The Sons of Sam: A Descent Into Darkness (I Figli di Sam: Verso le Tenebre) è una docuserie Netflix del 2021 (4 episodi di 1h ciascuno), diretta da Joshua Zeman (The Killing Season, Murder Mountain).
A scanso di equivoci: il titolo originale gioca sul soprannome (The Son of Sam, al singolare) che stampa e televisione diedero al serial killer David Berkowitz, che terrorizzò la città di New York tra il luglio del 1976 e lo stesso mese del 1977. In realtà il misterioso assassino era stato ribattezzato ‘44 Caliber Killer’, basandosi sul calibro utilizzato per gli omicidi. Pochi mesi prima dell’arresto di Berkovitz, venne ritrovata accanto ad una vittima la prima di una serie di lettere deliranti e sgrammaticate, a firma The Son of Sam, in seguito indirizzate a quotidiani e a chi guidava le indagini. Da allora The Son of Sam divenne il nome d’arte definitivo di questo assassino.
Il serial killer è una figura chiave nell’immaginario cine-televisivo dei nostri tempi: è soprattutto un segno di questi tempi. L’abbiamo analizzata in questo ampio approfondimento. L’elenco di film e serie tv a riguardo sarebbe pressoché infinito. Nello specifico, l’illustre antecedente cinematografico a The Sons of Sam: A Descent Into Darkness risale al 1999: S.O.S. Summer of Sam (Panico a New York) di Spike Lee, basato sulle vicende che portarono alla cattura del maniaco omicida.
La docuserie di Joshua Zeman racconta invece l’indagine assolutamente privata e maniacale, durata ben 40 anni, condotta da Maury Terry. Un giornalista investigativo che al tempo viveva in quel di Yorkers, a pochi isolati dall’abitazione di Berkovitz.
David Berkowitz e il cane indemoniato
Terry era convinto che questi omicidi fossero a sfondo satanico e che vi fossero coinvolti più individui (da qui il The Sons of Sam, al plurale, del titolo). Individui che non vennero assicurati, né allora né dopo, alla giustizia.
Berkovitz fu fortunosamente individuato grazie ad una multa per divieto di sosta. Una testimone notò l’uomo, a pochi minuti e a pochi passi dall’ultimo omicidio (quello della ventenne Stacy Moskowitz, il 31 luglio 1977, nei pressi di un parcheggio di Brooklyn). In virtù di questa memoria – che ricordava una Ford gialla – e di quella contravvenzione, la polizia riuscì a risalire al ricercatissimo Figlio di Sam. Dopo la sua cattura, Berkovitz venne condannato a sei ergastoli (equivalenti a 300 anni di prigione) per aver sparato a bruciapelo – nell’arco di un solo anno – a 13 persone, per lo più giovani donne con lunghi capelli neri o giovani coppie appartate in auto – tutte vittime scelte apparentemente a caso – uccidendone sei.
Berkovitz, un postino a detta dei vicini gentile e riservato, ammette di essere il Figlio di Sam. In questa sua prima versione dei fatti, dice di aver soltanto eseguito gli ordini soprannaturali impartitigli dal cane del suo vicino, un cane posseduto da un potente e malvagio demone. Fu soltanto molti anni dopo che ritrattò questa sua prima folle dichiarazione, affermando che in verità c’erano “altri Figli là fuori… possa Dio aiutarci”. Avvalorando in tal modo la tesi da sempre sostenuta da Terry. Ma al contempo Berkovitz gli scriveva: “L’opinione pubblica non ti crederà mai e poi mai”.
The Sons of Sam: A Descent Into Darkness – l’infernale oscurità di Maury Terry
La voce narrante di Maury Terry, che ritesse le fila di quella che divenne l’ossessione della sua vita, dalla quale finì letteralmente risucchiato, è affidata a Paul Giamatti (Billions). La voce di Terry/Giamatti è alternata a materiali d’archivio e testimonianze di amici, poliziotti, altri giornalisti all’epoca coinvolti nel caso, oppure vittime miracolosamente scampate alla morte. Queste voci – e in particolare quella di Georgiana Byrne, compagna di Maury – raccontano la fenomenologia degli omicidi, le loro relazioni con altri sospetti e la presunta relazione di questi con la setta satanica in questione. Una setta diffusa non solo in America, ma in tutto il mondo.
