The Fall (in it. The Fall – Caccia al serial killer) è una serie televisiva britannico-irlandese, ideata e scritta da Allan Cubitt (a lui sono andati l’Edgar Allan Poe Awards e il British Screenwriters Awards). La serie è strutturata in 3 stagioni, per un totale di 17 episodi della durata di 1h circa ciascuno. Andata inizialmente in onda dal 2013 al 2016 sull’irlandese RTÉ One e sull’inglese BBC Two, in Italia è ora disponibile su Netflix.
Protagonisti della serie Gillian Anderson (X Files), interprete della sovrintendente alle indagini Stella Gibson, e Jamie Dornan (50 sfumature di grigio), nei panni di Paul Spector, killer seriale e padre di famiglia. Del cast fanno parte anche Colin Morgan (Merlin) e un grande John Lynch (Nel nome del padre).
Come intrepidamente sottolineato nella versione italiana (Caccia al serial killer), la trama di questo show potrebbe essere l’ennesima versione di un copione già visto tante volte.
E invece, niente di più lontano dal vero. Perché The Fall (letteralmente ‘la caduta’) è proprio così: un incalzante precipitarsi degli eventi, senza soluzione di continuità, dall’inizio alla fine.
L’ineluttabile precipitare degli eventi
The Fall sovverte gli schemi narrativi legati al genere thriller a partire dall’atipica ambientazione, ovvero Belfast, Irlanda del Nord: una città segnata dalla violenza. Violenza che, rispetto ai delitti patologico-feticisti compiuti dal killer, esonda in tutte le sottotrame. Dalla corruzione degli agenti di polizia agli abusi sessuali negli istituti religiosi, dalla violenza domestica a quella dei quartieri più poveri e proletari. Come il vicequestore Burns (il personaggio interpretato da Lynch) avrà modo di dire al sovrintendente Gibson, venuto appositamente da Londra, chiamata dalla Metropolitan Police per la revisione di una delicata indagine della polizia locale: “Sei a Belfast, qui non puoi girare senza una pistola”.
Stella Gibson è una donna estremamente capace, colta e volitiva. Comprende fin da subito di trovarsi davanti ad un maniaco omicida seriale, che prende di mira giovani donne single in carriera. Da subito sappiamo il killer essere Paul Spector (notare che sia Gibson sia Spector sono marche di chitarre), marito e affettuoso padre di due bambini. Di professione terapista del lutto, Paul mette in atto una rigorosa e rituale serie sia di controlli in preparazione delle aggressioni, sia di atti feticisti in seguito alla brutale morte della sua vittima.
L’incontro tra questi due caratteri segnerà ovviamente il destino di entrambi, ma non seguendo la consumata logica filmica a tal riguardo. La caduta, ovvero l’ineluttabile precipitarsi degli eventi che riguarda non solo i due protagonisti, ma tutti i personaggi che con questa storia vengono in qualche modo a contatto, è il vero leitmotiv di questa originale narrazione.
Perché per quanta cura, metodo e astuzia – al limite della compulsione paranoica – vengano posti sui due opposti fronti – gli omicidi e le indagini – una complessa e contraddittoria realtà trova qui sempre il modo di rimescolare tutti i pezzi sulla scacchiera.
The Fall: lo spettro del Male e l’astro nel buco nero
La caduta, è vero, sembra in primo luogo riguardare Paul Spector, essere sfuggente ed enigmatico, in perenne danza tra il bene e il male. Eppure la sua storia, che sublima artisticamente la violenza di un’intera città, corrompe tutti quelli che in qualche modo ci entrano in contatto. A cominciare da Stella Gibson – personaggio antitetico eppure speculare al maniaco omicida.
Sebbene l’aspetto morale della storia – da che parte stia il bene e dove il male – sia sempre molto chiaro, tuttavia di episodio in episodio si ha la sensazione che tutti i personaggi stiano per scivolare sempre più verso l’oscurità. Come verso l’unico orizzonte in definitiva possibile.
Addentrarsi o anche solo avvicinarsi alla psiche distorta e malata di Paul Spector sembra comportare un inevitabile avvelenamento. È come una piaga – dirà Stella – che infetta tutti quelli che incontra. Anche se in realtà la filosofia psicopatico narcisista di Paul non verrà mai del tutto chiarita, restando accennata dietro versi poetici mediocri e citazioni dallo Zarathustra nicciano.
Non ha importanza. Più Stella Gibson è coinvolta nella storia, più è chiaro che quello che lo strangolatore di Belfast porta alla luce è l’irrazionale oscurità che fa da eterno sfondo all’esistenza di tutti. E quanto poco basti per trasformare una vita vissuta all’insegna della cosiddetta normalità in un ineludibile precipitarsi degli eventi. Da cui non si può più tornare indietro.
Da qui il lungo intreccio di verità e menzogne, di indizi e finte tracce, di incontri e fatalità, di morte e passione, di intuizioni e memorie – reali o simulate che siano – in cui si avviluppano tutti i personaggi di The Fall.
E così le indagini sullo strangolatore sembrano trascinare tutti, in primis Stella, verso il gigantesco buco nero del Male che per Spector è il mondo stesso.
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