Mountain Monsters è uno show televisivo americano, di tipo reality pseudo-documentaristico, andato in onda a cadenza irregolare dal 2013 al 2021 (per un totale di 7 stagioni e 60 episodi), dapprima su Destination America e poi su Travel Channel. In Italia è invece stato trasmesso inizialmente da Discovery Channel e a seguire da DMAX. Proprio in queste settimane è visibile su questo canale alle 5 del mattino: gli episodi sono dati per lo più alla rinfusa e talvolta vengono tagliati sul più bello – per rispettare il palinsesto crepuscolare.
Questa particolare e bizzarra serie ha come protagonista la squadra degli Appalachian Investigators of Mysterious Sightings, A.I.M.S. (investigatori di avvistamenti misteriosi sui monti Appalachi). Un team di cacciatori del West Virginia che, come dice il nome, è specializzato nella ricerca di creature misteriose e mostri soprannaturali sulla catena dei monti Appalachi, lungo la dorsale orientale degli Stati Uniti. Per intenderci, la più nota di queste creature è senza dubbio il Sasquatch, meglio noto come Bigfoot, avvistato praticamente in ogni stato degli USA. E il Bigfoot, con tutte le sue differenti e peculiari supposte diramazioni evolutive, con le quali via via la squadra entrerà, per così dire, in contatto, non sarà che l’animale più comune e convenzionale a cui dare la caccia.
La fantastica squadra di Mountain Monsters
Prima di presentare gli altri fantastici animali, è opportuno introdurre i membri di questa fantastica squadra. ‘Trapper’, alias John Tice è il leader e il fondatore nel 2006 di A.I.M.S. assieme a Jeff e Willy. Sua l’idea di portare in TV le avventure di caccia al soprannaturale della squadra. A causa di una trombosi, già dalla seconda stagione sarà costretto a diradare sempre più le sue apparizioni nel programma, fino alla morte avvenuta, ahimè, nel 2019.
A prendere le redini del gruppo sarà, paradossalmente, Jacob ‘Buck’ Lowe. Paradossalmente, dato che è sia l’ultimo entrato in squadra, sia il più giovane (the rookie: la recluta, il novellino). Buck pesa, ad occhio, duecento chili e assieme a Wild Bill è l’unico altro a non portare una grezza, genuina e lunghissima barba.
Segue l’addetto alla sicurezza del team: Joseph ‘Huckleberry’ Lott, forte montanaro tutto d’un pezzo, che dichiara di aver pianto solo due volte nella vita (e una di queste è durante il programma). Jeff Headlee è il più bonario ricercatore storico della squadra: suo il compito di indagare sugli avvistamenti passati delle strane creature e di individuare, di volta in volta, gli eventuali testimoni oculari del presente. Jeff è l’unico, durante le escursioni notturne, a girare con una telecamera ad infrarossi al posto del fucile da caccia.
Willy McQuillian è l’abilissimo costruttore di ingegnosissime trappole ad hoc, lunghe e larghe svariati metri, che riesce ogni volta ad ideare seguendo la descrizione del mostro con cui si ha a che fare. Le costruisce in loco, con materiali di fortuna, e sempre inverosimilmente in pochissimo tempo. Il suo braccio destro è l’esuberante William ‘Wild Bill’ Neff, ex Marine, sdentato esperto cacciatore e buffone ufficiale del gruppo. Di tanto in tanto, oltre ai cameramen, si intravvede il produttore esecutivo Colt Straub, che sbuca fuori in particolari situazioni di rischio o pericolo.
A caccia di mostri, da Bigfoot all’Uomo Falena
L’età media del team A.I.M.S. è sui 50 / 60 anni, difficile a dirsi con precisione: apparentemente sfatti dalla vita all’aperto e vestiti come buzzurri, mancando denti qua e là, l’unico giovane del team, come si diceva, pesa quasi due quintali. Ed è un vero spasso vederlo correre tra gli alberi, di notte. Perché questi sono tutti esperti cacciatori di montagna, esaltati ed armati fino ai denti, tutti appassionatamente coinvolti dalle loro mistiche e impossibili missioni.
Innanzitutto, ecco lo svolgersi di una puntata tipo. Si inizia con il viaggio in macchina, con Trapper, Jeff, HuckleBerry e Buck che conversano amabilmente della nuova fantasmagorica creatura a cui devono dare la caccia: l’Uomo Falena, il Mostro Senza Testa o il Drago di Fuoco che sia (non sono nomi pittoreschi da me inventati per l’occasione, si tratta proprio delle loro pittoresche prede). Si passa quindi ai testimoni oculari, che raccontano dei loro incontri più o meno ravvicinati con questi mostri: a riprova di ciò vi sono spesso foto sfocate di ombre o di sagome indefinite. Segue l’indagine notturna preliminare, per tastare il nuovo terreno, nella quale solitamente abbondano urla infernali e mastodontiche impronte sul suddetto nuovo terreno. Tutte inequivocabili prove dell’esistenza di queste creature finora sconosciute alla biologia.
