Untold: Jake Paul the Problem Child (Netflix, 2023) è un documentario di genere sportivo, dalla durata di 70 minuti circa. Appartiene ovviamente alla docuserie Untold, che vanta già 4 stagioni (2021-24) con 16 episodi (leggi il nostro pezzo su Untold: La fidanzata inesistente). Untold indaga i retroscena più improbabili e assurdi nascosti dietro le quinte del vasto e variegato mondo dello sport. Ogni episodio è una storia a sé stante.
Questo racconta la folle parabola di Jake Paul, giovane influencer di successo che all’improvviso decide di diventare un pugile professionista. Non solo, ma addirittura il più forte tra tutti quelli in circolazione. Così forte da riuscire a battere colui che un tempo era stato battezzato “l’uomo più cattivo del mondo”. E che oggi è un anziano con evidenti problemi di salute e di equilibrio. Un anziano chiamato Mike Tyson. Per chi non avesse mai sentito niente di tutto ciò: giuro, è tutto dannatamente vero. Anche il fatto che questo surreale incontro di boxe sia stato il più seguito nella storia di quella che era solita essere chiamata la nobile arte. Ma questa è letteralmente un’altra storia, anche se avviene sempre nei domini di Netflix. Untold: Jake Paul finisce infatti prima della sfida con Tyson.
E dunque, meglio cominciare dall’inizio.
Jake e Logan Paul: due giovanissimi youtuber milionari in bancarotta
Jake Joseph Paul nasce a Cleveland, Ohio, nel 1997. Il padre sviluppa, per lui e per il fratello maggiore Logan, una severa filosofia educativa. Fatta di prove fisiche estenuanti e di competitività portata allo stremo. Di autodisciplina e di tante tante botte. I fratelli si sfogano creando insieme piccoli video demenziali. Pubblicandoli su un loro canale YouTube. Sono tra i primi a farlo. Dai compagni di liceo ai teenager di tutta l’America, in brevissimo tempo Logan e Jake diventano popolarissimi. E cominciano a guadagnare milioni di dollari prima ancora di avere compiuto 18 anni. Si trasferiscono a Los Angeles. Addirittura Disney Channel sceglie Jake come attore per la serie teen Bizaardvark.
I fratelli Paul – soprattutto Logan – sviluppano fin da subito un particolare fiuto per gli affari, investendo in proficue attività collaterali. Si tratta però pur sempre di ragazzini. In L.A., pieni di soldi, sentendosi invincibili. Con l’unico compito di creare video sempre più folli e demenziali. Senza dimenticare gli ormoni in ebollizione – e lo spirito competitivo inculcato loro dal padre…
Il tracollo avviene in un baleno: i due litigano, si separano, si battagliano sulla rete. Dovendo l’uno trovare il modo di superare sempre e comunque l’altro, gli atti demenziali superano il limite. Quando Jake ha la brillante idea di gettare tutto il suo costoso mobilio in piscina e di dare fuoco al tutto, i vicini di casa chiamano la polizia. Jake viene licenziato da Disney Channel. Le sue bravate video diventano un vero e proprio bersaglio per haters, perbenisti, moralisti ecc. Viene anche accusato di molestie sessuali. Senza più entrate e in odore di bancarotta, additato da tutti come uno stupido ragazzino viziato, un molestatore ecc., Jake tocca il fondo. Ma, giusto prima di toccare il fondo, il ragazzo decide innanzitutto di riconciliarsi con il fratello (che non naviga in acque migliori).
Il guantone della sfida
Viviamo in tempi che bruciano tutto rapidissimamente. Il sogno dei Paul era iniziato nel 2013. La crisi, iniziata nel 2017, porta ad un folgorante annuncio l’anno dopo: Logan e Jake accettano la sfida lanciata loro da due fratelli influencer inglesi, KSI e Deji. Si sfideranno in un regolare incontro di boxe dilettantistica, da disputarsi in Inghilterra. Jake vincerà dopo 5 round, Logan invece perderà ai punti.
Questo primo incontro decide il futuro di Jake Paul: ora vuole diventare un pugile a tutti gli effetti. Logan sceglie di accompagnare il fratello in questa nuova impresa. Perché non va dimenticato lo spirito imprenditoriale dei due giovani. Come sfruttare il picco di odio e di impopolarità che ammanta attualmente il mio personaggio? – si chiede Jake. Nella sfida di boxe trova la risposta: diventando volontariamente il più odiato, il più impopolare, e il più cattivo. Così come viene visto lo sfidante nella boxe americana, che in questo non è molto dissimile dalla psicologia classica del wrestling (vedi il nostro pezzo sul wrestling).
