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Il giurato (Jury Duty): se la giustizia è spettacolo | 2 voci, 1 serie
Il giurato – Jury Duty, podcast | Puntata a cura di Jacopo Bulgarini d’Elci e Livio Pacella.
In Italia le conosciamo meglio come candid camera, ma Il giurato – Jury Duty è un riuscitissimo e irresistibile esempio di “reality television” americana. La serie, in 8 episodi piuttosto brevi (in Italia su Prime Video), è stata creata da Lee Eisenberg e Gene Stupnitsky, già tra gli autori della versione americana di The Office. Cosa che si vede.
E mette in scena un falso processo con giuria. In cui l’unico a non recitare una parte è il protagonista inconsapevole, Ronald Gladden, onesto e solido giovane americano… Tre nomination ai 75esimi Primetime Emmy Awards, tra cui miglior serie comica, per uno show divertentissimo – e che però apre uno squarcio quasi disturbante nell’idea di cosa sia la realtà. Anche in un’aula di giustizia.
“2 voci, 1 serie”: dialoghi sulle cose che ci piacciono, o ci interessano, nel podcast di Mondoserie.
Le premesse – e i brillanti meccanismi – de Il giurato (Jury Duty)
Sorteggiato per prendere parte a un processo come giurato, il nostro Gladden ha anche accettato di partecipare alle riprese di quello che penso essere un documentario su una parte del processo. Peccato che tutti gli altri, dal giudice ai giurato, dall’imputato agli avvocati, siano attori. Che recitano un copione, ovviamente complesso e denso di possibili bivi narrativi e drammaturgici: visto e considerato che l’evoluzione degli eventi dipende dalle azioni e reazioni del nostro ignaro protagonista. E che le video interviste ai giurati nelle pause del processo siano solo una frazione delle riprese a ciclo continuo che decine di telecamere nascoste assicurano.
Subito un colpo di scena: tra i possibili giurati c’è niente meno che James Marsden, ben noto attore tra i protagonisti del reboot di X-Men, ma anche – in ambito seriale – di Westworld. Strano? Non nel sistema giudiziario americano, dove tutti, famosi o meno, possono essere chiamati a fare il proprio dovere civico. Anche se Marsden (candidato agli Emmy per questa parte), in una fantastica autoparodia della star narcisista e capricciosa, cerca in tutti i modi di sottrarvisi.
Così in Jury Duty, puntata dopo puntata, il giurato Gladden entra sempre più a fondo nella tana del Bianconiglio. Quella del sistema giudiziario, qui parodiato in modo, per paradosso, assai realistico. E quella dello spettacolo. E poi dell’intreccio perverso di due mondi che vorremmo ben separati: appunto, giustizia e spettacolo.
MUSICA NELLA PUNTATA. Inner Light di Kevin MacLeod è un brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Fonte: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html?isrc=USUAN1300021
Artista: http://incompetech.com/
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