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Reboot, una “Modern family” sul set di una serie | 5 minuti 1 serie
Reboot, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Steven Levitan è il co-creatore, insieme a Christopher Lloyd, di Modern Family. Longeva serie TV che ha riscritto le regole della commedia televisiva prima demolendo la famiglia tradizionale, poi sdoganando la famiglia disfunzionale.
A tal punto che, come abbiamo fatto notare in più occasioni qui su Mondoserie.it, di famiglie “tradizionali” ormai in televisione non se ne vedono più. Segno dei tempi? Evoluzione dei gusti del pubblico?
Il nuovo show di Levitan, Reboot (Disney+), nasce da qui. Cercando di portare il tutto su un piano metanarrativo: una serie che parla del mondo delle serie TV. Una premessa promettente – ma un esito solo in parte soddisfacente…
“5 minuti 1 serie” è il format del podcast di Mondoserie che racconta appunto una serie in poco più di cinque minuti (o meno di dieci!). Senza fronzoli, dritti al punto.
Reboot parte bene, e diverte – ma non affonda il colpo
Il punto di partenza di Reboot non è il primo né l’unico nel suo genere. Si erano mossi su un solco simile due dei migliori prodotti seriali d’inizio millennio: la splendida 30 Rock di Tina Fey e l’altrettanto corrosiva e italianissima Boris.
Con queste premesse sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più. Una satira del mondo dello spettacolo tutto formule e algoritmi. Una messa alla berlina di network che danno il via a montagne di serie dai contenuti più astrusi, salvo poi cancellarle repentinamente (due esempi recenti: 1899, di cui abbiamo parlato qui; e Raised by Wolves, come discutiamo in un’altra puntata del podcast).
Reboot ci prova ma si ferma sull’uscio. Preferendo un’atmosfera rilassante da commedia degli equivoci in cui sono i capricci delle star a fare da perno alle vicende. Con risultati, beninteso, a tratti comunque esilaranti. Ma risultando in definitiva una pacata autocelebrazione della figura dello showrunner.
Buone premesse, buoni personaggi, buona confezione
Hannah è una giovane sceneggiatrice con alle spalle una manciata di opere indipendenti e provocatorie che ottiene dai dirigenti di HULU il permesso di riesumare la situation comedy Step Right Up. Mantenendo il vecchio cast intende trasformarlo da commediola dai toni leggeri e ingenui a un doloroso confronto con i temi della società attuale: in altre parole un reboot.
Complicazione. Lo Step Right Up originale è stato scritto dal padre di Hannah, Gordon, che ha abbandonato la ragazza in tenera età. E che è interpretato dal solito ottimo Paul Reiser. In un complicato processo psicologico quindi la sceneggiatrice vuole impossessarsi della creatura del padre.
Però proprio il renitente genitore è chiamato dalla piattaforma come showrunner aggiuntivo. E porta con sé una schiera di vecchi sceneggiatori incarogniti da contrapporre al team inclusivo proposto da Hannah. Tutto questo mentre veniamo a conoscenza delle disastrose carriere del cast originale.
Reboot è una commedia ben fatta, che però avrebbe potuto essere più corrosiva. E che ha nei continui, ma purtroppo blandi, confronti tra il team “Woke Culture” di Hannah e la “Old School” di Gordon i momenti più divertenti.
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