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Mostri, la critica al superuomo del creatore di Conan | Fumetto
Mostri, podcast | Puntata a cura di Untimoteo
Già noto per Conan il Barbaro e per una manciata di indimenticabili storie degli X Men, l’artista britannico Barry Windsor Smith è l’autore della graphic novel Mostri. Edita nel 2021 dopo una genesi durata ben 37 anni, in Italia Mostri è disponibile in una bella edizione a cura della Oscar Mondadori. Questo libro è a tutti gli effetti un’opera d’autore che, utilizzando uno stile retrò ispirato al periodo d’oro dei comics, opera una profonda critica al mito a stelle e strisce del superuomo.
Un bianco e nero ricco di tratteggi particolareggiati, l’ambientazione nell’America degli anni Quaranta e Sessanta e, infine, una trama che non esita a scendere negli abissi dei traumi familiari, ne fanno a tutti gli effetti il punto massimo della carriera di questo autore. Un libro duro, che colpisce lo stomaco del lettore con spietatezza e che ha bisogno di tempo per essere letto e assimilato.
“Fumetto” è il formato del podcast di Mondoserie dedicato al mondo dei fumetti. Dai grandi classici alle opere più recenti. Italiani, orientali, occidentali.
La povera vita di Bobby Bailey
L’anno è il 1964. Bobby Bailey è un ragazzo che non ha un lavoro, né una casa o una famiglia. Disperato e senza futuro prova ad arruolarsi nell’esercito degli Stati Uniti con poche speranze, visto il fisico malaticcio e la mancanza dell’occhio sinistro. Quello che Bobby non sa, però, è che proprio l’essere un reietto senza legami con il mondo lo rende la cavia perfetta per l’oscuro progetto Prometeo. Lo sventurato viene quindi sottoposto ad esperimenti genetici sulla base degli appunti sottratti all’esercito nazista durante la seconda guerra mondiale.
Purtroppo, invece di diventare un novello super soldato americano, Bobby viene mutato in un abominio dotato di forza e resistenza sovrumane ma emotivamente incontrollabile. Gli inumani trattamenti del progetto, infatti, aprono uno squarcio all’infanzia del protagonista, segnata dalla violenza di suo padre Tom. Costui, psicologicamente sconvolto dalle atrocità di cui era stato testimone, da genitore amorevole e marito devoto divenne un violento alcolista, soggetto a deliri paranoici.
La trama si snoda sui due piani temporali. Negli anni Sessanta, in cui il Bobby mostro va alla ricerca del suo passato e negli anni Quaranta, in cui il Bobby bambino diviene vittima di traumi indelebili. Attorno a lui si incrociano i fili del destino di una famiglia di sensitivi, un agente della pubblica sicurezza e un ufficiale dell’esercito dal passato torbido.
Mostri. Trentasette anni per riappropriarsi di una storia
La scelta di ambientare una parte nel 1964 non è casuale. In quell’anno un famoso supereroe dei fumetti pubblicati durante la seconda guerra mondiale, ovvero Capitan America, viene letteralmente scongelato e riportato in azione dalla Marvel di Stan Lee. Cap è l’emblema dell’American Dream, il giovanotto gracile che grazie all’iniezione del siero del supersoldato diventa il paladino di un paese che sogna di risolvere ogni conflitto con una scazzottata. In Mostri, Windsor Smith rovescia la narrazione: il siero non genera eroi ma abomini in perenne sofferenza.
Il primo trattamento di questo libro risale al 1987, anno in cui l’artista porta alla redazione Marvel una storia che avrebbe potuto rivoluzionare la concezione di Incredible Hulk. Secondo Barry Windsor Smith la rabbia del mostro non è causata dalle mutazioni fisiche delle radiazioni gamma ma è una proiezione della violenza fisica e psicologica che Bruce Banner ha subito da bambino da parte del padre. Senonché un altro scrittore, tale Bill Mantlo, si appropria dell’idea e con il beneplacito dell’editor la pubblica a suo nome.
Barry Windsor Smith per anni ha rivisto ogni vignetta di quest’opera fino a partorire trecentosessanta pagine disegnate a china e pennino con una dovizia di particolari che già di per sé la rendono preziosa. Il tratteggio finissimo e particolareggiato che insiste su ambienti atmosfere e personaggi, nonché l’aspetto tragico e grottesco di Bobby richiamano infine le inarrivabili illustrazioni di Bernie Wrightson per il romanzo Frankenstein di Mary Shelley.
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