Unsolved: The Murders of Tupac and the Notorious B.I.G. (2018, USA Network – in Italia distribuito da Netflix) è la prima ed unica stagione di una serie true crime americana che – almeno nelle intenzioni – sarebbe dovuta essere di tipo antologico. Raccontando ad ogni stagione, in maniera più o meno romanzata, crimini divenuti famosi negli USA. La storia è basata sulle indagini relative agli omicidi dei famosissimi rapper anni ’90 The Notorious B.I.G. e Tupac Shakur, i più noti rappresentanti della rivalità tra il gangsta rap rispettivamente della East Coast e della West Coast.
Le serie crime, e nello specifico quelle true crime, documentaristiche o di finzione che siano, stanno letteralmente spopolando nelle principali piattaforme streaming degli ultimi dieci anni. Tra i primi titoli più emblematici, che hanno dato il via a questa proliferazione: The Staircase e Making a Murderer per l’ambito documentaristico, invece American Crime Story e When They See Us per quanto riguarda la ricostruzione di tipo narrativo.
Unsolved: The Murders of Tupac and the Notorious B.I.G. (da non confondersi con Unsolved Mysteries, altro titolo presente su Netflix) consta di 10 episodi scritti da Kyle Long (Suits) e diretti da Anthony Hemingway (non a caso già coproduttore e regista di American Crime Story – The People v. O.J. Simpson). I due sono anche produttori esecutivi dello show, assieme a Mark Taylor e a Greg Kading, che ha guidato una task force di polizia per indagare sugli omicidi, scrivendo poi il libro Murder Rap: The Untold Story of Biggie Smalls & Tupac Shakur Murder Investigations.
Tre archi temporali, due omicidi tuttora irrisolti
La storia, sviluppata su tre diversi archi temporali, ricostruisce le indagini del 1997 – condotte dalla sezione Omicidi di Los Angeles – e quelle della task force federale costituita nel 2006, entrambe incaricate di risolvere l’omicidio di Christopher Wallace, alias Notorious B.I.G. (9 marzo 1997). Omicidio che però è sempre stato considerato intrecciato a doppio filo a quello, avvenuto pochi mesi prima (13 settembre 1996), di Tupac Shakur.
Due casi che, ad ogni modo, ancora oggi non sono stati ufficialmente risolti.
Protagonisti delle due indagini sono, rispettivamente, i detective Russell Poole (Jimmi Simpson) e il già citato Greg Kading (Josh Duhamel). Il primo, imbattutosi durante le investigazioni del ’97 su un giro di poliziotti corrotti del dipartimento di L.A. al servizio della Death Row, la casa discografica di Tupac capitanata dal gangster Suge Knight, verrà ostracizzato dalla sua stessa divisione. Fino ad arrivare all’esclusione dal caso e addirittura al licenziamento.
A seguito del libro inchiesta che Poole scriverà per denunciare la teoria del complotto di cui era fermamente convinto – secondo cui dietro le morti di Tupac e Biggie ci sarebbero stati Suge Knight, settori deviati del L.A.P.D. e bande di strada, nonché il tentativo di insabbiamento da parte dello stesso distretto di polizia – la madre di Notorius intenterà una causa multimilionaria alla città di Los Angeles.
Questa è la ragione per cui, nel 2006, nasce la task force guidata da Greg Kading: per far luce sull’omicidio di Notorius e per capire la veridicità dei presunti coinvolgimenti della polizia di L.A.
Unsolved: The Murders of Tupac and the Notorious B.I.G. – nemici controvoglia
In questa serie, alle succitate due linee temporali d’indagine va aggiunta una terza, quella che racconta dapprima il legame e l’amicizia tra i due artisti. Senza dimenticare l’evolversi delle diverse carriere – per cui al principio, praticamente coetanei, fu il già affermato Tupac (Marcc Rose, che già lo aveva straordinariamente interpretato nel film Straight Outta Compton) a prendere in simpatia il debuttante Notorius B.I.G. (Wavyy Jonez). E a prenderlo, per così dire, sotto la sua ala protettiva.
