Evil Genius: The True Story of America’s Most Diabolical Bank Heist (la vera storia della rapina più diabolica d’America ) è una docuserie true crime (Netflix, 2018) in quattro episodi, diretta da Trey Borzillieri e Barbara Schroeder e prodotta dai fratelli Duplass (Wild Wild Country).
Il pomeriggio del 28 agosto 2003, il 46enne Brian Douglas Wells entra nella PNC Bank di Erie, Pennsylvania, chiedendo 250mila dollari in contanti. Oltre ad una pistola goffamente camuffata da bastone, indossa un vistoso collare a cui è attaccato parte di uno uno strano congegno. Esce dalla banca con 8.702 dollari. Le forze dell’ordine lo fermano dopo nemmeno 5 minuti. Wells si arrende senza storie, dicendo di stare forzatamente indossando un collare esplosivo. Che esploderà, se non si seguono le istruzioni che gli sono state date. Cosa che accade dopo neanche mezz’ora. In diretta televisiva.
Questo è l’incredibile antefatto di Evil Genius. E non è che l’inizio di una delle storie più assurde e intricate che abbiate mai sentito. Al contempo, questa tentata rapina è anche la conseguenza di un’ingarbugliata catena di eventi che, percorsi a ritroso, ne spiegano – in parte – le oscure ragioni. Negli USA il caso, noto come ‘The Pizza Bomber Mystery’, ha avuto un clamore pazzesco. Al centro della vicenda due soggetti a dir poco borderline: Marjorie Diehl-Armstrong e Bill Rothstein.
Un intruglio documentaristico frenetico, affascinante e emblematico
A meno di un mese dall’agghiacciante morte di Wells, che si era nel frattempo scoperto essere un fattorino di pizzeria (da cui ‘Pizza Bomber‘), un tale chiamato Bill Rothstein chiama il Commissariato di Erie. Dichiara di avere un cadavere nel congelatore (sic). Avrebbe tempo prima aiutato un’amica, tale Marjorie Diehl-Armstrong, a disfarsi del corpo del suo fidanzato. Polizia e FBI dovranno faticare non poco per fare chiarezza su questo macabro pluriomicidio. Il legame tra queste due morti, apparentemente del tutto sconnesse, è infatti all’interno di un complesso e folle piano criminale. Un piano diabolico, mitomane e demenziale. Ma, soprattutto, di difficile comprensione.
I due filmmaker, affascinati dal caso, hanno portato avanti una sorta d’indagine parallela, iniziando già dal 2005 una corrispondenza con Marjorie, nel frattempo incarcerata. Marjorie non è una donna normale: bipolare, con un altissimo QI certificato e una scia di cadaveri nel suo oscuro passato. Bellissima nelle foto che la ritraggono da giovane, la donna sembra essere diventata un capolavoro di bruttezza fisica e morale. Subdola, manipolatrice, vendicativa. Innegabili e inquietanti le somiglianze con Hannibal Lecter.
Ma ci sono anche le interviste al bugiardo e mefistofelico Bill Rothstein durante il corso delle indagini. E poi quelle ad amici, conoscenti e detective vari. Che spesso si contraddicono. Il tutto combinato con filmati d’archivio e notiziari del tempo. Una miscela narrativa esplosiva, capace di dare vita ad un intruglio documentaristico frenetico, affascinante e assolutamente emblematico.
Evil Genius, tra Zodiac e Zizek
Il collare esplosivo è stato costruito con materiale riciclato, come il timer di un microonde. Nonostante la deflagrazione, è rimasto integro un biglietto attaccato all’ordigno: chi scrive si rivolge alle forze dell’ordine, sconsigliando vivamente di provare a disinnescare la bomba. Si conclude con: “Act now, think later or you will die!” (agisci ora, pensa dopo o morirai!). Le istruzioni date a Wells consistevano in svariati fogli scritti fittamente a mano e corredati da diverse illustrazioni, stile Zodiac. Descrivono le fasi di una sorta di lunga e tortuosa caccia al tesoro che il poveraccio avrebbe dovuto eseguire per salvarsi la pelle. Anche se in realtà il timer era impostato in modo tale che l’esplosione fosse inevitabile. Qualcuno aveva notato un furgone sospetto fuori dalla banca, dileguatosi alla morte del fattorino…
Difficile capire se gli autori di questa baracconata mortale volessero davvero i soldi o solo dare spettacolo. Più che una rapina, è un grottesco ossimoro. Per definire questo tipo di personaggi, gli americani hanno coniato l’espressione ‘anti-antihero’. Se, da I Soprano a Breaking Bad, le serie televisive hanno celebrato la figura dell’antieroe, le docuserie rispondono con quanto di meglio – e quindi di peggio – il mondo abbia da offrire.
La fascinazione per l’umanità ai margini – disoccupati cronici, tossici allo sbando, puttane agée, accumulatori seriali ecc – dipinge quell’orizzonte sociale che ha partorito l’estremismo trumpiano di questi tempi. Verità e autonarrazione sono in tale sede due concetti sostanzialmente equivalenti (vedi Q: Into the Storm). Vittime di una smania di protagonismo popolare che, cavalcato a dovere, ha portato al vergognoso assalto a Capitol Hill. Sotto questa luce, Evil Genius è uno studio antropologico di tutto rispetto, che non sfigurerebbe a fianco delle pagine più illuminanti di Slavoj Zizek su cinema e catastrofismo paranoico USA dopo l’11 settembre.
Delitti kafkiani (l’elenco è davvero lungo)
Dal successo di docuserie come Wild Wild Country e Tiger King, la follia della cosiddetta realtà ha invaso schermi e piattaforme. Spesso surclassando le più ‘ordinarie’ invenzioni creative cinematografiche. Sebbene ai due precedenti titoli non mancasse l’elemento crime – comunque sublimato dalla vastità narrativa complessiva – è stato forse Making a Murderer il primo vero documentario true crime a misurarsi con l’equazione realtà-follia. Da allora, abbiamo imparato a riconoscere e ad apprezzare quell’elemento smaccatamente surreale che, in misura maggiore o minore, caratterizza tutte queste vicende criminali. Last Stop Larrimah, Bad Surgeon, Don’ Fuck with Cats… Una saga illogica e sgangherata, talvolta ai confini della ragione. E ancora: I Love You Now Die, Don’t Pick up the Phone, Murdaugh Murders… l’elenco è davvero lungo. Anche il nostro paese contribuisce a questa parata di delitti kafkiani: Vatican Girl, SanPa e The Yara Gambirasio Case (da poco uscito su Netflix).
Ritornando negli USA, Evil Genius non solo si inserisce perfettamente in questo filone, ma ambisce ad esserne addirittura il capostipite. La minuziosa e paziente inchiesta condotta per anni da Borzillieri e Schroeder ricostruisce nei minimi dettagli un caso che rimane tuttora irrisolto. Riscrivendo una trama di puro nonsenso, un allucinante labirinto di infernale umanità. Un destabilizzante universo di sociopatia, squilibrio mentale, degrado e depravazione. Questa storia è talmente sconnessa e inverosimile da farci seriamente mettere in dubbio il confine tra realtà, fantasia e finzione. Eppure si tratta – soltanto – di uno dei più incredibili casi di cronaca nera americana.
Realtà e follia true crime? Making a Murderer