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Devilman Crybaby, dobbiamo temere i mostri o gli umani? | Animazione
Devilman Crybaby, podcast. Puntata a cura di Untimoteo.
L’anime horror DevilMan CryBaby è stato prodotto da Netflix nel 2018 in 10 episodi di circa mezz’ora ciascuno. A partire dal Manga Devilman del maestro Go Nagai, l’opera si distingue dalle altre del genere per una visione estrema e disturbante, frutto diretto della poetica allucinata del suo regista Masaaki Yuasa.
L’approccio usato dal regista ha fatto storcere il naso a più di un appassionato ma l’opera è degna di essere vista per lo stile unico, che fonde i corpi plastici (come nei cartoon della Warner Bros diretti da Tex Avery) con una visione horror acida e psichedelica tipica delle sperimentazioni anni ‘70. Oltre allo stile di animazione Yuasa imprime il proprio marchio anche alla storia, innestando nelle dinamiche originali del manga una metafora sportiva, il rap come mezzo di espressione e i social network. Piaccia o no, Devilman Crybaby è un’opera coraggiosa che comprende lo spirito dell’originale.
“Animazione” è il format del podcast di Mondoserie dedicato alle diverse scuole ed espressioni del genere, dall’Oriente alla scena europea e americana.
Il cuore tenero dell’uomo diavolo
Il giovane Akira sin da piccolo vive come una condanna il suo carattere fortemente empatico e sensibile, che gli permette di percepire la tristezza degli altri. A causa di questa dote spesso è soggetto a incontrollabili e imbarazzanti crisi di pianto. Per questo motivo è il ragazzo meno popolare della scuola, difeso solo da Miki, stella nascente dell’atletica, di cui è segretamente innamorato.
Finché un giorno riappare nella sua vita il misterioso giovane scienziato Ryo, suo amico d’infanzia. Ryo sta conducendo degli studi su antiche divinità demoniache e coinvolge Akira in un evento che mescola gli elementi del rave e del sabba. Durante l’evento il protagonista viene posseduto dal demone Amon, diventando così un Devilman: un essere dotato delle fattezze e dei poteri dei diavoli, ma con il cuore ancora umano.
Ma per tutti Devilman rimane un pericoloso diavolo e se in un primo momento Akira sembra il paladino contro le mostruose forze diaboliche, il pregiudizio e l’ignoranza popolare si rivelano nemici ben più mortali.
Il Devilman di Go Nagai, l’antesignano degli antieroi
Il manga Devilman nasce nel 1972 dalle ceneri di altre due opere del mangaka Go Nagai: La scuola senza pudore e Mao Dante. Il primo titolo riguarda una allegra commedia scollacciata, una satira delle rigide istituzioni educative e un tentativo di liberazione sessuale e culturale dell’allora ingessata società giapponese.
Tale è la valanga di proteste da parte dei cosiddetti benpensanti che l’editore ne decreta la chiusura in tutta fretta. Non prima però che un furioso Nagai disegni uno sconvolgente ultimo numero in cui l’associazione genitori e insegnanti compie una vera propria strage eliminando brutalmente tutti i protagonisti del manga. Come prima reazione al moralismo opprimente della società del tempo, Nagai inconsciamente inizia ad immaginarsi come un mostro, un demone il cui unico scopo è falciare l’umanità: Mao Dante, graficamente ispirato dalla passione smisurata che il maestro ha per la Divina Commedia. Questo manga narra di un giovane mostruosamente fuso con un demone che si ritrova coinvolto in una battaglia tra Dio e i seguaci di Satana.
Devilman ne è l’evoluzione e rappresenta la volontà di mettere in discussione tutti i capisaldi delle narrazioni eroiche: il protagonista ha l’aspetto di un demone mostruoso e inquietante con piedi caprini, ali di pipistrello e una infinita schiera di orripilanti denti canini. E il suo ruolo di protettore del genere umano, come raccontiamo meglio nel podcast, non segue alcun codice etico o morale…