Entrando sul ring londinese che ospitava la sfida con il collega youtuber Deji, Jake viene sonoramente fischiato da tutto il pubblico. Deji è l’eroe che rappresenta la nazione. Jake Paul è lo sbruffone americano da battere. Il paradossale risultato opposto crea una narrazione davvero intrigante: quella dell’arrogante pagliaccio – the Problem Child – che però non perde mai un incontro. Se ci riuscisse davvero a diventare imbattibile, lui che ha cominciato ad allenarsi solo da qualche mese, creerebbe un mito in grado di fargli nuovamente guadagnare milioni e milioni di dollari… Dunque è deciso: nasce Jake Paul, the Problem Child, pugile arrogante – e imbattibile.
L’antieroe di una morente nobile arte
Il mondo della boxe, dopo la parabola discendente dello straordinario fenomeno Mike Tyson, non si è più ripreso. Anzi, è entrato anch’esso in una spirale discendente senza apparente via d’uscita. I biglietti per gli incontri dal vivo praticamente non si vendono più. E la pay-per-view ha drasticamente ridotto i suoi numeri negli ultimi 10 anni. Alcune emittenti televisive (ad es. HBO Sports) stanno addirittura meditando di cancellare il segmento boxe, poiché ritenuto obsoleto.
Questa è l’atmosfera che si respira nell’ambiente quando compare all’orizzonte il Bambino Problematico. Che, avendo da subito perfettamente compreso che la boxe è essenzialmente show business, diventa il promotore di sé stesso, tagliando fuori tutti i Don King del settore. In più stringe un accordo con Nakisa Bidarian, in quegli anni direttore finanziario dell’UFC, brillante promoter di grandi eventi sportivi. Il team Paul è pronto a debuttare nel pugilato professionistico.
Se fare il villain è ciò che l’aveva messo nei guai come youtuber, farlo in questo mondo è essenziale. Perché, in quanto pugile, più cattivo sei, più la gente vorrà vederti. Manipolando i media alla perfezione, Jake Paul lancia le sue sfide da vero spaccone. Sceglie con cura i suoi avversari, alzando ad ogni incontro il livello di difficoltà. E nessuno di loro naturalmente si tira indietro. Anzi, in quanto youtuber ‘prestato’ alla boxe, tutti lo deridono. Ma non hanno fatto i conti con la volontà di ferro e l’assoluta dedizione nella preparazione fisica e mentale di Jake Paul.
Non un villain ma un antieroe
Gennaio 2020, Miami, contro Gib – vinto per KO tecnico a 2m:18s del primo round. Novembre 2020, California, contro Nate Robinson – vinto per KO tecnico a 1m:24s del secondo round. Aprile 2021, Atlanta, contro Ben Askren (MMA) – vinto per KO tecnico a 1m:59s del primo round. Agosto 2021, contro Tyron Woodley (campione MMA) – vinto ai punti con verdetto non unanime, e ancora nel dicembre 2021, sempre contro Woodley – vinto per KO tecnico a 2m:12s della sesta ripresa. Ottobre 2022, contro Anderson Silva – vinto ai punti con verdetto unanime.
Questi incontri fanno numeri via via sempre più pazzeschi, facendo incassare al team Paul – scaltramente capeggiato da Logan – milioni di dollari. Non solo Jake Paul, da youtuber odiato diventa un famoso pugile, per così dire, fatto da sé. Lo stesso mondo della boxe sembra cominciare a conoscere una nuova primavera, perché la maggior parte dei fan del Bambino Problematico sono giovani, se non giovanissimi, e non si erano mai avvicinati prima a questa disciplina. Questo – incredibile ma vero – fa comunque storcere il naso, nonostante gli evidenti successi, ai cosiddetti ‘puristi’ di quel mondo. Come il presidente della UFC, Dana White. Che continua a vedere Jake Paul come un segno di decadenza dei tempi. Per lui non è che un bravo promoter.
Altri, invece, come il vecchio Mike Tyson (“Jake non è un villain ma un antieroe“), lo elogiano apertamente. Riconoscendogli il merito di essere riuscito nell’impresa di riaccendere interesse e passione intorno ad un mondo, quello della boxe, dato ormai prossimo alla fine.