Inoltre: il silenzio di stampa e televisione imposto a queste teorie del complotto, ed infine lo stesso sprofondare di Terry, giorno per giorno, anno per anno, in un pozzo senza fondo di caos e depressione. In questo sconvolgente The Sons of Sam: A Descent Into Darkness, a scendere nell’infernale oscurità non è quindi tanto Berkowitz, quanto lo stesso Maury Terry.
La sua iniziale intuizione che dietro Il Figlio di Sam si celasse una vera e propria setta satanica chiamata The Children, e ricollegabile addirittura a Charles Manson, era inizialmente corroborata da diversi indizi. Indizi che talvolta sembravano dannatamente convincenti e probatori, talaltra frutto di una cieca ed intransigente volontà di aver ragione a tutti i costi.
Il problema principale fu comunque che, dopo l’ondata di panico e terrore scatenata negli anni ’70 da questi insensati omicidi, forze politiche e forze dell’ordine convergevano sull’assoluta necessità di far sentire la cittadinanza nuovamente al sicuro.
Alcool, sigarette ed una legge ad hoc (Son of Sam Law)
New York era al tempo una metropoli in piena crisi economica e sociale. In un tale clima di terrore diffuso, le forze dell’ordine sentivano l’obbligo di dare risposte immediate, anche a rischio di una giustizia arbitraria e sommaria. Senza contare che il sindaco del tempo, Abraham Beame, era in cerca di rielezione…
Da qui l’esigenza di attribuire la carneficina ad un unico individuo: David Berkowitz. Un perfetto capro espiatorio: aveva senza dubbio preso parte alla mattanza, anche se – come egli stesso ebbe finalmente a dichiarare decenni dopo – non era il solo implicato. I delitti coinvolgevano dunque altre persone: se non una setta per lo meno un gruppo, come aveva da sempre sostenuto Terry. E Terry andò avanti per moltissimo tempo cercando di convincere l’opinione pubblica della bontà della sua teoria; ma il giornalista finì con il venire censurato se non addirittura ridicolizzato. Tanto che questa divenne per lui una questione assolutamente personale, una sorta di crociata che lo portò a consumarsi inesorabilmente, tra alcool e sigarette, fino alla morte avvenuta nel 2015.
Per dare un’idea dell’impatto culturale che questo caso ha avuto sugli Stati Uniti, basterà fare i nomi di Beastie Boys, Marilyn Manson, Stephen King e Spike Lee – alcuni tra gli artisti che hanno tratto ispirazione da questa storia. Ancora più emblematica è la Son of Sam Law (emanata nel 1977, abrogata nel ’91 perché incostituzionale e ristabilita infine nel 2001): una legge che impedisce al condannato di trarre profitto dalla sua storia. Perché Berkovitz aveva raggiunto nella costa Est la fama che Charles Manson aveva nella costa Ovest.
The Sons of Sam: A Descent Into Darkness – Satanici Stati Uniti d’America
La storia de The Son of Sam era diventata da subito una sorta di mito. Per questa ragione la polizia newyorkese non aveva nessuna intenzione di considerarlo un caso ancora irrisolto. Ma per Maury Terry vi erano alcuni dettagli che, con ogni evidenza, non tornavano. Gli identikit forniti dai testimoni sopravvissuti divergevano completamente (per altezza, corporatura, colore dei capelli…). E così le macchine avvistate sulle diverse scene del crimine, nessuna delle quali (a parte l’ultima?) corrispondeva a quella guidata da Berkovitz.
