Per prima cosa facciamo chiarezza, perché si rischia il pasticcio o almeno il mal di testa. I premi Golden Globe 2024, appena assegnati e di cui parliamo qui, si riferiscono al 2023. Ma incombono, già in programma il 15 gennaio, i più prestigiosi Emmy. Che però, pur arrivando una settimana dopo, premiano serie e show di un anno prima: il 2022.
Non è il soggetto di un cattivo film di fantascienza ma, più semplicemente, una delle conseguenze dello sciopero degli sceneggiatori e degli attori ad Hollywood dei mesi scorsi. La cerimonia della 75ª edizione degli Emmy (75th Primetime Emmy Awards) avrebbe dovuto tenersi il 18 settembre 2023, ma – essendoci ancora l’agitazione in corso – è stata appunto spostata a lunedì 15 gennaio 2024. E così vedremo, a pochi giorni di distanza, premiare prodotti di anni diversi.
Anche se poi resta il fatto che gli Emmy sono gli Emmy (in ritardo o meno): mentre i Golden Globe, tra scandali e declino, da anni tentano di ridefinirsi, lottando per restare rilevanti. Questa del 2024, l’81^ della sua storia, è infatti la prima edizione dei Golden Globe dopo il radicale cambio di veste. I premi sono stati assegnati per decenni da una giuria di circa novanta giornalisti della stampa estera iscritti alla Hollywood Foreign Press Association: travolta dalle critiche e dalle accuse di intrallazzi, corruzione, e soprattutto insufficiente diversità, la Hollywood Foreign Press Association è stata sciolta e ha ceduto il passo a un soggetto privato (la Dick Clark Productions), che ha dato vita alla Golden Globe Foundation.
Tra i primi effetti dei cambi, lo spostamento dello show su CBS, dove torna dopo 40 anni. E, come vedremo meglio ora, una pioggia di nomination (e di premi) che più inclusivi non si potrebbe.
In sintesi: sorprese e conferme dei Golden Globe 2024
Tornata l’anno scorso al red carpet e al glam abituale, dopo la catastrofica e imbarazzata edizione in sordina del 2022, la cerimonia di stanotte dei Golden Globe (2024), condotta dal comico Jo Koy, ha premiato show che i lettori (e ascoltatori) di Mondoserie conoscono bene. Anzi, benissimo. Perché ce ne siamo occupati intensamente – e a volte a più riprese.
Per una volta è facilissimo fare la sintesi. Sono quattro i titoli che escono da vincitori dalla cerimonia al Beverly Hilton di Beverly Hills: tra i film Oppenheimer con 5 premi, e tra le serie tv Succession (4 globi), The Bear (3), Beef (3). Le tre serie dominano i rispettivi campi (dramma, commedia, miniserie) in modo totale, vincendo ciascuna sia il premio come miglior show che quello per i due protagonisti (machile e femminile).
Sorprese, proteste, rimpianti? Forse solo uno: la pur riuscitissima e rilevante Beef che lascia a secco la straordinaria quinta stagione di Fargo. Ma ne parliamo meglio dopo.
Per il resto, scelte tutte condivisibili. Anche perché abbiamo fiducia che la monumentale e da noi amatissima The Last of Us, che correva come miglior serie drammatica e per i protagonisti Pedro Pascal e Bella Ramsey, potrà rifarsi. Lo show, alla sua prima stagione, ha dovuto cedere il passo, come ora vediamo meglio, a Succession, che andava a concludersi. E in fondo è stato giusto così.
Trovate qui l’elenco completo dei Golden Globe 2024 (cinema e tv, e comprese le nomination).
Miglior serie drammatica: Succession chiude con un meritato trionfo
Non esattamente a sorpresa, Succession ha dominato – alla sua quarta e ultima stagione – la sua categoria, quella delle serie drammatiche. Ideata da Jesse Armstrong e prodotta da Will Ferrell e Adam McKay (regista e sceneggiatore anche di Don’t Look Up, di cui abbiamo parlato qui), racconta la caotica e sanguinaria lotta – tutta interna a una famiglia – per il controllo di una multinazione dei media.
