra o sulla vostra piattaforma preferita di podcast – si inserisce in un filone narrativo che ci obbliga a interrogarci sulla solidità delle nostre democrazie e sul ruolo dei leader nel gestire il caos. Una serie intensa, inquietante e più che mai attuale.
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