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Il giovane Berlusconi: l’irresistibile ascesa del Cavaliere | Documentari
Il giovane Berlusconi, podcast | Puntata a cura di Jacopo Bulgarini d’Elci e Livio Pacella.
Docu-miniserie italo-tedesca (B&B Film, 2024) scritta da Matteo Billi e Piergiorgio Curzi, Il giovane Berlusconi è diretta da Simone Manetti. In Italia è distribuita da Netflix. I tre episodi di questo documentario, attraverso testimonianze di colleghi e amici, ripercorrono la vita imprenditoriale di Silvio Berlusconi. Dalla nascita del gruppo Fininvest, nel 1976, fino alla famosissima “discesa in campo” del 1994.
Curiosità: il progetto è stato sviluppato, e di fatto interamente girato, prima della morte del suo protagonista. Ma distribuito un anno dopo.
“Documentari” è il format del podcast di Mondoserie dedicato all’approfondimento delle produzioni non di fiction.
Il pizzone dei Puffi che amo…
Gli stessi titoli dei tre episodi de Il giovane Berlusconi chiariscono assai bene le diverse tappe dell’irresistibile ascesa imprenditoriale del Cavaliere. Il primo, “Il pizzone” racconta piuttosto sbrigativamente gli esordi in campo immobiliare, concentrandosi più sull’avventura, tra difficoltà e straordinari successi, della televisione commerciale. Segue “La rivolta dei Puffi”: dalla consacrazione, anche politica, dell’impero televisivo a livello nazionale ai tentativi (fallimentari) di esportarne il modello commerciale e culturale in Francia e Spagna. Chiude “L’Italia è il paese che amo”: gli anni della discesa in campo berlusconiana, che cambiò le sorti del Paese. La docuserie si conclude alla notte delle elezioni del 1994.
Oltre alle tante immagini di repertorio, tra gli intervistati vi sono i fedelissimi della ristretta cerchia del Cavaliere: Marcello Dell’Utri, Fedele Confalonieri e Adriano Galliani. Vi è Iva Zanicchi, in rappresentanza delle stelle dei palinsesti televisivi. Tra i giornalisti e autori, Pino Corrias, Carlo Freccero e Giovanni Minoli (il primo ad intervistare il candidato Berlusconi). L’ex ministro della cultura francese Jack Lang espone il suo punto di vista sull’esportazione del modello televisivo. Mentre Achille Occhetto, segretario nel ‘94 del PDS, ricorda il primo grande dibattito televisivo contro Silvio Berlusconi per Forza Italia.
“Siamo stati elettori, consumatori, tifosi”…
“La televisione è tutto ciò che sta intorno alla pubblicità” – con questa frase rivelatrice Berlusconi risponde a Dell’Utri, che gli aveva chiesto cosa fosse la televisione. Il giovane Berlusconi compie un’operazione quasi agiografica nei confronti del Cavaliere. La sua creazione della TV commerciale, con tutto ciò che ne è conseguito, viene sempre narrata in termini entusiastici. In effetti la sola voce autenticamente critica è quella di Pino Corrias, che alla morte di Silvio scrisse un ampio pezzo su Vanity Fair intitolato “L’eredità di Silvio Berlusconi, un danno permanente all’Italia”.
Parlando de Il Giovane Berlusconi, il noto critico televisivo Aldo Grasso ha scritto: “Berlusconi sapeva fare la tv e non avrebbe mai mandato in onda un documentario simile, anche se parlava di lui. (…) Sembra un’esercitazione di fine anno di un corso del Dams, un ritrattino agiografico e scolastico che spiega ben poco dello sconvolgente impatto che Berlusconi ha avuto sulla vita degli italiani”.
Ma ci piace citare anche Wired, che ha invece difeso Il giovane Berlusconi come un documentario capace di ricordarci con sufficiente distacco non solo l’eccezionalità della personalità di Silvio e il suo impatto sulla storia e il costume italiani, ma anche su di noi. Un concetto sintetizzato in una frase efficace: “Siamo stati elettori, consumatori, tifosi, tutto questo assieme”.
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