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The Night Manager, una spy story fuori tempo massimo | 5 minuti 1 serie
The Night Manager, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Miniserie del 2016 in 7 puntate di un’ora circa, The Night Manager (in Italia su Prime Video) è tratta dall’omonimo romanzo di John le Carré, a lungo maestro indiscusso di intricati libri a tema spionistico.
L’opera mette in tavola tutti gli ingredienti per essere un blockbuster: la trama di un libro di successo, una ricca produzione che può permettersi diverse location suggestive, la regia solida di Susanne Bier e tre protagonisti d’eccezione come Tom Hiddleston (Loki), Olivia Colman (The Crown, Landscapers) e Hugh Laurie (Dr. House).
Nonostante premi e riconoscimenti e una generale approvazione da parte di pubblico e critica, la serie risulta fuori tempo massimo e, per molti versi, dimenticabile.
“5 minuti 1 serie” è il format del podcast di Mondoserie che racconta appunto una serie in poco più di cinque minuti (o meno di dieci!). Senza fronzoli, dritti al punto.
La trama inutilmente complicata di The Night Manager
Tom Hiddleston interpreta un ex militare dell’esercito inglese che dopo aver combattuto in Iraq ora presta servizio come manager notturno in un lussuoso albergo del Cairo. In seguito a una romantica e tragica liaison con una bella cliente dal pericoloso fidanzato, dovrà fuggire dall’Egitto e rifugiarsi sotto mentite spoglie sulle Alpi Svizzere.
Lì viene avvicinato dalla dirigente dei servizi segreti Olivia Colman che lo ingaggia come agente sotto copertura con lo scopo di incastrare il potente mercante d’armi Hugh Laurie.
Dopo un soggiorno in Irlanda per far confondere le proprie tracce, Hiddleston va a lavorare come cuoco a Ibiza. Entra nella cerchia di amici fidati del cattivo. Si innamora ancora una volta della donna del capo. Fa una scena cameo con lo stesso Le Carré al ristorante. Diviene prestanome per importanti trattative clandestine. Cerca un avvocato a Istanbul. Compie un paio di assassini al limite del ridicolo. E riesce persino a tenere in scacco i servizi segreti.
Un racconto macchinoso e banale
The Night Manager è un racconto stanco in cui gli eventi accadono tramite una serie di coincidenze forzate. Con schemi narrativi obsoleti che assicuravano il successo nel 1993, quando il libro è stato scritto, ma che ora sembrano un brodo riscaldato male. L’opera ha il sapore di quei film d’azione anni ‘80, con un buono dal passato tormentato e una bella prigioniera di un cattivo senza scrupoli né intelligenza.
I cambi di location sembrano più una scusa per lunghe e dispendiose vacanze per autori in cerca di ispirazioni tra cocktail e saune. I personaggi sono privi di sfumature e non solo non evolvono ma con il procedere delle puntate sembrano sempre più ottusi. Il buono urta i nervi, la svenevole bionda è tutta malinconia e tormenti di passione, il villain chiaramente un imbecille e – dulcis in fundo – il personaggio più arguto è lo stereotipo del gay tutto isteria e libido fuori controllo. Fortunatamente c’è Olivia Colman, al solito carismatica e spassosa.
Per dovere di cronaca comunque si segnala che The Night Manager ha vinto due Emmy (regia e musiche) e che i tre interpreti principali hanno persino ottenuto ciascuno un golden globe. Quindi potete pure mettere in dubbio il valore di questo articolo.
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Una bella e complessa spy story: Killing Eve
E un’altra (bellissima): Slow Horses