Mercoledì Addams è nata di venerdì 13. Morticia, sua madre, l’ha però chiamata Mercoledì ispirandosi a una delle sue poesie preferite. Un poema inglese che recita: “Il bambino nato di mercoledì sarà pieno di dolore” (Wednesday child is full of woe). Woe (dolore, calamità, sventura, disgrazia) dà il titolo a tutti gli episodi di Wednesday, l’attesissima serie di Netflix (2022) ispirata alla bambina più dark che si possa conoscere, Mercoledì Addams, interpretata da una strepitosa Jenna Ortega.
La serie creata da Alfred Gough e Miles Millar (Smallville), di cui i primi 4 episodi sono diretti da Tim Burton, ha scalato le classifiche in pochissimi giorni. Conquistando il pubblico e la critica.
Non era facile: la famiglia Addams non solo esiste da quasi un secolo, ovvero da quando il suo creatore, Charles Addams pubblicò la prima vignetta sul New Yorker nel 1932. Ma è l’icona gotica pop per eccellenza, in tutto il mondo. Come raccontiamo nel nostro articolo speciale dedicato alle curiosità della serie The Addams’ Family degli anni ‘60, quelle due stagioni segnarono i tempi della televisione e dell’immaginario collettivo. Gli Addams sono la rappresentazione felice del nero e dell’oscuro, il macabro gioviale che regola una famiglia internamente molto legata.
La nuova serie riprende molti degli aspetti originali della vecchia serie e del primigenio fumetto. Ma questa volta Mercoledì esce di casa.
https://youtu.be/Q73UhUTs6y0
Mercoledì: un’adolescente tra Poe e i ragazzi “particolari”
Mercoledì non è più la bambina che passa i pomeriggi a tagliare le teste alle bambole. Ormai è adolescente, ma nessuna scuola normale la vuole. Soprattutto dopo che ha buttato un banco di piranha nella piscina dove gli studenti stavano giocando a pallanuoto. Viene così mandata alla Nevermore Academy, la scuola per outcasts (ragazzi “particolari”) che prende il nome dalla parola ricorrente nella celebre poesia The Raven di Edgar Allan Poe.
Ma “Nevermore” (mai più) non è la sola citazione del Poeta Gotico per eccellenza. L’immaginario di Poe è rievocato nei costumi, nelle tradizioni della scuola e nelle battute dei personaggi, rendendo questa serie per adolescenti delicata e profonda.
A Nevermore gli alunni particolari sono sirene, lupi mannari, gorgoni et similia. Ognuno è lì perché il mondo normale non può accettare la loro mostruosità. Mercoledì, oltre alla sua naturale cupezza, ‘soffre’ di visioni e può vedere nel passato e nel futuro. Inizialmente sospettosa della nuova scuola, in breve tempo vi si adatta. Anche perché ci sono dei misteri da risolvere nascosti nei boschi che la circondano. Nevermore è un’enorme tenuta isolata dal mondo, vicina ad una cittadella americana (Jericho) che a stento sopporta i mostruosi adolescenti figli di altrettanto ricchi mostri. Ma l’Istituto fa ampie donazioni alla città che ogni anno manda giù l’amaro boccone di nuovi arrivi a Nevermore.
Eppure, per quanto strano, questo luogo per anormali ha un pizzico di normalità. Non mancano le cotte adolescenziali e i balli studenteschi, ma queste ‘normalità’ non affossano la serie, anzi, sono l’occasione per rispolverare correnti stilistiche quasi dimenticate. La danza di Mercoledì al ballo studentesco è già diventata virale. Coreografato dalla stessa Ortega, il balletto resuscita canoni della vecchia New Wave e Gothic music, rendendoli assolutamente moderni.
L’orrore della modernità, dove i social “ti succhiano l’anima”
Insomma, giovani attori promettenti, costumi innovativi, ironia pungente, scenografia e fotografia ammalianti. Ci sono tutte le premesse perché questa serie diventi un riferimento per i giovani, che potrebbero trovare nell’allegro grottesco una soluzione al loro disagio esistenziale.
Il messaggio di Mercoledì non è solamente “vestiamoci di nero e non sorridiamo mai più”, ma qualcosa di più profondo. Quasi una rivalutazione dei valori e uno stile di vita controcorrente. Gli Addams non si mescolano ad una società veloce e consumista. Aborrono la superficialità.
Mercoledì non usa il cellulare, tantomeno facebook o instagram. “Trovo che i social media siano un vuoto di affermazioni senza senso che succhia l’anima”, dirà a Enid, sua compagna di stanza. Mercoledì suona la viola da gamba e ascolta solo musica classica. È molto colta, parla numerose lingue, vuole diventare scrittrice. Predilige la notte e la solitudine ma non per questo viene bullizzata dagli altri. Anzi, è amata per quello che è, un crisantemo schivo ed affascinante.
Nell’universo di Nevermore i difetti diventano virtù, un nuovo umorismo prende piede e la schiettezza caustica della ragazza con le trecce spazza via tutte le convenzioni ipocrite che reggono il mondo esterno dei ‘normali’
Perché, come diceva Morticia nella serie degli anni ‘60: ‘La normalità è solo un’illusione’. E la vita va considerata anche per le sue ombre. Anzi: più tenebre e lampi ci sono meglio è. Mercoledì non ha paura della morte, né di soffrire. Il giorno del suo compleanno, quando a sorpresa le organizzano una festa, afferma: “Ma sì, va bene. Non sono contraria ai compleanni. Ogni anniversario mi ricorda che sono un anno più vicina al freddo abbraccio della morte”.
Mercoledì, Mano e la resurrezione degli Addams
Raccomandiamo senz’altro gli 8 scorrevoli episodi di Mercoledì dove, oltre al talentaccio della Ortega e degli altri giovani attori, sarete in compagnia di Thing (Mano) interpretata dall’artista e mago rumeno Victor Dorobantu, che i produttori avevano notato in uno show televisivo in Romania tipo Italia’s Got Talent. La sua abilità sta facendo impazzire il web. E, come spesso accade, l’artista non si aspettava di certo un tale riscontro.
La bravura di Dorobantu sta nel trattare Mano come un essere umano completo di tutto, un attore vero e proprio.
“Vedo Mano come un corpo umano. Durante le riprese, cercavo di pensare al polso come fosse il suo volto e la sua linea degli occhi. Cercavo di fargli girare la testa. Cercavo di farlo mettere a terra, di vedere il pollice come una gamba e il mignolo come un’altra gamba, e di dargli costantemente delle espressioni.”
Mano ha sempre spopolato, diventando fin da subito uno degli Addams più amati dal pubblico.
Nella serie degli anni ‘60 era lo stesso Lurch (Ted Cassidy) ad interpretare Mano. Uno dei grandi rammarichi della post produzione fu di non aver fatto nemmeno una foto di questo omone (era alto 2 metri) che così spesso si accovacciava sotto il tavolo, facendo morire tutti dal ridere. Alla fine delle riprese Ted Cassidy si portò a casa per ricordo la scatola di Mano che in seguito la moglie vendette a cifre folli a dei collezionisti.
Oggi grazie a Tim Burton e alla serie Mercoledì gli Addams risorgono da ceneri mai spente. Riportando in vita una delle famiglie migliori di tutti i tempi.
Leggi il nostro speciale sulla serie originale: La famiglia Addams