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Dune: serietà (e serialità) del deserto spaziale
Dune, podcast | Puntata a cura di Jacopo Bulgarini d’Elci e Livio Pacella.
Tra il 2021 e il 2024 il regista Denis Villeneuve realizza una nuova versione cinematografica di Dune (suddivisa in due parti), con un cast stellare (Timothée Chalamet, Josh Brolin, Zendaya, Rebecca Ferguson, Jason Momoa, Javier Bardem, Christopher Walken).
Punto d’origine è il famosissimo romanzo fantascientifico del 1965 di Frank Herbert, il primo dei sei che formano la parte originaria dell’omonimo ciclo. Quello di Dune, come raccontiamo nel podcast, è uno degli universi immaginari più complessi, coerenti e dettagliati della fantascienza. Ha influenzato profondamente il genere, a cominciare da Guerre stellari di George Lucas.
Non per caso, prima del trionfale adattamento di Villeneuve, era stato al centro di molti progetti: dal tentativo abbandonato di Jodorowsky negli anni ‘70 alla sofferta versione di Lynch del 1984, dal grande successo dei videogame alla tremenda miniserie del 2000.
“Nuovi classici”: il podcast a due voci di Mondoserie su show che diventano fenomeni immediati.
Un pianeta deserto, un universo complesso, un popolo in lotta per la libertà
24.000 anni nel futuro (26.391 d.C.). La storia è ambientata prevalentemente sul pianeta Arrakis, chiamato anche Dune, una landa desertica e inospitale, unico luogo di produzione, raccolta e raffinazione della Spezia, una preziosa e insostituibile sostanza, fondamentale per la struttura simil-feudale della società galattica. È solo grazie alla Spezia, infatti, che sono possibili i viaggi spaziali di lunga distanza.
Arrakis e la sua complessa ecologia (i temi ecologici e un ambientalismo quasi profetico sono, come spieghiamo nel podcast, centrali in Dune) fanno da sfondo alla sfida per il controllo del pianeta, inizialmente tra la dinastia Atreides e quella Harkonnen. Ma presto il quadro si arricchisce: entrano in campo l’Impero, la manipolatrice sorellanza Bene Gesserit, e soprattutto il popolo del deserto dei Fremen, che lotta da secoli per la propria libertà…
L’autore Frank Herbert disse nel 1979: “La conclusione della trilogia di Dune è: attenzione agli eroi. Molto meglio [fare] affidamento sul proprio giudizio e sui propri errori […] gli errori commessi da un leader (o fatti in nome di un leader) sono amplificati dal numero di coloro che lo seguono senza fare domande”.
Il podcast racconta Dune tra cinema, fumetto e videogioco
Come abbiamo raccontato in un articolo sugli adattamenti di Dune precedenti a Villeneuve e come discutiamo nel podcast, il primo tentativo di realizzarne un film è di Jodorowsky, a metà anni ‘70. Sognando una durata di 14 ore, il regista cileno cominciò a imbastire un progetto miliardario, assurdo e incredibile. Di fatto, la prima vera space opera della storia del cinema. Con Mick Jagger, Orson Welles, Gloria Swanson, Salvador Dalì e i Pink Floyd. Divenne in seguito un fumetto realizzato con Moebius.
Nel 1984 arriva il primo mitico Dune, prodotto da Dino De Laurentiis con David Lynch alla regia. Come attori Kyle MacLachlan, Sting e Silvana Mangano. Fu un disastro, in tutti i sensi. Anche se Lynch continua a rinnegarlo, rimane comunque una bizzarra pietra miliare del cinema. In seguito al film di Lynch vennero prodotti anche numerosi videogiochi, di cui è particolarmente rilevante Dune II: The Battle for Arrakis (1992), capostipite del genere dei videogiochi strategici in tempo reale.
Nel 2000 il regista e sceneggiatore John Harrison produce una mediocre miniserie, a cui fa seguito tre anni dopo I figli di Dune. Tra gli sconosciuti attori cechi, William Hurt e Giancarlo Giannini. Direttore della fotografia: il premio Oscar Vittorio Storaro.
Ma il franchise non si ferma al cinema. Attualmente è in produzione una serie televisiva HBO: Dune: Prophecy.
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