Houdini, un uomo in catene (miniserie 2014)
Il primo lavoro che trovai appena trasferita a Parigi, qualche anno fa, fu come assistente di un mago.
No, non ero vestita di paillette rossi e non venivo tagliata a metà sotto lo sguardo preoccupato del pubblico. Il “mio” mago faceva del mentalismo: simile ad un attore, ingannava il pubblico attraverso una serie di trucchi psicologici. Io avevo il compito di correggere i testi che scriveva e imparava a memoria, e di sistemare gli oggetti di scena prima delle performance. Così ho conosciuto la nuova magia che si sta sviluppando da qualche anno in Francia, la Magie Nouvelle. Simile ad una messa in scena teatrale, la Magie Nouvelle utilizza degli stratagemmi scenici e psicologici moderni e spettacolari. Il mago non è più un imbonitore con quattro colombe sgozzate sotto il mantello. E’ un vero e proprio artista, scrittore, a volte anche danzatore.
Certamente Houdini fu un precursore di questa nuova arte scenica che oggi diventa di giorno in giorno più raffinata. Eppure nessuno è ancora riuscito a superare in fama e fascino l’artista dell’evasione e della sparizione, come si faceva chiamare.
Houdini, un uomo in catene: miniserie del 2014
Molti di noi, fin da bambini, hanno sentito parlare del grande Houdini, un mago di fine Ottocento che riusciva a liberarsi da qualsiasi catena. Il genio che sapeva far scomparire gli elefanti!
Se siete affascinati dalla sua figura e volete conoscere tutti i suoi trucchi non potete perdere la miniserie in due episodi prodotta da History Channel nel 2014, Houdini, un uomo in catene, i questo momento disponibile su Sky e NOW. Oltretutto Houdini è interpretato dall’immenso Adrien Brody, che mette a disposizione tutto il suo talento e il suo allenatissimo corpo per dar vita al maestro dell’illusione. Il primo episodio inizia col famoso salto di Harvard Bridge, quando nel 1908 il mago si gettò nel ghiacciato fiume di Boston completamente incatenato. Riuscì a liberarsi sott’acqua tra lo stupore e il trionfo del pubblico.
La genialità di Houdini fu proprio quella di “sentire” i suoi fan, capirli ed in parte assecondarli. Quando a fine Ottocento comprese che i vecchi trucchi di carte non interessavano più a nessuno passò da mago illusionista ad artista dell’evasione. Si fece costruire mirabolanti macchine sceniche piene d’acqua in cui incatenarsi in teatro e fuggire sotto gli occhi attoniti di migliaia di spettatori.
Quando arrivò il cinema e i teatri cominciarono a svuotarsi, andò per strada ad incantare le folle con delle performance mozzafiato. Fece anche cinema, e con successo, pur considerandolo un trucco troppo truccato.
Una versione più semplice del salto dall’Harvard Bridge realizzata nel 1907 (filmato d’epoca):
Un grande Adrien Brody, ma un progetto che manca di… magia
La serie è senz’altro un tentativo biografico riuscito soprattutto grazie all’interpretazione di Brody, che però a volte annaspa in una scrittura scenica un po’ vecchia e ripetitiva. A quanto pare lo sceneggiatore Nicholas Meyer ha riesumato un libro pubblicato da suo padre negli anni ‘70, Houdini: A Mind in Chains: A Psychoanalytic Portrait e l’ha riadattato a miniserie.
Nonostante sia un fedele ritratto del genio Houdini e della sua storia, la miniserie manca un po’ proprio di… magia. Con la libertà che abbiamo oggi nel rielaborare storie passate, di certo si sarebbe potuto azzardare un po’ di più nella sceneggiatura e nella realizzazione.
Tuttavia la miniserie ha il grande merito – verso la fine – di rievocare la lotta fatta da Houdini contro i ciarlatani dell’epoca.
Una ricostruzione animata dell’episodio del 1908: autocontrollo e preparazione, non poteri soprannaturali:
Houdini contro spiritisti, medium, ciarlatani
Nel 1920 Houdini cominciò a dedicare tutte le sue forze nello smascherare i cosiddetti spiritisti, gente che si vendeva come medium in grado di parlare con le anime dei morti. Molti di loro approfittavano delle migliaia di vittime fatte dalla guerra per abbindolare familiari, ansiosi anche per un solo momento di ricongiungersi ai loro cari. Houdini arrivò a offrire un grosso premio in denaro a chiunque fosse riuscito a dimostrargli di essere un vero medium: il denaro non fu mai incassato e il grande mago li smascherò tutti.
A causa di ciò entrò in grave conflitto con Sir Arthur Conan Doyle (il padre letterario di Sherlock Holmes), che negli ultimi anni era inaspettatamente diventato un devoto della dottrina dei medium. La serie tratta ampiamente l’ostilità tra i due geni, rendendoci partecipi dello spirito di ricerca dell’epoca, a cavallo tra scienza e superstizione. Houdini negò per tutta la sua vita di avere dei poteri soprannaturali imputando la riuscita dei suoi trucchi solamente allo studio e alla sua preziosa arte scenica.
Oggi siamo forse al sicuro da imbonitori e medium? In fondo, nessuno, o quasi, si siede ancora al buio in gruppo, tenendosi per mano e invocando qualche spirito con l’aiuto inconsapevole di un ciarlatano pronto a far scattare qualche molla sotto il tavolo per far parlare i morti. Probabilmente quell’epoca è finita. Quindi la magia non può più ingannarci?
Medium e ciarlatani restano un problema attuale, come racconta questo segmento del 13 volte premio Emmy John Oliver:
La tecnologia e i suoi pericoli: magia del nostro tempo?
Qualche tempo fa sono andata assieme al “mio” mago (non sono più la sua assistente ma siamo rimasti molto amici) a vedere il nuovo spettacolo del suo maestro in un teatro parigino. Lo show indagava le nuove tecnologie e la magia. E’ possibile riprodurre un nostro doppio numerico? Posso sapere tutto di uno spettatore captando tramite un assistente remoto i suoi ultimi movimenti sul telefono? La risposta, inquietante, è si.
La tecnologia può scoprirci ma soprattutto ingannarci. Quanti soldi spendiamo ogni anno per le ultime, magiche novità? Ci sono veramente utili o sono, al contrario, estremamente dannose? Quanti ciarlatani ci sono dietro ogni angolo pronti a rifilarci l’ultimo nuovo indispensabile prodotto che si romperà poco dopo averlo acquistato?
La domanda che ossessionava Houdini è certamente viva ancora oggi: come distinguere la buona dalla cattiva magia?
E la tecnologia, a quale delle due appartiene?
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