Rick and Morty è una serie animata per adulti statunitense giunta alla sua settima stagione (Adult Swim, 2013-23), per un totale di 71 episodi da 20 minuti circa, in Italia su Netflix. Ideatori di questo show superlativo sono Justin Roiland e Dan Harmon, felicissimo connubio creativo. Animatore il primo dalla “creatività soffocante”, aveva già partorito un webisodio con protagonisti le parodie di Doc Brown e Marty McFly, mitici personaggi della trilogia di Ritorno al futuro. Autore televisivo il secondo – sua la sitcom cult Community (2009-2015), sulle stravaganti avventure di un gruppo di studio in un college del Colorado (cui abbiamo dedicato anche un podcast). Dal loro incontro nasce la serie animata occidentale più particolare e originale degli ultimi 10 anni.
Rick and Morty è innanzitutto un cartone animato squisitamente per adulti, sul solco della recente (relativamente) tradizione americana, inaugurata dai mitici The Simpsons di Matt Groening (qui il podcast), successivamente autore di Futurama e Disenchantment. Proseguita quindi dal giovane e talentuoso Seth MacFarland (The Griffin, American Dad ecc.) e dall’eccezionale South Park di Trey Parker e Matt Stone. E proprio ad un incrocio tra Futurama e South Park è stato inizialmente paragonato Rick and Morty. Attualmente lo stato di salute delle produzioni animate americane è ottimo: da Bojack Horseman a Final Space, e tra alti e bassi, i titoli sulle piattaforme sono davvero tanti.
La settima stagione perde purtroppo il coautore Justin Roiland, licenziato nel 2023 da Adult Swim per accuse di violenza domestica e presunta ‘mancanza di professionalità sul luogo di lavoro.
Un cartone animato politicamente scorretto
Rispetto alle più trasognate produzioni giapponesi (cui dedichiamo spesso spazio nelle puntate del martedì del nostro podcast), quelle americane sono tendenzialmente più ammiccanti e smaliziate. Nel segno di una satira sociale più o meno mordace, la struttura narrativa portante è quella della famiglia disfunzionale. E Rick and Morty, anche se a modo suo, non fa eccezione.
Protagonisti sono il nonno Rick Sanchez, geniale scienziato pazzo e alcolizzato, o meglio: la mente più brillante e pericolosa dell’intero multiverso (per capirci, Rick sarebbe capace di distruggere – o creare – un universo ad occhi chiusi). E il nipote Morty Smith, un quattordicenne in piena e perenne crisi di pubertà, suo inseparabile assistente. Le impensabili stralunate metafisiche avventure di questi due – Rick and Morty – sono il tema della serie.
Rick vive, chissà perché poi, a casa della frustrata figlia Beth – cardiochirurga per cavalli (sic) – assieme all’insulso marito Jerry e a Summer, la loro altra figlia 17enne. Tutti i membri della famiglia sono episodicamente coprotagonisti della folle spirale narrativa di Rick e Morty. Naturalmente ogni puntata è idealmente godibile di per sé, ma seguendo la progressione del tutto si accede ad un secondo e più profondo piano di lettura della storia.
Già dal primo episodio (qui la scena di apertura della serie) si capisce il tono politicamente scorretto di queste avventure. Rick (il nonno) convince Morty (il nipote 14enne) ad infilarsi un gigantesco ananas spaziale – assolutamente illegale nello spazio – nel didietro, per poter così superare indenni i controlli della dogana cosmica. Si mette subito in chiaro come l’anarchia dissacrante sia uno dei diktat tematico formali dello show. Ma non è l’unico, e nemmeno il più interessante. Ad ogni modo, in Rick and Morty abbondano anche crudeltà filosofica e divertimento splatter, assieme a comicità grottesca e ultralirismo.
Multiversi, realtà parallele, derive metanarrative in Rick and Morty
Rick Sanchez è un delirio d’onnipotenza in carne, alcool e ossa. La sua conoscenza scientifica, intesa come capacità di manipolare tecnologicamente la realtà a proprio piacimento, non ha eguali. Tormentato da una tragica e terribile perdita, il suo personaggio vive in perenne stato di sovreccitazione, passando senza soluzione di continuità dalla disperazione della noia alla più sfrenata autoesaltazione. Con il conseguente complesso di dio, per cui ai suoi occhi ogni forma di vita è, per sua natura, indegna e inferiore. Rick non conosce morale.
Morty – ragazzino deboluccio e mingherlino – ha invece tutte i complessi dell’adolescenza, comprese le paranoie su giusto e sbagliato, vero e falso, morale e immorale… Le buone intenzioni di Morty si dimostreranno sempre e comunque eccellenti per lastricare strade per gli inferni più svariati. Sarcastico e temerario il nonno, pavido e petulante il nipote: i due sono un’accoppiata comicamente irresistibile. Soprattutto quando posti davanti ad assurdi rompicapo ontologici o a sibillini enigmi esistenzialisti.
