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Sense8, una serie vittima delle proprie ambizioni | 5 minuti 1 serie
Sense8, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Tra le produzioni più travagliate e ambiziose di Netflix, Sense8 – ideata dalle sorelle Wachowski e dallo scrittore di comics Straczynski – ha delle premesse interessanti. Ma parte lenta e finisce in maniera rocambolesca. Lana e Lilly Wachowski sono note al grande pubblico per essere le creatrici della tetralogia Matrix. Qui sono affiancate dallo scrittore di comics Marvel Joseph Michael Straczynski, creatore per la TV della serie Babylon 5.
Sense8, però, non ha avuto il successo sperato. Due stagioni per 24 episodi di qualità molto altalenante cancellata alla fine del 2015 – e definitivamente conclusa nel 2018 con un episodio speciale di 2 ore e mezzo.
“5 minuti 1 serie” è il format del podcast di Mondoserie che racconta appunto una serie in poco più di cinque minuti (o meno di dieci!). Senza fronzoli, dritti al punto.
8 vite, una storia
Sense8 parla di otto persone. Due americani, un tedesco, una coreana, un’indiana, un messicano, un’islandese e un kenyota che scoprono di condividere un legame psichico ed emotivo. Al punto da provare, seppur a migliaia di chilometri, sensazioni e sofferenze l’uno dell’altro.
Una manifestazione soprannaturale dell’abbattimento del concetto di distanza operato dalla tecnologia. Un tentativo di costruire una narrazione fantascientifica fortemente collegata ai temi sociali: la povertà, i pregiudizi verso la comunità LGBTQ+, il retaggio familiare e i suoi nuovi significati. Lo sguardo è rivolto all’immediato presente, cercando di raccontare una storia che plausibilmente potrebbe accadere a nostra insaputa in questo momento.
In Sense8 esiste una specie umana parallela al Sapiens, l’homo sensorius, modernizzato poi in Sensate, capace di estendersi in una rete neurale oltre i limiti fisici e trovare connessioni con un cluster, una cerchia di 8 persone. Per comunicare, condividere, collaborare e darsi sostegno.
Gli umani Sensate vengono braccati, cacciati, vivisezionati e assassinati dai loro cugini di specie. E di conseguenza sono costretti a vivere vite nascoste, osservando con discrezione la storia dell’umanità da dietro le quinte, fin dall’alba dei tempi.
Sense8: una serie vittima delle proprie ambizioni
Nonostante le premesse intriganti e un cast interessante (anche se un po’ troppo belloccio per attrarre simpatia) l’esecuzione ha risultati altalenanti. Lentissimo in partenza, quando le singole storie parallele dei Sense8 frammentano la fruizione dell’opera e le puntate che durano 50 minuti sembrano eterne e noiose. La seconda stagione migliora il tiro, anche se il continuo incrocio di storie spesso sfocia nell’improbabile e qualche volta nel ridicolo.
Un prodotto eccessivamente estetizzante con una bella idea di fondo da cui però la serie viene tecnicamente cannibalizzata. Una delle caratteristiche apprezzabili sulla carta ma che ne ha decretato la cancellazione infatti è la quasi totale assenza di riprese in green screen ed effetti speciali. Tutto è lasciato a riprese in location e montaggio. Il che significa uno sforzo produttivo in pianificazione e produzione immenso per filmare storie che avvengono in ogni angolo del globo.
E secondo l’algoritmo che calcola spese e entrate Sense8 alla fine non si è rivelato degno di proseguire per le 5 stagioni inizialmente pensate dalle sue autrici. Con beffarda ironia per chi aveva scritto, tanti anni fa, Matrix!
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