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Donjon – La fortezza: un fantastico esercizio di stile | Fumetto
Donjon – La fortezza, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
La Fortezza (Donjon nell’originale francese) rappresenta un riuscitissimo tentativo di decostruire il genere fantasy. Immettendo contemporaneamente note comiche e tragiche, e giocando con le regole della serialità. I suoi due autori – Joann Sfar e Lewis Trondheim – partono dalle basi dell’epopea epica e prima la ridicolizzano, poi la immergono in un fiume di dramma e infine giocano con stili e schemi narrativi. Rimbalzando tra epoche e ambientazioni, con nostra somma gioia e contemporanea disperazione.
Un esercizio di stile in perenne divenire. Con esiti felicissimi.
“Fumetto” è il formato del podcast di Mondoserie dedicato al mondo dei fumetti. Dai grandi classici alle opere più recenti. Italiani, orientali, occidentali.
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Di cosa parla Donjon – La fortezza?
Terra Amata è il mondo medievale che ospita un gran numero di animali antropomorfi, creature fantastiche e automi senzienti. Il Donjon di cui si parla è una fortezza labirintica di proprietà del vecchio Hyacinthe de Cavallère, detto Il Guardiano, che la gestisce secondo un personalissimo modello di business. Col miraggio di poter saccheggiare gli immensi tesori nascosti nelle segrete, la fortezza attira centinaia di avventurieri. Che però trovano sulla strada della ricchezza mostri di ogni tipo.
Nessuno di questi riesce a sopravvivere e il Guardiano vede ogni giorno accrescere la propria fortuna depredando i cadaveri dei malcapitati di tutti gli averi accumulati in precedenza.
I primi numeri narrano le divertenti avventure del papero pasticcione Herbert de Vaucanson e del drago guerriero Marvin. Il primo è il classico eroe per caso, il mediocre pavido che suo malgrado salva le sorti della fortezza. Marvin il drago invece è il tipico compagno di viaggio forte ma riluttante, che lentamente abbandona la propria seriosità per aiutare il suo imbranato compagno di avventure.
La folle struttura editoriale dell’opera
Poi arriva il secondo volume, e la sensazione è quella di avere perso letteralmente un lungo pezzo di storia per strada. Di Hyacinthe non c’è traccia, Marvin ha perso la pelle e il goffo papero Herbert ora è un potente stregone oscuro che regna sulla fortezza.
Cosa è successo? Quando sono cambiate le carte in tavola? Quanto tempo è passato?
Nelle uscite francesi alternativamente un albo riporta le avventure del presente, il mese successivo quelle del futuro e il mese successivo ancora quelle del passato. Procedendo in parallelo sui tre piani temporali.
La sfida dei suoi due creatori è intrigante e rischiosissima, perché al lettore viene praticamente già detto quale sarà il destino dei personaggi. Quello che non può sapere è il come e il quando.
In questa pratica Sfar e Trondheim si rifanno nientemeno che al collettivo OuLiPo, acronimo che indica Ouvroir de Littérature Potentielle, ovvero Officina di letteratura potenziale, che in passato ha annoverato tra le sue fila anche Italo Calvino.
OuLiPo è un gruppo esteso di scrittori e matematici di lingua francese che mira a creare opere usando, tra le altre, le tecniche della scrittura vincolata detta anche a restrizione.
I suoi membri, peraltro, si definiscono “topi che costruiscono il labirinto che intendono lasciare”. Venne fondato nel 1960 da Raymond Queneau, autore del famosissimo Esercizi di Stile, e François Le Lionnais.
Nonostante, o forse proprio in virtù di questa struttura, La Fortezza si rivela un’opera intrigante e narrata magnificamente dai suoi autori e dai numerosissimi ospiti.
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