Succession porta a casa 4 premi, il maggior numero per uno show televisivo nella serata. Vincendo non solo come miglior show drammatico, ma spazzolando tutti i premi disponibili per gli attori. Ai Golden Globe 2024 miglior attore in una serie drammatica è lo straordinario Kieran Culkin, nei panni del fragile, nevrotico, commovente Roman Roy, il figlio più piccolo del titanico patriarca. Tra i maschi, Culkin batte Brian Cox e Jeremy Strong, suoi padre e fratello nella fiction e già premiati in passato. Sarah Snook, interprete di Siobhan Roy, vince come miglior attrice drammatica bissando il successo del 2022: ma questa volta da protagonista. Una quarta statuetta arriva per Matthew Macfadyen, che nei panni di Tom Wambsgans vince come miglior attore non protagonista.
Da notare che Succession è alla sua terza vittoria come miglior serie del genere dramma, dopo i Golden Globe del 2020 e 2022 (rispettivamente per la seconda e la terza stagione). Della serie HBO (in Italia su Sky e NOW) abbiamo parlato in tutti i modi, data la sua rilevanza e qualità nel panorama degli ultimi anni. Li trovate qui.
Un podcast dedicato che ne analizza i temi profondi;
Un articolo introduttivo generale (poi ripreso con un aggiornamento sulla terza stagione);
Una puntata tematica del podcast, che racconta la trasformazione della rappresentazione della ricchezza da Dallas a Succession.
The Bear, torna il piccolo ristorante grande come l’America | PODCAST
Miglior serie “commedia”: The Bear
Nel campo delle commedie (e musical), i Golden Globe 2024 hanno visto il trionfo di The Bear. Le virgolette sono d’obbligo, perché ci vuole molta immaginazione classificatoria per etichettare questo show come una commedia. Diciamo almeno che è una commedia assai dark, e amara. Che, attraverso una storia quotidiana, riesce a raccontare il presente degli Stati Uniti. Lo confermiamo: The Bear è uno dei migliori show degli ultimi anni.
La serie FX / Hulu, in Italia su Disney+, vince come miglior show di genere e per i due protagonisti, maschile e femminile. Battendo la concorrenza assai agguerrita portata da serie notevoli come Abbott Elementary (che aveva prevalso l’anno scorso), Barry, Only Murders in the Building, Ted Lasso, e la new entry Jury Duty, notevolmente divertente e di peculiare costruzione. Di tutti i competitor abbiamo parlato, o in articoli o nei podcast di Mondoserie.
Jeremy Allen White, già nel cast corale di Shameless, bissa il successo dei Golden Globes 2023. Il suo Carmen “Carmy” Berzatto è un giovane chef stellato che all’indomani del suicidio del fratello maggiore Mickey si ritrova ad ereditare la paninoteca di famiglia. Dovendo lottare con debiti contratti in situazioni poco chiare, una famiglia ferita e un orgoglio fuori misura… Il suo premio è indiscutibile, meritatissimo, per una performance davvero stellare.
Meno ovvia la vittoria come miglior attrice protagonista di genere per la sua co-star (e sous chef) Ayo Edebiri. La Edebiri è brava a costruire il personaggio forse più insopportabile della televisione recente, ma resta l’impressione che la sua vittoria sia stata resa possibile dal fatto che due delle competitor avessero vinto negli anni scorsi: Quinta Brunson per Abbott Elementary nel 2023, e soprattutto Rachel Brosnahan per La fantastica signora Maisel, già premiata ben due volte ai Golden Globe.
