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The Greatest Show Never Made: reality vs. umanità | Documentari
The Greatest Show Never Made, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Su Prime Video è disponibile The Greatest Show Never Made (il più grande spettacolo irrealizzato, traduzione un po’ forzata), docu-serie in tre puntate del 2023. Questo prodotto apre uno squarcio a ritroso su un’epoca (i primi anni 2000) infausta della televisione e della società tout-court. Un periodo in cui i reality show andavano per la maggiore. In cui produttori senza scrupoli sfruttavano aspiranti star disposte a tutto pur di guadagnare soldi e fama.
Lo splendido paradosso di The Greatest Show Never Made è che talmente forte era la presa di questo sistema nell’immaginario collettivo, che nemmeno dopo aver scoperto di essere stati raggirati i protagonisti hanno voluto abbandonare lo show. Uno show che non sarebbe mai andato in onda. Perché avevano trovato qualcosa di più prezioso di denaro e notorietà: l’amicizia.
“Documentari” è il format del podcast di Mondoserie dedicato all’approfondimento delle produzioni non di fiction.
In cerca di gloria, si trova l’amicizia
Nell’ormai lontanissimo 2002 il mondo stava impazzendo per i reality show. Un esempio su tutti: Il Grande Fratello. Che ha fatto desiderare a migliaia di persone di vivere sotto costante e spietato monitoraggio e giudizio da parte di perfetti sconosciuti. Almeno ai tempi della Stasi le vittime erano inconsapevoli! Proprio in quegli anni l’attenzione di un considerevole numero di persone viene attirata da un volantino sintetico e efficace, che intende reclutare partecipanti per un nuovo reality. La posta in palio è golosa: centomila sterline. Il volantino in questione chiede furbescamente ai suoi futuri partecipanti se, oltre al premio, vogliono dare una svolta alla propria vita.
Finiti i provini e le selezioni rimangono circa una trentina di persone, tutti ventenni o poco più. C’è l’aspirante presentatrice, la ballerina goffa, il clown attempato, l’impiegato, l’operaio ecc. Tutti hanno lasciato impieghi e studi, abbagliati dal sogno di fama e ricchezza paventato dall’enigmatico produttore Nikita Russian. Tutto si svolge nel giro di pochi giorni: i provini, le selezioni, il ritrovo in uno squallido parco a sud di Londra. Poi le riprese, il pressapochismo, i primi dubbi, la necessità di accamparsi nella casa di uno dei concorrenti. La vita da coinquilini forzati finché le cose non si fossero chiarite. Con uno di loro che filma tutto… Involontariamente i concorrenti truffati stavano girando il reality che non sarebbe mai esistito. Senza dimenticare Nikita Russian.
A distanza di 22 anni i protagonisti si sono ritrovati e il risultato – The Greatest Show Never Made – è sorprendente. Dal fallimento di un reality emerge l’edificante ritratto di un’epoca.
Zero soldi, poche idee, ascolti altissimi
Sarebbe bello parlare dell’epoca dei reality come di un tempo passato, che ha ormai lasciato solo ricordi (per lo più brutti). La realtà è che ora il fenomeno è completamente fuori controllo. I reality sono diventati un prodotto declinato in mille deliranti sfaccettature. Cuochi, cantanti, gente nuda in spiaggia, cacciatori di mostri, collegiali, suore, arredatori d’interni, strozzini e coatti di ogni latitudine. Qui su Mondoserie.it abbiamo diversi articoli (Masterchef, Mountain Monsters ecc.) e podcast (Il giurato Jury Duty ecc) dedicati a questo fenomeno.
Il reality non abbisogna di attori, non ha bisogno di autori o comunque tutto rimane in bozza. I protagonisti sono potenzialmente ovunque e più sono cani meglio è. Costi bassi, niente sindacati e ascolti alti… Una ricetta perfetta che ha poi decretato anche la fine delle stesse major e la conseguente morte della TV generalista.
The Greatest Show Never Made prende però una piega imprevista: quei ragazzi radunati con la falsa promessa di fama e fortuna trovano qualcos’altro. Un’esperienza che li connette tra loro. Solidarizzano, si fanno compagnia, pranzano e cenano assieme, dormono l’uno accanto all’altro senza scene di isteria o patetiche sceneggiate. E quando il ragazzo che li ha truffati cerca rifugio, perché solo e disperato, lo ospitano. E come unica penitenza gli fanno ammettere la sua truffa in un tg locale. Poi una stretta di mano e la promessa di rivedersi. Il reality era fallito perché avevano vinto la solidarietà, la gentilezza e il perdono.
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