Con il successo che arriva ad arridere al secondo – prodotto da Sean “Puffy” Combs (in seguito Puff Daddy), per la Bad Boys di New York, inizia una faida tra East e West (Est e Ovest) – N.Y. versus L.A. – che costringe i due rapper a diventare, quasi controvoglia, rivali e infine acerrimi nemici.
I due iconici protagonisti del panorama del rap americano del tempo – non solo dal punto di vista commerciale, ma anche da quello culturale – entrambi morti per colpi d’arma da fuoco, provenienti da una macchina che si era accostata alla loro, entrambi morti in giovane età (Tupac a 25, Biggie a 24), vengono narrati mostrando un loro lato intimo fragile e sensibile. Particolarmente intenso è il racconto della nascita della loro amicizia, ma ancora di più il rapporto di ciascuno dei due con la propria madre. Talenti eccezionali che devono fare i conti con fama, notorietà e pressioni che vengono da ogni parte – talvolta anche da quella che dovrebbe essere dalla loro…
Un privato quindi assai distante dalla violenta spregiudicatezza con cui i media, e non solo (le stesse case discografiche incassavano dalla faida ed incassarono ancor più dalla loro morte), amavano tratteggiarli. Fomentando per primi il sensazionalistico conflitto tra le due opposte realtà gangsta rap – Death Row e Bad Boys. E quindi, giocoforza, tra i due giovani artisti…
Artisti leggendari, vittime inconsapevoli
Ovviamente Unsolved: The Murders of Tupac and the Notorious B.I.G. non ha nessuna intenzione di proporre la propria verità riguardo i due omicidi, su cui tantissimo negli USA si è scritto e detto. Tupac e Notorious B.I.G. sono stati artisti leggendari, prima amici e poi rivali. E infine vittime inconsapevoli.
I tre diversi piani temporali (la relazione tra i due artisti, la prima indagine su Biggie, la ripresa dell’indagine dieci anni dopo) cercano forse anche di rappresentare una diversa percezione di cosa abbia realmente significato il gangsta rap. Ovvero, al di là della fascinazione commerciale dei teenager del tempo, dei reali rapporti intercorsi tra società di produzione musicale, gang di strada e – perché no? – poliziotti corrotti…
Ma perché i due omicidi sono tuttora irrisolti? Unsolved: The Murders of Tupac and the Notorious B.I.G. ripercorre il cammino – anzi il labirinto attorno alla morte di queste leggende del rap – per narrare l’immenso puzzle che è andato componendosi intorno a questi omicidi. Non tanto per nasconderne i colpevoli, quanto per non dover scoperchiare tutto il marcio che sarebbe così stato portato alla luce…
I Bloods, la Southside Crip, la Piru Mob: sono nomi di gang e sottogang i cui membri erano tranquillamente in compagnia di poliziotti (entrambe le categorie lavorando per o con le rispettive case discografiche, soprattutto nel caso della Death Row) durante crimini i cui dettagli sarebbe meglio non evocare – e quindi dimenticare…
Da qui la fluente deriva di indizi che vengono tralasciati, e di coincidenze quantomeno bizzarre che tornano in queste investigazioni. Assieme alle numerose false tracce – per non parlare delle false testimonianze – di cui queste indagini sono costellate.
Unsolved: The Murders of Tupac and the Notorious B.I.G. tra fosche ombre e montagne di soldi
Perché in verità il più grande nemico che ciascuno dei due aveva non era certo l’altro. Era sempre e solo l’ombra che i due proiettavano, ciascuno dietro se stesso, nel cosiddetto mondo del gangsta rap. E la cascata di soldi che queste ombre – soprattutto da morti – hanno portato in qualche precisa tasca.
Avevano entrambi un bel rappare su soldi, donne e potere da una parte, e su libertà, emancipazione e ribellione dall’altra.
Erano amici, e sono diventati nemici non certo per loro scelta.
Erano in cima alla vetta, e sono stati letteralmente tirati giù.
Di certo non sono cascati da soli.
E tutto questo accadeva in un mondo dove criminali e poliziotti corrotti camminavano bellamente a braccetto. In un mondo che ha poi taciuto l’accaduto nell’omertà più assoluta.
Due morti divenute dunque simboliche ed enigmatiche al contempo. E tuttora irrisolte.
Un incubo giudiziario lungo 20 anni: The Staircase