Il giorno dopo, come da copione, Willy e Wild Bill allestiscono l’articolata trappola per mostri, con una velocità che ha a dir poco del sorprendente. Ma la vera sorpresa arriva la notte seguente. Tutto il gruppo esce finalmente a dare la caccia alla creatura, con l’obiettivo primario di spingerla nella trappola. Da notare che la suddetta trappola non ha mai lo scopo di uccidere l’essere zoocriptico in questione ma solo di catturarlo; sì da non ferire eventuali coscienze animaliste tra gli spettatori, ché non si sa mai. Del resto vi è un fantastico disclaimer, posto nei titoli di coda, che ci ricorda che a nessun animale è stata veramente data la caccia durante le riprese… Non credo occorra aggiungere altro.
Ostacoli naturali e soprannaturali, e le macchinazioni del Team Canaglia
Comunque, naturalmente, disclaimer a parte, per un motivo o per l’altro, ogni notturna spedizione si conclude con un nulla di fatto, nonostante il copioso susseguirsi di avvistamenti e di inseguimenti, di sussulti e di spari… tutti a vuoto. Come anche la trappola finisce a vuoto per scattare, oppure viene inspiegabilmente distrutta dalla diabolica bestia… oppure viene sabotata dal Team Canaglia.
Con l’evolversi delle stagioni, infatti, tutta la questione diviene, come dire, più mistica: il bosco si popola di presenze demoniache (su tutte una strega chiamata la Donna del Bosco) ed entra in gioco questo team avversario. Il famigerato Team Canaglia (Rogue Team) che non solo spia le mosse dei nostri ma cerca anche di sabotarne totalmente i piani. Per porre fine ai sabotaggi, il Team AIMS è costretto ad accettare una difficile missione, forse addirittura impossibile: svelare i segreti della Foresta Oscura. Non si tratterà più, quindi, di cacciare il Gatto della Morte o la Creatura Ibrida, l’Uomo Fulmine, l’Urlatore Selvaggio, il Finto Corvo (anche questi sono nomi presi dal loro zoocriptico elenco)… no. Purtroppo no.
Nelle ultime stagioni i nostri eroi si troveranno ad affrontare complicatissimi enigmi e più semplici fantasmi, porte tra gli alberi che non conducono da nessuna parte e videoproiettori dentro capanne abbandonate che danno istruzioni sotto forma di indovinelli… Alcuni di loro vivranno le maledizioni in prima persona. Ad esempio Jeff, che sarà sul punto di impazzire e che perderà abbondantemente sangue dal naso, finché dal naso i compagni non gli estrarranno un piccolo teschio in metallo… Anche il granitico Huckleberry rischierà la ragione, sottoponendosi ad oscuri rituali e torture psicologiche sconosciute a qualsiasi altro montanaro…
Quanto ci sono e quanto ci fanno gli eroi di Mountain Monsters?
Momenti di grande pathos e indizi sparsi in un puzzle televisivo che vira decisamente verso il fantasy horror, considerando che si era partiti semplicemente dagli avvistamenti di creature sconosciute, insomma di Bigfoot (che oramai per gli yankees tanto sconosciuto non è più). Ma la credibilità è sempre la stessa e così anche il frenetico ritmo avventuroso.
Da qui l’inevitabile domanda: quanto ci sono e quanto ci fanno? Mi riferisco in primis agli spettatori statunitensi dello show, il cui successo (60 episodi!) pone seriamente la questione di quanti credano si tratti di una caccia reale ad esseri reali. Non volendo io assumermi l’onere di questa risposta, proseguo sottolineando quanto invece sembri davvero dannatamente reale e genuina la convinzione di questi meravigliosi avventurieri montanari. Certo, il formato reality in questo caso crea spesso situazioni più che grottesche, in particolare con l’utilizzo del momento confessionale. Un attimo prima stanno scappando da una gigantesca belva feroce, l’attimo dopo uno di loro sta concitatamente spiegando che stanno scappando da una gigantesca belva feroce. E così si crea un surreale effetto di straniamento che pervade tutto Mountain Monsters (guardare per credere).
Mountain Monsters: mostri finti e la verità dello spettacolo
Rimane però il fatto che questi o sono attori sublimi, pescati chissà dove tra le comunità che convivono con orsi, cervi e procioni, oppure – e vi assicuro che il sospetto viene più di una volta – sono realmente convinti di stare dando la caccia non solo ai Bigfoot (non sarebbero né i primi né gli unici) ma anche al Gigante d’Argento, al Metalupo e al Diavolo Cherokee (anche per questi nomi, come sopra)…
Sarebbe divertente immaginare una produzione che si fa in quattro per far credere a questi candidi montanari esaltati che stanno realmente inseguendo mostri incredibili e fantasmi nella notte… Ancora più divertente immaginare spettatori avidi di mistero che seguono reverenzialmente le perigliose ricerche soprannaturali di questo irresistibile e pittoresco team… Un po’ più triste, invece, leggere i pochi commenti italici dedicati a Mountain Monsters. Che si sentono in dovere non solo di denigrare quello che, in fin dei conti, è uno spettacolo originale e più che riuscito, ma anche di dimostrare che non può essere vero.
Ecco, allora io mi sento di dire questo – ogni spettacolo è pura verità.
E soprattutto, non è che uno spettacolo.
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