Jimmy Savile: A British Horror Story (in it. I crimini di Jimmy Savile) è un documentario in due parti del 2022 diretto da Rowan Deacon e distribuito da Netflix. Jimmy Savile (classe 1926) è stato, almeno fino alla sua morte avvenuta nel 2011, una vera e propria istituzione in Gran Bretagna.
Dj e presentatore televisivo di enorme popolarità, presente sulla scena fin dagli anni ’60, le rivelazioni postume riguardo la sua natura di pedofilo e predatore sessuale hanno letteralmente scioccato l’intero paese. I crimini di Jimmy Savile non si sofferma però sugli aspetti più pruriginosi di questa assurda vicenda alla Dottor Jekyll e Mister Hyde. Si concentra piuttosto sugli altari e sulla polvere – di manzoniana memoria – toccati da quest’uomo, in vita e dopo.
La prima parte del documentario, attraverso video e interviste di repertorio, ci racconta la sfavillante e folgorante carriera di Jimmy. Uomo di spettacolo anticonformista, filantropico idolo delle folle, da sempre impegnato in attività di beneficenza. Il phisique-du-role, il bizzarro modo di presentarsi, le vistose pettinature, tutto di lui concorreva a farne un singolare personaggio. L’esordio in radio, come dj, risale addirittura al 1958. Qualche anno più tardi arriva la conduzione televisiva della versione britannica di Top of the Pops, per la BBC.
Poi, per circa vent’anni (tra il ’75 e il ’94), per lo stesso network Jimmy conduce un programma tutto suo: Jim’ll fix it (ovvero Jim lo aggiusterà, ci pensa Jim ecc)… Programma, ironia della sorte, in cui il nostro si prodigava per realizzare i desideri più strampalati degli spettatori, spesso bambini.
Un superuomo circondato da voci
Savile conosce i Beatles e Mick Jagger, frequenta Carlo e Diana (pare anzi che Carlo apprezzasse molto i suoi suggerimenti), è amico del primo ministro Margaret Thatcher.
In sostanza, è un uomo molto influente, pieno di amicizie potenti e altolocate. Insignito del titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico nel 1971, mentre nel ’90 è addirittura Papa Giovanni Paolo II che lo fa Cavaliere dell’Ordine di San Gregorio Magno per le opere di bene compiute.
Si stima infatti che negli anni Jimmy sia riuscito a raccogliere 40 milioni di sterline da devolvere in beneficenza, soprattutto in strutture ospedaliere. Come ad esempio lo Stoke Mandeville Hospital, dove lavorava da volontario un paio di sere la settimana come portantino. E dove aveva addirittura una sua stanza privata… O come nell’ospedale psichiatrico Broadmoor Hospital: anche qui lavorava come volontario ed aveva una sua stanza a disposizione. E quando venne nominato responsabile ad interim per la supervisione della direzione del Broadmoor, si vociferò fosse nella posizione di far dimettere pazienti socialmente pericolosi…
Ma il News of the World, che aveva pubblicato la notizia, fu costretto a fare marcia indietro dopo aver perso la causa per diffamazione da lui stesso intentata. Nient’altro che voci, a quanto pare… Come quelle che lo vedevano abusare sessualmente di alcuni pazienti di questi ospedali. O come quelle che dicevano preferisse le bambine alle donne…
Pedofilia, necrofilia e 400 vittime: i crimini di Jimmy Savile
Voci che, tra pedofilia e violenza sessuale, incrinarono la sua popolarità negli ultimi anni della sua vita. Senza però sortire effetti concreti. Vero che qualche altra sporadica voce nei suoi riguardi girava già dagli anni ’60, ma tutto era sempre stato facilmente messo a tacere. Persino John Lydon (Sex Pistols) nel 1978, in un’intervista per BBC Radio1 disse: “Mi piacerebbe uccidere Jimmy Savile; penso che sia un ipocrita. Scommetto che è invischiato in tutti i tipi di oscenità che sappiamo tutti, ma non ci è permesso di parlarne…”. Questo commento, all’epoca, venne naturalmente censurato.
In più di una successiva occasione, Savile rispose in modo brillante e con apparente candore alle domande dirette sulla sua presunta pedofilia, negando sempre tutto. Nemmeno l’interrogatorio della polizia nel 2007, nel corso di un’indagine conclusasi con un nulla di fatto, riuscì tutto sommato a scalfire la fama del nostro. Che alla morte fece mettere la sua salma in una bara laccata in oro, esposta assieme all’ultimo sigaro da lui fumato.