Perché in Rick and Morty i piani di lettura non solo non mancano, sono anzi moltiplicati indefinitamente. Così come l’indefinito numero di piani di realtà di un multiverso. Un multiverso in cui esiste un numero infinito di universi paralleli, con un numero infinito di varianti e piani dimensionali. Ogni essere esiste cioè in un numero infinito di versioni, uguali e diverse. Già poco dopo l’inizio della prima stagione, i due protagonisti si ritrovano a seppellire i corpi dei loro rispettivi sé. Ovvero altri due Rick e Morty, ‘accidentalmente’ morti in un universo parallelo, per il resto assolutamente identico al loro. Gli originali devono trasferirsi in quel ‘nuovo’ mondo poiché, nel loro universo, hanno ridotto la terra ad un pianeta abitato da mostri cronenberghiani (il riferimento è al David Cronenberg regista, of course).
Dal Governo Galattico alla Cittadella dei Rick
Da questo primo sconvolgente passaggio da un universo all’altro, diventerà poi impossibile tenere il conto di quelli successivi. E capire chi sia l’originale e chi provenga invece da universi paralleli. Basti sapere che il nostro Rick Sanchez è ostile non solo al Governo Galattico, che lo considera il terrorista numero uno, ma anche alla pressoché totalità delle sue stesse controparti multiversali. Perché? Perché ritenuto troppo anarchico e individualista. Riuscirà addirittura nell’impresa di sabotare la vertiginosa ‘Cittadella dei Rick’, utopica realtà nella quale convergono e convivono milioni di Rick provenienti da altrettanti universi paralleli.
Il gioco del multiverso si fa dunque incommensurabile, con fantastiche derive metanarrative. A segnalare che l’unico vero mondo in cui abitano i nostri eroi è la nostra stessa visione di Rick e Morty, ovvero di questo stesso cartone animato. Audace, intenso ed estremo, Rick and Morty è agli antipodi di qualsiasi regola narrativa di base, quelle per cui l’eroe deve passare attraverso sfide e pericoli per poter infine tornare a casa – simbolica o meno che sia. Questa serie distrugge fin da subito la nozione di casa e di realtà, spostando incessantemente la sua ambientazione di universo in universo. Arrivando a farci mettere in dubbio anche la realtà stessa dei personaggi, in un continuum di risate e momenti lirici, ora struggenti, ora sconvolgenti.
Rick and Morty, il ritorno a una fantascienza visionaria
Una frenetica e incessante fantasia creativa, quella che presiede alla scrittura di Rick and Morty. Che – lungi dall’essere soltanto una parodia fantascientifica animata – riporta il cuore di questo genere là dove dovrebbe sempre essere: tra la meraviglia e l’orrore. Meraviglia e orrore che ci pervadono nella scoperta di mondi assolutamente nuovi, o nello svelamento di nuovi impensabili orizzonti di senso di questo stesso mondo.
Il nonno che si trasforma in un cetriolino pur di non partecipare alla sessione settimanale di terapia famigliare. L’interno del corpo di un barbone utilizzato per costruire un parco a tema per ospiti miniaturizzati. Un intero pianeta plasmato per creare il posto adatto al perfetto WC e quindi alla perfetta evacuazione. Un altro pianeta ingravidato da Rick. Una TV che prende tutti i canali del multiverso. Una seconda famiglia Smith come esca per eventuali sicari spaziali. Che ha creato un’altra famiglia Smith come esca. Che ha creato un’altra famiglia Smith… Queste sono solo alcune tra le miriadi di avventure nel paese delle meraviglie narrative realizzate in questa serie animata pazzesca, ipnotica, delirante e geniale.
Tra le turbe ormonali di Morty e quelle psicotiche di Rick, il cui genio senza eguali è sinonimo di solitudine, cinismo e alcolica ebbrezza. Saltando di universo in universo, per tornare a fine puntata in una casa, in una famiglia, che è e non è l’originale [guardare per credere]. Con personaggi memorabili (da Birdperson a Mr. Poopybutthole) e improbabili guest star (come Ice T). Con incursioni produttive, talvolta al di fuori della serie stessa, tipo quella nella celeberrima gag del divano de I Simpson, o il corto promozionale per il film Alien Covenant, o nella parodia horror (The Non-Canonical Adventures), o infine nei grandiosi corti anime (Samurai & Shogun / Rick and Morty vs. Genocider)…
Ascolta la puntata del podcast dedicata alla discussione dei grandi temi di Rick and Morty!