Happy! è un’originale e spiazzante serie statunitense (Syfy, 2017-19), composta da 2 stagioni e 18 episodi di 45 minuti l’uno. Distribuita in Italia da Netflix, è ispirata all’omonimo fumetto scritto dal veterano DC Comics Grant Morrison e disegnato da Darick Robertson (pubblicato in USA dalla Image Comics tra il 2012 e il 2013; in Italia dalla Bao Publishing).
Happy! (cui abbiamo dedicato anche questa puntata del podcast), sorta di adrenalinica e schizofrenica commedia nera ultrapulp, è un violentissimo Chi ha incastrato Roger Rabbit? con le atmosfere del The Rocky Horror Picture Show.
Creato dallo stesso Morrison (che adatta per la prima volta filmicamente una sua opera) con Brian Taylor, regista assieme a David Petrarca (L’alienista, Il Trono di Spade), nel 2019 Syfy cancella la serie. Se la fonte primaria per ambienti e atmosfere è naturalmente il fumetto, ritmo ed estetica di Happy! ricordano moltissimo due nervosissimi film di spassionata azione, non a caso di Taylor: Crank (2006) e Crank 2: High Voltage (2009), protagonista J. Statham.
Dal fumetto ha giocoforza origine la coppia di protagonisti: il sublime antieroe par excellence, Nick Sax, interpretato da un Cristopher Meloni (Law & Order SVU, Sin City) in stato di grazia. E il suo equino e azzurro partner: Happy, per l’appunto, animale di fantasia e pura animazione digitale, con la voce di Patton Oswalt. Il primo (il cui cognome suona come sucks, ovvero: Nick fa schifo!), ex brillante detective della omicidi caduto in disgrazia e divenuto un sicario al soldo del miglior offerente criminale, tra fiumi d’alcool e copiose piste di svariate polveri tossiche. Il secondo è un piccolo, tenero e alato unicorno blu, il migliore amico immaginario di Haley, la bambina che Nick non sapeva di avere avuto.
Nick Sucks & the Happy Happy Horse
In una New York a tratti cupa e oscura come Gotham City, a tratti sgargiante e psichedelica, dopo essere stato ridotto in fin di vita dalla mala, a Nick – che è l’unico che può vederlo – appare l’unicorno svolazzante Happy. Pensando inizialmente d’essere completamente impazzito, la carcassa umanoide un tempo nota come detective Sax poco a poco realizza e si adatta alla nuova situazione. Dando vita ad una delle coppie più improbabili e divertenti della commedia nera.
Per il cinico e sboccato Nick, la vita è “un’inarrestabile vortice d’acqua del cesso che non scarica mai”. Il sempre sorridente e instancabile Happy è invece “il cavallo felice felice che si diverte e te lo dice”. L’unicorno si rivolge a lui perché la piccola Hailey – la figlia che Nick non sa di avere avuto con Amanda (Medina Senghore) – è stata rapita da un trasandato psicopatico travestito da Babbo Natale: Very Bad Santa (Joseph D. Reitman – The Shield, Ray Donovan). Perché la prima stagione è tutta all’insegna del Natale, così come la seconda lo è della Pasqua.
La potente famiglia mafiosa Scaramucci – capeggiata da Blue (Ritchie Coster – The Walking Dead) – sta cercando ovunque Sax, perché creduto in possesso di una misteriosa password che dovrebbe dare accesso ad un potere praticamente illimitato. Sul libro paga di Blue c’è anche la detective doppiogiochista Meredith ‘Merry’ McCarthy (Lili Mirojnick – Person of Interest), che ha sempre avuto un debole per Nick.
Happy!, show disturbante e grandguignolesco
Tutto in Happy! è volutamente sopra le righe, a partire dalle tante scene squisitamente grandguignolesche, nello spirito del già citato Crank, talvolta addirittura con citazioni dirette (tipo la grottesca strage compiuta da Sax in veste ospedaliera). Esagerata è anche la corruzione che dilaga in ogni dove, fino alla sua più grandiosa sublimazione: Sonny Shine (Christopher Fitzgerald – Elementary, La fantastica signora Maisel). Questi, idolo televisivo dei bambini, è in realtà una sorta di insospettabile e malefico genio del male. Come non citare poi il fantastico Smoothie (Patrick Fischler – Twin Peaks, Shameless, Monk), sadico amante della pioggia d’oro… E non dimentichiamo infine lo stesso Nick Sax, anima sarcastica e derelitta, in perfetta contrapposizione al suo nuovo partner blu, candido e infantile, appartenente alla specie degli ‘amici immaginari’.
