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Top Boy / Summerhouse è una rasoiata allo stomaco | 5 minuti 1 serie
Top Boy, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
La serie Top Boy (Netflix, cinque stagioni per un totale di trentadue episodi) è stata creata dall’ex militante IRA Ronan Bennett per Channel Four nel 2011. Caduta nel dimenticatoio dopo 8 episodi, in verità ben accolti da pubblico e critica, nel 2019 Netflix e il noto rapper Drake decidono di produrne altre tre stagioni. Felice intuizione: Top Boy è avvincente e spietata.
Un’opera che non risparmia colpi allo stomaco agli spettatori, grazie a una scrittura tesa, una regia senza sbavature e personaggi carismatici dal tragico destino. Anche se il protagonista principale non è una persona ma un luogo: Summerhouse, ‘la casa estiva’, un nome che suona come una beffa. In realtà si tratta di un complesso di casermoni dell’East London che accoglie il nuovo proletariato inglese: immigrati per lo più delle isole caraibiche e dell’Africa sub sahariana, anziani infermi, genitori rimasti single perché i compagni sono in prigione o morti. La lotta quotidiana a Summerhouse è per la sopravvivenza e la dignità.
“5 minuti 1 serie” è il format del podcast di Mondoserie che racconta appunto una serie in poco più di cinque minuti (o meno di dieci!). Senza fronzoli, dritti al punto.
I tragici destini degli abitanti di Summerhouse
I due amici Dushane e Sully, con un manipolo di giovani disperati, mettono in piedi un fiorente traffico di stupefacenti. Parallelamente alla loro pericolosa scalata al potere, iniziano e finiscono le storie di tanti altri abitanti del quartiere. Tutte accomunate dalla lotta per affrancarsi da un sistema che li vuole ultimi gradini della scala sociale, alla mercé di interessi politici ed economici altrui. Oppure semplicemente sgraditi alla Londra dei grandi affari.
Per quanto gli abitanti di Summerhouse si sforzino, la delinquenza sembra essere l’unica strada percorribile. A nulla valgono gli sforzi di madri e padri per tenere i figli lontani dalla strada. Summerhouse è un insieme di tragedie che trae forza dal dolore dei suoi abitanti.
La stessa scalata al potere di Dushane e Sully subisce qualche battuta d’arresto: cambiano i fornitori e numerosi compagni cadono, alcuni uccisi dalle bande rivali, altri eliminati all’interno della gang in un vortice di sospetti e tradimenti. Il rapporto tra i due si fa sempre più difficile, entrambi vogliono essere il Top Boy, il re della zona, il leader indiscusso dello spaccio. Per raggiungere questo obiettivo ogni mezzo è lecito, persino tradire amici e famiglia.
Una serie bella e spietata
Per una corretta cronologia bisognerebbe partire dalle stagioni prodotte da Channel Four nel 2011 e nel 2013. Per distinguerle dalle restanti tre, sono titolate Top Boy: Summerhouse. La terza (2019), quarta (2022) e quinta (2023) stagione invece, prodotte da Netflix e Drake, vanno sotto il semplice nome di Top Boy. Le puntate della produzione Channel Four sono più corali: Dushane e Sully sono personaggi importanti ma non sempre il perno delle vicende. A Summerhouse i delinquenti sono l’autorità, sorvegliano che i loro protetti non abbiano noie, a loro ci si rivolge quando si subisce un torto o servono soldi in fretta. Ogni favore elargito non è altro che un ulteriore anello che si aggiunge alla catena di miseria. Lo scioccante finale della seconda stagione segna una cesura di 5 anni.
La parte prodotta da Netflix si concentra di più sulle lotte di potere tra le bande della East London per il predominio sullo spaccio. Tra gang guidate da giovani rampanti, mafia turca, terroristi irlandesi, e qualche contatto con l’alta società, la scrittura della serie si fa un po’ più raffinata, complessa e organica. Perdendo quell’effetto di spietato realismo degli inizi ma guadagnando in termini di drammaticità e spettacolarità.
Top Boy ha interpreti di prim’ordine, tra cui spiccano i rapper Little Simz e Kano e le future star Laetitia Wright (Black Panther) e Barry Keoghan (Saltburn). In più tutta la colonna sonora della serie è curata e composta nientemeno che da Brian Eno.
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