Ascolta la puntata e iscriviti al podcast!
Il vostro amichevole Spiderman di quartiere: un altro giro, un’altra divertente corsa | Animazione
Il vostro amichevole Spiderman di quartiere, podcast | Puntata a cura di Untimoteo
La serie animata in C.G.I. Il vostro amichevole Spiderman di quartiere ha debuttato sulla piattaforma Disney+ a inizio del 2025 con una prima stagione di 10 episodi della durata media di mezz’ora. Nonostante questo sia il quinto reboot delle origini dell’uomo ragno nell’ultimo quarto di secolo (sesto, se consideriamo anche lo Spiderman Noir con Nicholas Cage), lo show merita di essere visto sia dal fan di vecchia data che dal curioso dell’ultima ora.
Il nostalgico lettore di fumetti ritroverà gli elementi dello Spiderman anni ‘60 e ‘70, che lo riporteranno alla fresca ingenuità delle storie di un tempo. Lo spettatore dell’ultima ora avrà sottomano qualche personaggio che già conosce, una storia lineare che non gli imporrà di ricapitolare tasselli insulsi e infine la soddisfazione, alla fine della prima stagione, di vedere chiuso un ciclo di avventure. Il vostro amichevole Spiderman di quartiere sembra avere compreso gran parte degli errori commessi dal MCU nella famigerata Fase 4, per concentrarsi sugli elementi che rendono un prodotto buono: una storia ben scritta e dei personaggi cui affezionarsi.
“Animazione” è il format del podcast di Mondoserie dedicato alle diverse scuole ed espressioni del genere, dall’Oriente alla scena europea e americana.
Il vostro amichevole Spiderman di quartiere: la storia è sempre quella ma funziona
Il vostro amichevole Spiderman di quartiere è un What If…? – fatto però bene. L’idea originale era utilizzare la serie animata per narrare le origini dello Spiderman interpretato da Tom Holland, colmando il gap con i film che lo vedono già supereroe formato. Tutti i legacci che ne sarebbero derivati hanno fatto propendere per una versione leggermente divergente. Un raro caso in cui il Multiverso, invece di creare noia e mal di testa, diventa uno strumento per prendersi qualche sana e sacrosanta libertà creativa.
La base della storia è sempre quella: Peter Parker vive con la zia May, viene morso dal ragno radioattivo e in seguito alla morte dello zio Ben decide di dedicare i suoi acquisiti superpoteri alla lotta contro il male. Le origini sono affrontate con un taglio per cui si passa dall’acquisizione dei poteri alle prime avventure abbastanza in fretta. Le puntate sviluppano sia una trama che si risolve all’interno dell’episodio che una serie di elementi che proseguono in orizzontale.
Le pedine della scacchiera sono per lo più quelle conosciute da tutti, con delle piccole variabili. Rispetto alle recenti incarnazioni qui si pone l’accento sul lato nerd di Peter Parker: studente brillante, compagno secchione, impacciato con l’altro sesso. Inoltre c’è spazio per la rappresentazione di un’America più multiculturale e integrata. Norman Osborn e suo figlio Harry sono afroamericani e multimilionari, la ragazza di cui Peter è invaghito è ispanica, il suo rivale d’amore è un ragazzo del ghetto brillante promessa dello sport, la migliore amica di Spiderman è una ragazza di origini asiatiche che vive in una casa famiglia. Rimane però il dubbio che la rappresentazione qui operata sia più ideale che reale…
Spiderman, il figlio conteso…
L’idea dell’Uomo Ragno, il cui nome avrebbe dovuto essere inizialmente ‘Silver Spider’ venne a Stan Lee – e su di questo non vi sono dubbi. Quello che non tutti sanno però è che dal punto di vista grafico il costume, le pose sempre oltre l’acrobatico, la corporatura magra e nervosa – nonché l’aspetto tutt’altro che sexy ed eroico del ragazzo dietro la maschera -, è frutto di Steve Ditko. Uno dei più controversi autori Marvel, autore di un altro amato personaggio, ovvero il Dottor Strange. Come avveniva la genesi di una storia di Spiderman?
Secondo il Metodo Marvel, consisteva in una brevissima sinossi che Lee passava ai disegnatori, i quali dovevano sobbarcarsi anche tutta la parte di sceneggiatura. Lasciando dei balloon vuoti che poi successivamente venivano riempiti dai dialoghi di Stan. Quindi tutte le storie Marvel entrate nel mito venivano scritte soltanto dopo essere state disegnate. Una metodologia che ora sarebbe considerata delirante ma che al tempo funzionò per Spiderman e molti altri. Eppure non vi potevano essere due autori più agli antipodi.
Stan Lee è stato tutto sommato un abilissimo mercante, uno sfrontato genio dell’autopromozione, dotato di un grande fiuto per i gusti del pubblico. Ditko era un autore schivo, e divenne presto un eremita che non rilasciava interviste. Non solo, totalmente rapito dalla dottrina oggettivista di Ayn Rand, dedicò la sua carriera post Marvel a eroi dalla morale monolitica, in linea con le teorie della filosofa russo-americana. L’inquietudine di Ditko si riversava sulle tavole, disegnando un acrobata tragicomico umano e normale senza la maschera. E per quanto Lee fosse diametralmente opposto al disegnatore, quei balloon di battute e spensieratezza fecero quella fortuna che ancora accompagna l’Uomo Ragno.
Se ti è piaciuta la puntata su Il vostro amichevole Spiderman di quartiere, iscriviti al podcast sulla tua piattaforma preferita:
Potrebbe interessarti anche: What if…?
Ascolta il podcast: Batman Caped Crusader
Batman: Caped Crusader, un eroe per tutte le stagioni | PODCAST