Glam, pop, elegantemente horror, la prima stagione di Ratched (8 episodi, uscita su Netflix nel 2020, con una seconda stagione in produzione) immagina la vita privata e il passato di Mildred Ratched, la famosa infermiera di Qualcuno volò sul nido del cuculo.
Ma è una rivisitazione, un prequel che poco ha a che fare con il film di Milos Forman del 1975 che fece vincere l’Academy Award a Louise Fletcher per l’interpretazione della spietata infermiera nell’ospedale psichiatrico di Salem. Qualcuno volò sul nido del cuculo è, a tutt’oggi, uno dei pochissimi film ad aver vinto i cosiddetti Big Five, i cinque maggiori Oscar: film, regia, sceneggiatura, attore protagonista (Jack Nicholson), e appunto attrice protagonista.
Sembra che il creatore della serie, Ryan Murphy (assieme a Evan Romanski) abbia semplicemente preso a prestito la nomea dell’inflessibile Mildred Ratched per sviluppare una storia tutta sua.
Di cosa parla Ratched, nelle parole di Sarah Paulson
La vicenda di Ratched inizia negli anni ‘40 nel Nord Carolina con l’assassinio a coltellate di un gruppo di preti. L’autore del crimine è un ragazzo bello quanto psicopatico che, dopo l’atto efferato, finisce direttamente nei sotterranei speciali di un manicomio all’avanguardia. Parallelamente una donna misteriosa, sofisticata ed inquietante, fa di tutto per entrare nel personale dello stesso ospedale come infermiera. L’infermiera Mildred Ratched.
Veniamo catapultati in un universo freddo ed elegantissimo, dove le luci e i vestiti della clinica ricostruiscono un luogo di esperimenti sugli umani affascinante e macabro al contempo.
Rendere attraenti, glamour ed eccitanti degli esseri ai margini o mostruosi o difficilmente accettati dalla società è una delle caratteristiche di Murphy. Con lui ciò che sembra rivoltante diventa seducente.
Così ci racconta l’interprete principale, Sarah Paulson che come Murphy ha un’allergia ai ruoli di personaggi amabili e politicamente corretti.
Sarah Paulson, volto simbolo della serie American Horror Story e vincitrice di un Emmy e un Golden Globe per il ruolo del procuratore Marcia Clark in The people vs O.J.Simpson, contribuisce enormemente a rendere Ratched un piccolo gioiello estetico.
Eroina glaciale dal volto impassibile e dalle intenzioni misteriose è affiancata dalla sua antagonista, l’infermiera Betsy (una strepitosa Judy Davis). Che ci fa scivolare sempre più nell’inferno “alla moda” della clinica, specializzata in trattamenti risolutivi per pazienti con problemi mentali gravi.
Il “problema” dell’omosessualità nell’America degli anni ‘40
Capiamo presto che l’omosessualità nell’America degli anni ‘40 era considerata una patologia molto grave: l’intelligenza di questa serie è di farci conoscere i trattamenti brutali dell’epoca da un punto di vista quasi comico, ridicolizzando in parte le motivazioni che condannavano una lesbica ad essere semibollita viva.
Di lesbismo si parla molto in Ratched e con una certa originalità:
Questa serie offre una nuova panoramica e immagine delle relazioni lesbiche, ancora troppo rara nel mondo delle fiction.
Lo afferma sempre Sarah Paulson, che nella vita è affettivamente legata all’attrice Holland Taylor.
Mascherata da thriller psicologico, Ratched nasconde una romantica storia d’amore tra due donne, dai tratti a volte sconvolgenti – come la confessione dopo la sequenza dello spettacolo di marionette – a volte comici e certamente all’avanguardia.
Interessanti anche i ruoli secondari dell’albergatrice impicciona della pensione dove alloggia Ratched (Amanda Plummer) e della ricchissima madre di uno dei soggetti psicopatici, interpretata da un’inattesa Sharon Stone.
Insomma, un cast femminile smagliante, talentuoso e terrorizzante. Non del tutto bilanciato dagli interpreti maschili, stereotipati o poco convincenti. In testa il direttore della clinica che tutto ricorda tranne un medico tossicomane e un convinto sostenitore della lobotomia come futuro della medicina psichiatrica. L’interprete Jon Jon Briones annaspa schiacciato dalle sue infermiere e anche gli altri “uomini pazzi” della clinica lasciano a desiderare.
Ratched: un esperimento singolare
Ma forse questa disparità è voluta, come dice l’infermiera Betsy ad un certo punto:
Uomini…ma, onestamente, chi ne ha bisogno?
Si stacca leggermente l’assassino dei preti, il protagonista maschile Edmund (Finn Wittrock) pur restando lontano dalla raffinata interpretazione delle sue colleghe.
Ratched rimane un esperimento singolare, esteticamente molto forte ma un po’ carente nello svolgersi dei veri fatti, specialmente negli ultimi episodi. Sembra che per i creatori siano più importanti i bottoni della camicia della loro antieroina e la sua complicata pettinatura che l’effettiva trama. E non è detto sia per forza un’attitudine sbagliata.
Come diceva Oscar Wilde: O si è un’opera d’arte, o la si indossa.
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