La seconda parte de I crimini di Jimmy Savile ci racconta come, dopo la sua morte, le voci siano dilagate – soprattutto attraverso la rete. Costringendo Scotland Yard ad aprire un’inchiesta sul defunto Jimmy Savile, pericoloso predatore sessuale, e sui suoi crimini, commessi nell’arco di sei decenni.
Il numero delle presunte vittime salì vertiginosamente fino a 400. Savile fu accusato di aver violentato pazienti negli ospedali in cui faceva volontariato, oltre che di atti di necrofilia negli obitori delle suddette strutture. Addirittura ventotto gli ospedali in esame nell’inchiesta su Jimmy – ospedali nei quali era stato volontario o di cui era stato benefattore… Secondo le fonti investigative, un caso “senza precedenti”. Così come senza precedenti era stato il successo di questo diabolico essere dalla doppia vita.
La rovinosa caduta di uno scaltro imbonitore di massa
I crimini di Jimmy Savile, senza troppo indulgere sugli aspetti più raccapriccianti della sua vita sessuale, mette invece in luce la perentoria e rovinosa caduta della sua stella. Con il diffondersi dello scandalo, tutte le istituzioni benefiche connesse a Savile sono costrette a chiudere o quantomeno a cambiare nome.
Rimosso subito il suo nome anche da qualsiasi edificio o manifestazione da lui patrocinata. Tutte le personalità di spicco, della cui amicizia in vita si era potuto vantare, fanno dichiarazioni pubbliche in cui prendono da lui le debite distanze.
Persino la BBC e il Sistema Sanitario Nazionale devono correre ai ripari a fronte delle critiche: davanti al Parlamento, il ministro della Sanità britannico J. Hunt si è scusato a nome del governo con le vittime per non averle sapute proteggere da un uomo considerato un tempo un “eccentrico gioiello nazionale”.
Nel 2012, ad un anno dalla morte, i parenti di Savile dichiarano che la sua lapide verrà rimossa, distrutta e mandata in discarica. Una carriera di mezzo secolo, costellata da trionfi e tanto, tanto amore da parte del pubblico inglese, viene cancellata nell’arco di pochi mesi. L’onta ricopre presto tutto e quell’eccentrico gioiello nazionale, che per decenni aveva simboleggiato il meglio dell’Inghilterra, ne incarna ora – ora che è morto – il lato peggiore. Perché la corruzione che ha protetto Jimmy per così lungo tempo è stata costruita nella colpevole relazione tra potere e intrattenimento massmediatico, in un’epoca che non conosceva le straordinarie possibilità di proliferazione dell’informazione messe a disposizione dalla rete. Jimmy Savile ha rappresentato in modo perfetto il Barbablù che, impunito, può permettersi ogni sorta di nefandezza. E lo ha potuto nella misura in cui è sempre stato uno scaltro e brillante imbonitore di massa.
I crimini di Jimmy Savile: l’orco sotto i riflettori
Il paese che si vergogna di sé è forse altresì la società che si vergogna di aver idolatrato un personaggio tutto sommato ridicolo come Jimmy Savile. Che si vergogna di essere caduta in una trappola fatta di beneficenze fin troppo dichiarate e pubblicizzate; di un troppo decantato accompagnarsi alla classe proletaria, con la stessa disinvoltura con cui veniva frequentata la famiglia reale…
Non è tanto il fatto che Jimmy sia stato un vero e proprio orco a sconvolgere la Gran Bretagna, quanto il fatto che poche esistenze siano state per tutto il tempo sotto i riflettori come la sua – e che nessuno abbia comunque mai visto niente. Perché, in fondo, risultava semplicemente impossibile che un uomo tanto famoso, generoso e ben collocato potesse essere l’artefice delle orride malefatte che di lui si dicevano… Queste non potevano quindi essere nient’altro che voci.
I crimini di Jimmy Savile documenta la follia di questa storia. Che coinvolge da un lato la classe proletaria come pubblico adorante. Dall’altro l’Olimpo a cui apparteneva quest’uomo bizzarro e malefico. Ci mostra come, restando all’interno delle stesse immagini di repertorio, la strana figura di Jimmy Savile passi dall’essere eccentrica stella all’essere mostro disumano… Ad ogni modo tutto questo processo postumo non cambia il fatto che Jimmy Savile sia riuscito a farla franca per tutta la vita. Pur essendo tra i personaggi pubblici più noti del suo tempo.
O forse proprio perché è stato tra i personaggi pubblici più noti del suo tempo. Cosa che, di questi tempi, suona addirittura come una storia incredibile…
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