I funghi se ne fregano: sono un regno a parte. Ma il documentario Funghi Fantastici (Fantastic Fungi, Netflix 2019) vi può dare le chiavi per entrare in questo mondo bizzarro e sconosciuto ai più.
Dopo esser stati considerati piante fino a metà Ottocento, i funghi oggi vengono identificati come un sistema (un regno) a parte. E fanno parecchio parlare di loro, grazie alla recente scoperta di numerose proprietà mediche e non solo. Alcune specie aiutano a curare la depressione. Altre formano una rete sotterranea che permette agli alberi di comunicare. Altre ancora possono assorbire varie forme di inquinamento, addirittura quello prodotto dal petrolio.
Funghi Fantastici inizia con delle suggestive riprese in time-lapse che ricreano la nascita e la morte, o meglio la trasformazione, dei funghi. Catapultandoci immediatamente nel concetto tanto caro a questa creatura: assorbire e rigenerare la vita senza sosta, infischiandosene del resto.
Né animale né vegetale, con oltre 1,5 milioni di varietà di cui circa ventimila producono forme e colori diversi, il fungo è tutt’oggi una frontiera della scienza ancora da scoprire. E un universo a sé stante.
Funghi allucinogeni, funghi terapeutici
Famosi in questo universo, le psilocybe et similia, i funghi capaci di alterare la mente. Utilizzati dagli uomini come veicolo per mondi altri, alcuni funghi allucinogeni sono oggi considerati un’alternativa alla medicina classica e una gran parte del documentario è dedicato a quest’argomento. Al centro anche di un’altra serie recente: Nine Perfect Strangers, di cui abbiamo parlato qui.
In Funghi Fantastici, Paul Stamets (celebre micologo autodidatta di Washington) descrive come ha scoperto le doti miracolose degli allucinogeni. In gioventù ne aveva comprato un pacchetto, che consisteva in una decina di dosi. E ogni dose va assunta singolarmente per fare “il viaggio” mentale alla scoperta di altre percezioni del quotidiano. Stamets però, novello nel mondo delle droghe naturali, ingoiò l’intero sacchetto. Nel documentario ci racconta con fierezza che, dopo essersi arrampicato su un albero durante un temporale e aver esperito l’universo, ne è sceso rinnovato e non più balbuziente. Da quel momento in poi la sua vita è cambiata: sbarazzatosi per sempre della timidezza cronica e dell’insicurezza, Paul Stamets inizia la sua carriera di micologo indipendente che lo rende famoso negli anni.
Funghi Fantastici è anche una summa delle sue conferenze e dei suoi TED talk. in particolare quello del 2009, Six Ways Mushrooms Can Save the World (Sei modi in cui i funghi possono salvare il mondo). Stamets è un ottimo oratore ed è la prova vivente che si può eccellere in una scienza senza passare necessariamente attraverso gli studi canonici. Scopritore di nuove proprietà ecologiche e curative, Stamets arriva a sostenere di aver curato la propria madre da un cancro mortale proprio attraverso i funghi.
Funghi fantastici, e la rete neurale della natura
Un’altra affascinante teoria di Funghi Fantastici è che l’uomo sapiens durante la sua evoluzione avrebbe cominciato a mangiare funghi allucinogeni in grande quantità. Attraverso l’esperienza sinestetica che può offrire il viaggio con le psilocybe, avrebbe quindi sviluppato il suo cervello in modo diverso dagli altri animali. Arrivando a quello che siamo oggi.
Funghi Fantastici è un ibrido tra uno splendido video artistico e un guazzabuglio teorico di assoluto interesse. In generale la tesi del documentario è che i funghi, pur fregandosene di noi, potrebbero salvarci l’anima e il corpo. Grazie alle loro infinite – e ancora per la maggior parte sconosciute – doti, basate su un macrocosmo sorprendente.
I funghi sono i corpi fruttiferi del micelio, fatto di fili simili a radici che si collegano sottoterra in una matrice così complessa, intelligente ed essenziale che Stamets definisce “la rete neurale della natura”.
Questa materia, che immagazzina anche grandi quantità di carbonio nel sottosuolo e può aiutare le piante a sopravvivere alla siccità e all’inquinamento, viene utilizzata oggi per sviluppare alternative a pelli, plastiche, imballaggi e materiali da costruzione. L’anno scorso, per esempio, Adidas ha realizzato un concept di scarpa con un materiale a base di micelio, che ha portato l’azienda a parlare del suo “viaggio per creare un mondo più sostenibile”.
I funghi parassiti e infestanti di The Last of Us
Eppure i funghi hanno sempre fatto paura all’uomo. Alcune specie sono velenosissime, altre enormemente infestanti. L’angoscia che ci procurano è stata di recente il soggetto della serie The Last of Us. Nella serie della HBO, i sopravvissuti a una pandemia globale vivono in zone di quarantena controllate dal governo per evitare che un fungo parassita (il cordyceps) li trasformi in zombie. Gran parte dell’umanità è già stata distrutta.
Nonostante l’impostazione piuttosto convenzionale, il nuovo zombie-thriller ha letteralmente scatenato il panico nel suo debutto a gennaio.
Centinaia di studiosi di micologia sono stati subissati di chiamate e richieste per sapere se i funghi, in particolare il cordyceps, ci distruggeranno. Ma gli esperti ci rassicurano: anche se le specie di cordyceps che zombificano gli insetti sono reali, una mutazione del cordyceps che prospera nell’uomo è pura finzione.
Anzi in realtà, a parte per chi ha visto la serie, c’è nell’aria un’aspettativa quasi irragionevole basata sulla speranzosa convinzione che i funghi ci salveranno. Ripulendo l’ecosistema dai danni provocati da noi.
È infatti vero che esistono specie in grado di ripulire il suolo dalle tossine, assorbire gli oli nell’acqua e addirittura le radiazioni. Ma è anche vero che potrebbero avere di meglio da fare.
Non saranno i funghi a salvarci da morte certa. Anzi, visto che si nutrono solo di sostanze organiche elaborate da altri organismi, una volta deceduti, saremo noi il loro pasto.
Funghi dagli usi terapeutici nella serie Nine Perfect Strangers