Le interazioni filmiche tra umani e pupazzi / cartoni animati sono spesso cariche di stucchevole retorica e buoni sentimenti. Qui invece la presenza del gentile unicorno non garantisce minimamente la visibilità dello show. Happy! non è per tutti: la violenza parossistica, quasi barocca, e il linguaggio scurrile faranno sicuramente storcere il naso a tanti. E va bene così. Lo stesso Morrison, scrivendo questa graphic novel voleva essere libero di essere disturbante, superando i canoni imposti in classici DC come Batman o Superman. E voleva altresì poter trattare tematiche solitamente considerate tabù, come la pedopornografia e il traffico di minori.
Una realtà marcia e degradata con cui Happy sarà costretto a fare i conti, realizzando poco a poco non tutto poter sempre essere un allegro musical. Mano a mano che l’indifeso unicorno scopre il mondo, Nick Sax cerca sempre più un riscatto personale, in vista del nuovo ruolo paterno. “Tu eri un eroe: è forse per questo che ti odi tanto”, gli sussurra con cautela Happy.
Natale e Pasqua (tra alieni e spiriti demoniaci)
Quella che inizialmente è una forzata alleanza diviene un inedito e funzionale sodalizio. Che si esprime pienamente nella seconda stagione. Qui Happy! riesce ad evitare il rischio della ripetitività, riproponendo una sceneggiatura elettrizzante, se non a tratti addirittura esplosiva. Continuano ovviamente la comicità assurda e debordante, gli eccessi pulp e l’umorismo nero. I personaggi principali compiono però tutti una riuscita evoluzione narrativa, scombinando le carte e arrivando così a sorprendere le aspettative dello spettatore.
Dopo aver portato allo scoperto un inquietante traffico di sociopatico lusso, Happy è diventato partner a tempo pieno di Nick, convinto la piccola Amanda non abbia ormai più bisogno di lui. Dal canto suo Sax ha intrapreso un percorso di riabilitazione tout court, per incarnare al meglio la figura genitoriale. Ma la Pasqua si avvicina, e il perfido e megalomane Sonny Shine ha in mente un altro diabolico piano…
Tra alieni e spiriti demoniaci (sic), coniglietti in lattice nero e suore che esplodono a Times Square, il vecchio Nick dovrà nuovamente darsi da fare, con l’aiuto di Merry (nel frattempo anche lei divenuta ex detective). Alla maledizione degli Scaramucci che Blue dovrà affrontare in prigione si accompagnano le metamorfosi di Amanda (inspiegabilmente divenuta un’insaziabile erotomane) e della piccola Hailey, stanca di sentirsi una vittima. In questo nuovo vortice di stranezze e scazzottate, Nick faticherà non poco per mantenere la nuova lucidità, così faticosamente acquisita.
Happy!, originalissima e anticonvenzionale black comedy
Niente più allucinazioni da dopo sbornia: la nuova realtà di Sax, con unicorni strafatti di coca o Jerry Springer (cui abbiamo dedicato questo articolo) a suggerirgli la redenzione, non ne ha certo bisogno. E nemmeno ne abbiamo bisogno noi spettatori, che assistiamo a terapie di gruppo per animali di fantasia / amici immaginari, e a reality girati tra le donne della mafia (con tanto di vecchia strega che pronuncia antichi rituali in uno stentato quanto ostentato italiano). O che veniamo a conoscenza del mistero della morte di JFK, mistero ineludibilmente legato all’oscuro Orcus, dio della morte…
In Happy! di felice c’è davvero poco o niente. Le atmosfere delle feste natalizie e delle vacanze pasquali sono qui affogate dal malessere e dal malaffare, che pullulano dal vicolo dei bassifondi agli ultimi piani del più alto grattacielo. E però, per quanto improbabile e disfunzionale, alla fine a vincere è proprio la famiglia, o ciò che ne rimane di questi così tristi tempi. Sempre sul filo della gratuità e del ridicolo, questa serie (e poche altre, come ad es. Preacher) riesce acrobaticamente a tenersi in precarissimo equilibrio.
Il buffo e cartoonesco unicorno blu che deve rintracciare un Babbo Natale consumatore di metanfetamina e l’invincibile e barbonesco Nick Sax (Nick sucks!), che vuole smascherare lo psicopatico idolo dei bambini Sonny Shine, sono una coppia straordinariamente perfetta. Risate e violenza a crepapelle, come in un incrocio tra Deadpool e Dirk Gently, oppure tra lo spassosissimo Machete e gli angoscianti Teletubbies…
Sangue, squartamenti e amputazioni assieme alla candida innocenza degli amichetti immaginari dei bambini… Traumi e crisi esistenziali assieme a possessioni esoteriche… Un’originalissima e anticonvenzionale black comedy, senza limiti e senza mezzi termini. Happy!
Ascolta anche il podcast su Happy!
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