Nei suoi cinque episodi la miniserie Halston (Netflix, 2021) ci permette di conoscere o riscoprire l’incredibile destino dello stilista simbolo della New York degli anni ‘70.
Se siete appassionati di tematiche LGBT, di moda, o anche solo semplicemente fan di Ewan McGregor (Fargo, Obi-Wan Kenobi), non potete assolutamente perdervela.
Halston è un biopic brillante, un tuffo nei colori di un recente passato glorioso e insieme maledetto, come quello delle feste del celebre Studio 54, la Mecca del glamour americano di quel tempo.
Il primo “sarto rockstar” d’America
Ma come, il nome Halston non vi dice davvero nulla? Non preoccupatevi, è normale. In Italia lo stilista non ha conosciuto lo stesso successo del suo rivale, Calvin Klein. Sappiate che in America però è praticamente l’equivalente di un Yves Saint Laurent.
Approdato sulle scene della moda disegnando un cappello per Jackie Kennedy nel 1961, Halston diventerà ben presto il primo ‘sarto rockstar’ americano. E il suo nome diventerà un brand.
Non solo per vestiti d’alta moda, ma un vero e proprio marchio per profumi, valigie, persino ombrelli. Fu il primo a rendere accessibili gli abiti di lusso, elaborando uno stile impeccabile, comodo e, soprattutto, alla portata di tutte.
Halston: costumi eccelsi, bella fotografia, un grande McGregor e… Ryan Murphy
L’implicazione di Ryan Murphy (autore cui abbiamo dedicato questa puntata del podcast) come co-sceneggiatore e produttore esecutivo della serie in questione non ci sorprende affatto. Lo stilista fu davvero un personaggio in grado di incarnare gli eccessi che al celebre autore televisivo tanto piacciono. Apertamente omosessuale, geniale, eccentrico, lunatico e al contempo talentuoso e determinato.
Halston, interpretato meravigliosamente da Ewan McGregor, assieme ad un ottimo cast – con costumi naturalmente eccelsi – ben incarna luci ed ombre della fama e della ricchezza. Luci e ombre che in questa miniserie sono state fantasticamente fotografate.
Halston ha inoltre il merito di ricordare una figura leggendaria come Liza Minnelli e altri artisti che all’epoca gravitavano attorno al mondo della moda e del design newyorkese. Significativo il riferimento alla coreografa e danzatrice Martha Graham, grande amica di Halston, per la quale lo stilista disegnerà memorabili costumi di scena, salvandosi così da una grande depressione.
Dopo un debutto folgorante, infatti, Halston e il suo staff sprofonderanno in una superficiale malinconia, frequente negli universi effimeri del fashion business.
Ricordandoci che spesso la moda, come diceva il buon Leopardi, è sorella della morte.
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