Infine, analizzando più a fondo le lettere del killer, Terry vi rinvenne un altro nome: guarda caso il soprannome (“Wheaties”) di uno dei figli del famoso vicino di casa di David, quello che aveva il labrador impossessato da un demone assetato di sangue da ben seimila anni. Ovvero Sam Carr: da qui la definizione de Il Figlio di Sam (The Son of Sam).
Maury Terry è sempre più sicuro di essere sulla pista giusta: in un parco, poco distante dalla casa di Berkowitz, ci sono resti di cani morti circondati da simboli di stampo satanista. Nella sua testa il collegamento era evidente: non un solo figlio di Sam, ma un’intera setta dedita al culto del Male, diffusa in tutti gli Stati Uniti…
Dagli occultisti dilettanti della ‘caverna del diavolo’ all’apocalisse razziale dell’Helter Skelter di Charles Manson, passando per la Chiesa del Giudizio Finale: queste, sommariamente, le audaci ed avventate connessioni propugnate nel tempo da Terry. Una complessa teoria articolata negli anni ai limiti dell’isteria, che univa complottismo e satanismo. Materia assai difficile da gestire per un qualsiasi giornalista che si rispetti.
Una verità complottista imposta parola per parola…
L’idea di una cospirazione, con a capo una setta satanica, volta a far credere che il Figlio di Sam fosse solo il mite postino Berkowitz – che non uscirà mai più di galera – diventa la sua ossessione. Cerca in ogni modo di confermare questa sua teoria, spesso forzando non poco indizi e conclusioni. Tanto da diventare a questo riguardo, a distanza di anni prima e decenni poi, la sola voce fuori dal coro dell’opinione pubblica. Con tutto ciò che questo implica: scherno, ilarità e derisione.
Eppure il suo libro inchiesta più significativo (Ultimate Evil: The Truth about the Cult Murders – Son of Sam and Beyond, 1987) è il frutto di un ottimo lavoro di indagine ed analisi dei fatti. Nelle successive interviste (’93 e ’97) rilasciategli da David Berkowitz, l’uomo smentisce la sua versione originale della storia, dando ragione al giornalista su più punti. Ma ogni volta che sembrano avvicinarsi alla cosiddetta verità, il Figlio di Sam perde improvvisamente la pazienza e si rifiuta di continuare.
Queste due interviste sono però rivelatrici non solo della fragilità mentale del condannato ma anche di quella dell’investigatore che, perso ormai ogni ritegno deontologico, sembra quasi voler costringere David a confermare il suo pensiero satanico complottista parola per parola…
https://youtu.be/EmSTjCHSLRk
L’ultima vittima di The Sons of Sam: A Descent Into Darkness
La residua bontà delle sue intuizioni va altresì scontrandosi contro una serie di misteriosi decessi – morti ammazzati o vittime di strani incidenti… Una lista di cadaveri che va surrealmente allineandosi a quella dei nomi da lui mano a mano ritenuti rilevanti per l’indagine. Ad esempio, i due figli di Sam Carr: John “Wheaties” Carr, morto nel 1978 per un presunto suicidio, e Michael Carr, schiantatosi l’anno dopo contro un palo ad una velocità di 150 km orari…
Ipotetici testimoni che avrebbero potuto forse avvalorare la sua tesi, destinati a non parlare più, lasciando sempre più solo Maury Terry a gridare al complotto della sua pista satanica. Solo, ma non del tutto: riuscirà a radunare un valido team di ricerca – i Pine Street Irregulars – tuttora in attività. Composto per lo più da giornalisti investigativi e detective in pensione, questo gruppo dovette purtroppo assistere alla discesa negli abissi del suo stesso leader, alla fine ucciso dallo stress.
Il documentarista Zeman definisce Maury Terry ‘l’ultima vittima’ di questa oscura ed intricata vicenda. E, a dirla tutta, è proprio lui – molto più che David Berkowitz – il vero protagonista di The Sons of Sam: A Descent Into Darkness. Lui e la sua progressiva, tentacolare, vorticosa e ipnotica discesa nell’oscurità.
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