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La storia del topo cattivo: l’orrore di un mondo che condanna gli innocenti | Fumetto
La storia del topo cattivo, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Qualche anno fa dedicammo una puntata del podcast di Mondoserie ai fumetti con protagonisti animali antropomorfi. La chiave di lettura era quanto mai semplice: in veste animalesca, vizi e virtù umane possono essere rappresentate in allegoria, assumendo un significato universale. La storia del topo cattivo (One Bad Rat), scritta e disegnata da Bryan Talbot nel 1994, compie un passo in più.
Rappresenta una vicenda umana profonda e dolorosa e rende esplicita la metafora. La protagonista, vittima di abusi, lotta con il proprio imposto senso di colpa. Sentendosi come un ratto, animale odiato ed evitato da tutti.
“Fumetto” è il formato del podcast di Mondoserie dedicato al mondo dei fumetti. Dai grandi classici alle opere più recenti. Italiani, orientali, occidentali.
Helen, one bad rat
Helen Potter è una giovane sbandata che vive di elemosina per le strade di Londra, rifiutando ogni contatto umano e immaginando continuamente il proprio suicidio. L’unica compagnia che la ragazza si concede è quella di un sorcio, suscitando il ribrezzo delle poche persone che tentano di avvicinarla. Ma d’altronde è così che si vede Helen: un topo cattivo, la cui colpa è quella di esistere da reietta in un mondo ostile e predatore.
In realtà la nostra protagonista porta con sé la terribile ferita di ripetuti abusi sessuali da parte del padre fin dalla tenera età. A cui si accompagna l’indifferenza di una madre che non l’ha mai voluta. Helen fugge da casa, per cercare rifugio nella grande città, sperando di congiungersi ad altri topi come lei. Ma neppure tra i reietti londinesi trova un luogo sicuro. Anzi, la City si dimostra un rapace cinico e feroce che non aspetta altro che una tenera topina di campagna per farne un boccone.
Rimane solo un’ultima chance. Andare a nord, nel Lake District tanto caro alla sua scrittrice preferita, Beatrix Potter. Autrice di quei libri per l’infanzia che per lei rappresentano la famiglia che non ha mai avuto. In quella terra finalmente la protagonista affronta i suoi fantasmi, e – in un finale catartico – diventa essa stessa protagonista di una storia della Potter e rinasce a nuova vita.
Talbot e la British Invasion
La storia del topo cattivo è scritta e disegnata da Bryan Talbot, autore britannico appartenente a quella che tra gli anni ‘80 e ‘90 venne chiamata la “British Invasion”. Ovvero il successo commerciale e di critica che una lunga serie di scrittori e disegnatori provenienti dalle terre d’albione hanno riscosso prima in patria, poi negli States e infine in tutto il mondo. Successi ancora attuali, come Watchmen di Alan Moore, The Sandman e American Gods di Neil Gaiman, Preacher di Garth Ennis e ancora, dello stesso autore, The Boys, opere che hanno sconfinato dal mondo dei comics per approdare a quello delle serie televisive.
Ma anche veri e propri cult come Judge Dredd di John Wagner, Transmetropolitan di Warren Ellis o tutta la produzione di scrittori come Grant Morrison o Mark Millar. Questa “British Wave” ha saputo portare nello stagnante mondo dei comic book anglofoni una ventata di freschezza e sfrontatezza. Mescolando i generi, ridefinendo le regole della narrazione e osando quello che nel mainstream ancora non era concesso.
Bryan Talbot è scrittore e disegnatore classe 1952. Grazie alla sua opera steampunk in più libri Le avventure di Luther Arkwright viene indicato come il primo autore di graphic novel britannico. Fortemente legato alla sua terra d’origine. Oltre alla storia di questa puntata ricordiamo la raccolta di racconti brevi ispirati a Lewis Carrol, Alice in Sunderland, e il thriller vittoriano con protagonisti animali antropomorfi Grandville, esplicito omaggio anche all’omonimo illustratore caricaturista francese.
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