Lo scontro (Beef): siamo tutti vittime e carnefici | PODCAST
Miglior miniserie ai Golden Globe 2024
E veniamo alla categoria delle miniserie, che comprende anche le serie antologiche. Qui dobbiamo dare voce al nostro unico vero disaccordo. Ed è un disaccordo vibrante, che ci spinge anche a un retropensiero malizioso. Intendiamoci: non ce l’abbiamo con Beef – Lo scontro, la serie Netflix che porta a casa (come nei precedenti casi) sia il premio come miglior show di genere che quelli per i protagonisti maschile e femminile.
The Beef, come abbiamo raccontato nel podcast, è una serie pregevole per molti aspetti, ben fatta e con due bravi protagonisti: Ali Wong (Paper Girls) e Steven Yeun (The Walking Dead). I 10 episodi di mezz’ora illustrano in maniera grottesca le possibili conseguenze di una faida tra due perfetti sconosciuti. Che litigano per un parcheggio e progressivamente finiscono per cercare di distruggersi. Chiara satira del tema, sempre più rilevante, della rabbia e dell’aggressività della società contemporanea: dai social alla vita reale.
Ma ci chiediamo – e vi chiediamo – se questa serie e i suoi interpreti meritassero di lasciare a bocca asciutta uno dei capolavori degli ultimi mesi, e cioè la stagione 5 di Fargo. La serie antologica di Noah Hawley, ispirata al film dei Coen, era candidata come miglior show e per i protagonisti: lo straordinario Jon Hamm e l’ancora più brava Juno Temple. La risposta è no, non lo meritava.
E il retropensiero è presto detto. I Golden Globe sono quasi falliti, negli ultimi anni, per le accuse di corruzione ma ancora di più di scarsa inclusività, visto che i premi venivano decisi da poche decine di giornalisti bianchi della stampa estera di stanza a Hollywood. Il nuovo format si è vantato esplicitamente di una maggior “diversità”. E il premio a Yeun e Wong è un riconoscimento notevolmente tempestivo alle comunità americane di discendenza asiatica… Troppo maliziosi a pensarlo?
I film: Oppenheimer batte Barbie. Gervais vince per lo standup
Ultimo breve capitolo per riferire dei film, e di un paio di altre novità. Mondoserie si occupa di show televisivi, ma non disdegna occasionali incursioni in campo cinematografico. A volte per la dimensione seriale assunta da saghe (o da intere cinematografie d’autore); a volte per approfondire temi di particolare interesse. I Golden Globe, come noto, si collocano da sempre a metà strada tra gli Emmy (focalizzati sulla tv) e gli Oscar (dedicati al cinema), prevedendo premi in tutte le categorie.
Tra i film in lizza Oppenheimer, il magistrale e monumentale biopic sul padre dell’atomica batte, per fortuna, l’allegro e abilissimo (ma anche un po’ opportunistico e furbo) Barbie, con 5 premi a 2 nonostante il vantaggio del secondo nelle nomination. Oltre che come miglior dramma, Oppenheimer vince per la regia di Nolan (al film e alla poetica del grande autore abbiamo dedicato una puntata speciale del podcast di Mondoserie), per il protagonista (Cillian Murphy), il coprotagonista (Robert Downey jr.) e le musiche (Ludwig Göransson). Barbie vince la nuova (e incomprensibile) categoria del “Miglior incasso al botteghino” (boh!).
Nella categoria di miglior film in lingua non inglese, dove correva il nostro Matteo Garrone con Io capitano, vince Anatomia di una caduta di Justine Triet. Il film, già trionfatore a Cannes, si porta a casa – a sorpresa – anche il premio per la miglior sceneggiatura. Mentre miglior lungometraggio animato è il ritorno alla regia dell’amato maestro Hayao Miyazaki con Il ragazzo e l’airone.
Nota di chiusura per un’altra novità: il premio allo special di stand up comedy. Candidature ruffiane, e vittoria per Armageddon, nettamente il peggior lavoro di Ricky Gervais degli ultimi anni.
Uno sguardo al passato: i Golden Globe 2023
L’edizione dei Golden Globe 2022