Jake Paul vs Mike Tyson
L’ultimo grande incontro con cui si vuole chiudere in bellezza la carrellata di successi di Untold: Jake Paul si disputa in Arabia Saudita nel febbraio 2023. L’avversario è Tommy Fury, ultimo erede di una nota dinastia di boxeur: sicuramente il più forte e pericoloso di quelli incontrati fino ad ora. E sarà proprio questo incontro a consacrare Jake come pugile vero. Perché in questo incontro Jake, per la prima volta, viene sconfitto. Ai punti, con verdetto non unanime.
Il ragazzo piange negli spogliatoi. Chiede continuamente scusa a tutti. Al suo staff, al fratello e persino ai genitori. Alle telecamere di Netflix, che stanno girando Untold: Jake Paul, the Problem Child. Ma nell’ultimissima scena si riprende da solo con il cellulare, in macchina. Jake è tornato ad essere sbruffone e positivo. Ad ostentare quell’incredibile fede in sé stesso che gli ha permesso di arrivare fino a lì. Dice qualcosa come – il meglio è da venire. E il meglio si chiama guarda caso Mike Tyson.
Se la boxe è essenzialmente show business, questo incontro rappresenta il non plus ultra del suo tempo. Viene lanciato come “l’evento sportivo del secolo”, preceduto da tre conferenze stampa pre-match, tra N.Y. e il Texas. Durante l’ultima, all’atto di pesarsi, Tyson schiaffeggia Paul dopo che questi gli aveva “accidentalmente” pestato un piede. Esattamente come si fa nel wrestling. Showbusiness. E la febbre per “il match del secolo” – che Netflix manderà in onda in diretta mondiale – continua a salire. Preceduto da una miniserie in tre episodi che documenta la loro preparazione, con commento di Ice-T, l’incontro tra lo youtuber diventato pugile professionista e l’ex campione dei pesi massimi si svolge nel novembre 2024 presso lo AT&T Stadium di Arlington, Texas.
Sport e Spettacolo: Sign of the Times
Lo storico evento dura 8 riprese da 2 minuti ciascuna. Già verso la fine del secondo round, il 60enne Tyson inizia a mostrare segni di stanchezza. Da lì, resta sulla difensiva fino alla fine. Si vede bene che non riesce a muovere più le gambe. Qualcuno (KSI) descrive il match come “molestie su un anziano”. Paul (27 anni) sconfigge Tyson (58 anni) ai punti per decisione unanime dei giudici. Anche se, in un certo senso, vincono entrambi: il Bambino Problematico si porta a casa 40 milioni di dollari, mentre l’ex campione 20 milioni circa. Anche per Netflix, nonostante gli evidenti problemi tecnici riscontrati durante la diretta, con un pubblico stimato di 65 milioni di telespettatori, è andata alla grande.
Questo eccezionale evento in diretta, tra sport e spettacolo, è assolutamente rivelatore della filosofia show business che anima il nostro presente. Chiaro che lo sport sappia anche essere spettacolare. Ma qui le due categorie stanno esattamente alla pari. Come nel wrestling, dove la consapevolezza della messinscena non è in contraddizione né preclude in alcun modo il godimento degli incontri.
L’evidente disparità tra i due pugili non ha intaccato l’entusiasmo acceso per lo scontro del secolo. Anche se uno dei due era un quasi sessantenne che fatica a muoversi sulle gambe, e l’altro fino a pochi anni prima non era che un giovane spensierato youtuber. Sign of the times. Jake Paul è riuscito non solo a tornare sulla vetta – una vetta molto più alta di quella precedente -, ma anche a risollevare da solo le sorti di uno sport, anzi di una nobile arte, data per spacciata.
Untold: Jake Paul, the Problem Child, attraverso interviste con i fratelli Paul, i loro genitori, i collaboratori e altri pugili, e attraverso filmati di repertorio e giovanili video demenziali (in fondo sono un po’ la stessa cosa in questo caso), ripercorre questa controversa parabola. Che culmina in una radicale trasformazione, anche fisica, di Jake. Un giovane uomo che, tra milioni e milioni di dollari, rivendica il suo legittimo ruolo nel mondo. Ed è l’ennesima storia americana che conferma l’attuale tendenza ontologica a sconfinare della realtà nella finzione, e viceversa. Senza soluzione di continuità. Almeno fino a quando uno dei due piani di realtà non collasserà per KO tecnico.
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