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Suburra: la Roma criminale, dopo la Napoli di Gomorra | 2 voci, 1 serie
Suburra, podcast | Puntata a cura di Jacopo Bulgarini d’Elci e Livio Pacella
Il podcast racconta Suburra (Blood on Rome), prima serie originale italiana di Netflix, strutturata in tre stagioni andate in onda dal 2017 al 2020 per un totale di 24 episodi. Creata da Daniele Cesarano e Barbara Petronio, la serie è basata sull’omonimo film del 2015, e quindi sul romanzo dallo stesso titolo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini da cui il film era tratto. Ma a differenza di Romanzo Criminale, a sua volta basato su film e libro, la serie crime Suburra non è un’espansione della trama del lungometraggio. Anzi, nonostante i personaggi rimangano gli stessi, la storia è completamente diversa.
Nel 2023 viene distribuita, sempre su Netflix, la prima stagione del sequel Suburræterna (8 episodi). Il primo Suburra, come diciamo nel podcast, consacra sullo schermo Alessandro Borghi, nei panni di Aureliano. Eccellente coprotagonista è anche Giacomo Ferrara (Spadino), senza dimenticare il Lele di Eduardo Valdarnini. Nel cast figurano anche Claudia Gerini e Filippo Nigro.
“2 voci, 1 serie”: dialoghi sulle cose che ci piacciono, o ci interessano, nel podcast di Mondoserie.
La Roma eterna degli intrecci tra potere e criminalità
Ambientata a Roma, Suburra racconta i legami tra criminalità organizzata, politica e Vaticano. La prime due stagioni seguono la lotta per il potere e il controllo di Ostia tra diverse fazioni, mentre un’inedita e insolita alleanza tra giovani criminali cerca di emergere in questo ambiente corrotto e spietato. I terreni di Ostia sono centrali per la futura costruzione di un porto, progetto che dovrebbe siglare un’alleanza tra criminalità capitolina e mafia siciliana.
Come raccontiamo nel podcast, centrale è anche il personaggio di Samurai (ispirato alla figura reale di Massimo Carminati), il criminale più rispettato di Roma, che tratta con mafia, clero e amministrazione cittadina. Nella terza stagione sarà l’affare del Giubileo a fare gola al cosiddetto ‘mondo di mezzo’. Ma il raggiungimento del potere impone sempre un alto prezzo da pagare…
Nel podcast: Suburra, prodotto da esportazione
Risposta di Netflix al successo internazionale di Gomorra di Sky Italia, Suburra (Blood on Rome) ha avuto un buon riscontro di pubblico e critica, nonostante alcune ridondanze e ripetizioni narrative. La serie è stata inoltre apprezzata per il suo cupo realismo e per l’accurata rappresentazione della capitale, divisa tra tradizione e modernità. Suburra rappresenta una Roma in cui il crimine non è mai separato dal potere istituzionale e clericale.
L’intreccio di corruzione morale e materiale tra politica, religione e criminalità perpetua un sistema di disuguaglianze e violenza. Nel podcast approfondiamo anche questo tema. Lo show si inserisce dunque a buon diritto nella rappresentazione dark del potere. E, al pari di Gomorra, si propone come prodotto da esportazione, reiterando anche alcuni stereotipi e cliché sull’Italia che tanto piacciono al pubblico internazionale.
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