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I Simpson: 35 stagioni dopo, “Qualcosa è cambiato” | 1 classico in 2
I Simpson, podcast | Puntata a cura di Jacopo Bulgarini d’Elci e Livio Pacella
Matt Groening, co-creatore de I Simpson, ha detto una volta che lo show “non morirà mai”. E per molto tempo il più pungente ritratto della società americana è stato fatto da questa famiglia di mostriciattoli gialli a quattro dita: Homer, Marge, Bart, Lisa e Maggie. Assieme all’universo di colorati personaggi che li circonda, hanno messo alla berlina la società americana, i suoi difetti, il suo stile di vita. Eppure, nel tempo, la forza di una serie che all’epoca fu rivoluzionaria si è appannata.
I Simpson, come discutiamo nel podcast, sono forse rimasti gli stessi; ma è il mondo ad essere cambiato. O meglio: giunti alla 35esima stagione (in Italia, su Disney+, siamo leggermente più indietro), “Qualcosa è cambiato”. Titolo non a caso di uno dei grandi successi dell’altro co-creatore dei Simpson: James L. Brooks, il regista anche di “Voglia di tenerezza”.
Questa puntata era stata inizialmente diffusa nella prima stagione del nostro show.
“1 classico in 2” è uno dei format del podcast di Mondoserie: conversazioni a due voci su serie che hanno segnato l’immaginario.
I Simpson: un successo straordinario e longevo
I Simpson hanno più di 30 anni, da quel dicembre 1989 che vide la messa in onda (su Fox) della prima coraggiosa puntata. 34 anni in servizio attivo, visto che lo show ha superato l’incredibile traguardo dei 750 episodi: la più longeva serie americana, e non solo tra i cartoni animati. Tra le più premiate, con i suoi 34 Emmy. E tra le più popolari, ancora oggi.
L’immaginaria città di Springfield divenne subito un microcosmo perfetto in cui studiare, deridere, amare la protervia e la superficialità dell’americano medio, e il luogo in cui ambientare la narrazione di temi di assoluta centralità nella critica al mondo moderno. L’incuria per l’ambiente, l’avidità demenziale del capitalismo, i fallimenti della scuola pubblica, la difficoltà a riconoscere e includere le differenze, la perversità del circo mediatico televisivo. Ma, più di ogni altra cosa, la disfunzionalità della famiglia. E il crescente instupidimento del pubblico, cioè di noi tutti: il vero dramma impietosamente – seppur sotterraneamente e comicamente – additato dalla sitcom.
Critica della società americana, dunque, ma anche, nelle intenzioni del geniale creatore Matt Groening e del fortunatissimo coautore James L. Brooks, la volontà di proporre al pubblico un’alternativa al “trash mainstream” che la gente guardava regolarmente in tv. Se Groening era una sorta di punk della tv, Brooks era quasi l’opposto: un produttore televisivo e cinematografico di enorme successo. Tra i suoi film più noti: Voglia di tenerezza, per il quale ha ricevuto 3 Oscar nel 1984, e Qualcosa è cambiato, 2 Oscar e altre 5 nomination nel 1998. Per i suoi vari programmi televisivi è stato premiato con diciannove Primetime Emmy e ha anche vinto due Golden Globe.
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