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Star Wars: Clone Wars 2D. La serie vintage che non sapevi di volere | Animazione
Star Wars Vintage: Clone Wars 2d, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Il podcast oggi propone una piccola serie creata da un grande autore dell’animazione. La potrete scovare nei meandri della sezione Star Wars della piattaforma Disney+. È Star Wars Vintage: Clone Wars 2d Micro-Series. Attenzione: parliamo della breve serie originale del 2003, qui proposta in due puntate di un’ora abbondante ciascuna. Poco conosciuta, dal sapore vagamente retrò e messa addirittura fuori canone, quest’opera in realtà è molto vicina allo spirito originale dei primi amatissimi film. E ci racconta i cavalieri Jedi come non li abbiamo mai visti.
“Animazione” è il format del podcast di Mondoserie dedicato alle diverse scuole ed espressioni del genere, dall’Oriente alla scena europea e americana.
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Clone Wars, non The Clone Wars!
Specifichiamo che questa non è The Clone Wars in grafica computerizzata tridimensionale, creata e fortemente voluta da Dave Filoni e durata la bellezza di 7 stagioni per 133 episodi.
Vincitrice di 3 Emmy come miglior serie animata e miglior design, la Clone Wars vintage in 2 dimensioni rappresenta quello che ogni fan delle guerre stellari ha sempre sognato ma che non aveva mai osato chiedere. Due ore di pura azione a ritmi elevatissimi, con protagonisti i cavalieri Jedi al massimo del loro splendore.
Creata nel 2003 per volere dello stesso Lucas, le vicende narrate hanno lo scopo di riempire il buco narrativo tra il secondo capitolo della saga (L’attacco dei cloni) e il terzo (La vendetta dei sith). Questi film infatti sono ambientati poco prima e poco dopo un terribile conflitto denominato, per l’appunto, “La guerra dei cloni”.
Tartakovskij incontra Lucas, e l’amore di entrambi per il Giappone
La scelta per portare a compimento questo progetto ricade su Dženndi Tartakovskij, regista e animatore russo di nascita ma statunitense di adozione. Creatore, tra le altre cose, del fortunato franchise di Hotel Transilvania e del cartone di culto Samurai Jack.
Lucas con Tartakovsky condivide la passione per i mondi di fantasia futuristici eppure permeati di epica classica: navicelle spaziali, macchine volanti e robot avanzati come mai potranno essere si affiancano a duelli a fil di spada, guerrieri mistici e segreti iniziatici. Entrambi poi hanno una evidente passione per l’iconografia giapponese. In particolare per i samurai, dichiaratamente un modello per i Jedi, come già trattato nella puntata dedicata a Star Wars Visions. Infine, ambedue attingono a piene mani dalle teorie dello storico delle religioni Joseph Campbell espresse all’interno del celeberrimo libro L’eroe dai mille volti.
Nasce così una micro-serie per il canale televisivo cartoon network pensata in due stagioni con in totale 20 episodi da 3 minuti e con una terza, richiesta a gran voce, composta da 5 episodi di un quarto d’ora. Parallelamente i micro episodi sono montati in due macro puntate di un’ora per il pubblico web, formato in cui le troverete a vostra disposizione su Disney+.
Il fatto che originariamente sia stata pensata per essere trasmessa in pillole brevissime incide fortemente sul ritmo della storia. I dialoghi sono ridotti al minimo e sono funzionali alla costruzione dell’azione, le scene di guerra sono molte. Coinvolgendo un cast corale che non solo comprende i Jedi più noti, Obi-Wan, Yoda, Mace Windu, Anakin Skywalker e Kit Fisto, ma dedica un giusto spazio anche ai Troopers, che possiamo seguire in una serie di azioni di pura strategia militare sul solco della miniserie Band of Brothers.
Il confronto con le nuove, problematiche, versioni del mito: Obi-Wan Kenobi
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