The Antisocial Network: Memes to Mayhem (The Antisocial Network: La macchina della disinformazione – Netflix, 2024), film documentario americano di Giorgio Angelini e Arthur Jones, è uno sconvolgente spaccato nel mondo della rete e un’attenta e puntuale analisi su come una manciata di giovani internauti abbia scatenato una serie di reazioni a catena, letteralmente culminate in un pandemonio.
Un viaggio che, dai primi anni del 2000 all’attacco al Campidoglio, ci mostra genesi e ascesa di fenomeni molto diversi tra loro, ma tutti legati da un sottile filo rosso. I meme, Anonymous, i Troll, le teorie cospirative, il GamerGate, Occupy Wall Street, Trump e QAnon… L’aspetto più inquietante di questa storia è come un gruppo di nerd disadattati abbia potuto dare vita ad una serie di ideologie radicali e sovversive culminate nelle rivolte del 6 gennaio 2021. The Antisocial Network, dispiegando le trame di questa potente macchina della disinformazione, rimane in bilico per oltre un’ora tra assurdo e tragedia.
In principio era l’innocente ‘rickroll‘, ovvero il reindirizzamento forzato, attraverso link ingannevoli, al video di Never Gonna Give You Up di Rick Astley. Pura goliardia senza pretese né implicazioni di alcun tipo. Alla fine la stessa realtà ‘consensuale’ è stata scossa fin dalle fondamenta da quella che in fondo non era che una ristretta comunità digitale, ospite di un unico sito: 4chan.
La genesi: 4chan
4chan era una copia del giapponese 2chan: un forum di discussione anonimo frequentato per lo più da Otaku. Ovvero quegli individui apatici e irresponsabili totalmente immersi nel mondo di Internet. 4chan ne era la versione americana per giovani. Un sito senza censura in cui, grazie all’anonimato, era possibile pubblicare qualsiasi cosa. Tecnicamente 4chan non era ancora un social network (siamo infatti nel 2003). Ma un imageboard, una bacheca digitale in cui gli utenti postano immagini e parole. Su questa piattaforma giovanile nasce dunque il meme, tipica espressione umoristica grafica e virale. Il concetto di viralità si basa semplicemente sulla basica legge darwiniana: i post più condivisi sono anche i più visibili. Gli altri, finendo in fondo all’elenco, scompaiono più o meno velocemente. E questa sarà l’origine degli attuali social network.
Si forma su 4chan un gruppo di assidui frequentatori e creatori di meme. Tendenzialmente solitari e asociali, questi giovani interagiscono tra loro conoscendosi solo tramite nickname. Lo spirito che li anima è votato al puro dissacrante cazzeggio online. Una sorta di sconcertante gara demenziale a chi la spara più grossa. Amanti della provocazione, spesso fine a se stessa, non sono frenati dal buon senso o dalla moralità. Così, ad esempio, l’evocazione del saluto fascista non ha per loro alcun significato intrinseco. E’ solo sfrenata e provocatoria goliardia demenziale. E se qualcosa – o qualcuno – li provoca, diventa subito un obiettivo per le loro azioni di hacker sabotaggio.
Quasi senza rendersene conto questo gruppo si trasformerà in Anonymous. Il principio di anarchia senza censura è dunque ciò che ha partorito uno dei gruppi hacker più sovversivi ed efficaci che sia mai esistito. Assieme allo spirito demenziale e goliardico.
The Antisocial Network: Anonymous e Gamergate
Siamo nel campo dell’hacktivism, ovvero dell’attivismo hacker. Temi come quelli della privacy o della cyber security vengono nel documentario doviziosamente scandagliati. Questo collettivo si rende conto di avere il potere di portare migliaia di persone a protestare in strada. Contro Scientology, nel 2008, in diverse città di Europa, Australia e USA, viene adottata la maschera di Guy Fawkes di V per Vendetta. Seguono le proteste del 2011 contro l’alta finanza, dopo che la crisi economica del 2008 aveva messo in ginocchio mezzo mondo. Occupy Wall Street ha sostanzialmente origine così. La repressione del governo non si fa attendere. E così la reazione di Anonymous, che hackera i siti di FBI e CIA e attacca la rete del Pentagono. Scoppia il caos. Il collettivo scompare da 4chan e gli hacker, ora ricercati, fanno sparire le loro tracce. Ma questo riguardava la fazione degli attivisti. L’altra fazione, disinteressata alla politica, perpetua altrove il proprio umorismo di cattivo gusto. Perpetrando in rete contenuti inquietanti e oscenità complottiste, partorite con il solo scopo di ridere e far ridere.
The Antisocial Network si inoltra in un territorio ancora più oscuro, mostrandoci come dalle ceneri di quella realtà sovversiva, attraverso il GamerGate, sia potuto sorgere QAnon. Tramite interviste con i protagonisti e analisi dettagliate dei passaggi storici, approdiamo al movimento misogino per amanti dei videogiochi (sic). Il GamerGate – che sfocia in volgarità gratuita e sessismo sfrenato – viene bandito da 4chan. Nasce allora 8chan, che lo accoglie entusiasticamente. Siamo nel 2014. E il malefico Steve Bannon vede un’imperdibile occasione. Dall’odio verso le donne allarga il concetto a tutte le minoranze di genere e non, sfruttando la frustrazione di quelli che chiama ‘uomini bianchi sradicati’. Ovvero i frequentatori tipo di 4chan e di 8chan. E in favore di Donald Trump nasce QAnon.
Noi siamo Legione
Prima e dopo l’elezione del contestato presidente arancione, manipolazione, complottismo e incapacità di distinguere fra delirio e realtà indirizzano sempre più le masse. Il tutto essendo partito, più di un decennio prima, dai lolcat – quelle stucchevoli e insopportabili immagini umoristiche con felini. Diventando poco a poco virtuale lavaggio del cervello. Fino a quel fatidico 6 gennaio.
The Antisocial Network esplora quindi la cultura online contemporanea, analizzando le forze che plasmano il mondo digitale. E come questo mondo plasmi a sua volta il mondo reale. Provocatorio e riflessivo, questo documentario scoperchia una delirante realtà nascosta dietro la realtà. Raccontando l’inverosimile storia di come i meme creati da un gruppo di ragazzini si siano trasformati in pura disinformazione e infine in mobilitazione di isteriche masse. Di come si sia arrivati ad Hillary Clinton che, nel racconto delirante, beve il sangue dei bambini assieme alla sua congrega di pedofili satanisti democratici: l’élite.
Il simbolo di 4chan – Pepe the Frog – è passato dal rappresentare un ristretto gruppo di nerd che si diverte a fare il saluto fascista perché totalmente demenziale, assurdo e insensato, a alt-right, cospicuo gruppo di estrema destra che il saluto fascista lo fa credendoci davvero. Dopo 20 anni, alcuni degli artefici di Anonymous, intervistati, si confrontano con le proprie responsabilità. Non sempre assumendosele del tutto. Portare caos nella realtà attraverso la rete suonava incredibilmente divertente all’inizio. Questo caos è però diventato incontrollabile legione (Noi siamo Legione – amava ripetere il portavoce degli hacker del collettivo) che è infine deflagrata nella società e nella politica, come abbiamo discusso qui. In un modo che nessuno avrebbe mai immaginato. Così la realtà virtuale ha finito per deformare la realtà tutta. E l’informazione – o meglio, la disinformazione – ha finito per dare forma alla stessa realtà.
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