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I film di Bruno Bozzetto, quando l’Italia sfidava la Disney | Animazione
Bruno Bozzetto, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Se siete in vena di qualcosa di vintage, su Rai Play troverete a vostra disposizione i tre film prodotti a partire dal 1965 fino al 1972 dallo studio di animazione di Bruno Bozzetto. Tre perle rarissime che rispondono al nome di West and Soda, VIP mio fratello Superuomo e il poetico Allegro non troppo.
Frutto del genio di Bruno Bozzetto (Milano, 1938), disegnatore e animatore italiano conosciuto anche da chi non conosce i suoi lavori di fiction: sue erano le mitiche pillole animate nella storica trasmissione Quark. Esordisce nel 1959 con il folgorante Tapum! La storia delle armi. Nel 1991 riceve una candidatura ai premi Oscar grazie a Cavallette. Tuttora dirige lo studio che porta il suo nome.
“Animazione” è il format del podcast di Mondoserie dedicato alle diverse scuole ed espressioni del genere, dall’Oriente alla scena europea e americana.
West and Soda: cowgirls, cowboys e tante risate
Il piccolo ranch della bella Clementina è minacciato dal Cattivissimo e dai suoi due scagnozzi, Ursus e Smilzo. Ad aiutare la protagonista interverrà il misterioso Johnny, cavaliere solitario dall’immancabile sigaretta penzolante.
Assassinii a sangue freddo, una prostituta tra i protagonisti, un cagnolino con una irrimediabile passione per l’alcool, un umorismo tagliente e assurdo. Improponibile per gli standard odierni.
West and soda è una pietra miliare dell’animazione per un design che evolve i cartoni dei carosello degli anni 50 e per un comparto sonoro talmente ben fatto da caricarsi sulle spalle l’atmosfera del film. I tempi comici sono perfetti, le gag ancora divertenti e spiazzanti, i personaggi delle perfette parodie dei tipici protagonisti del genere. Una perla.
VIP mio fratello superuomo: la miglior parodia dei “super”
I VIP sono una stirpe di eroi che si tramandano di generazione in generazione poteri incredibili. In genere figliano con la più bella eroina delle loro avventure. Sennonché l’ultimo VIP dà alla luce Super Vip, che ha tutte le caratteristiche della sua schiatta, e MiniVip, che è esattamente il contrario: debole, miope, bruttino, tappetto e con due striminzite alette da pipistrello che lo sollevano a malapena da terra.
Stressato per il confronto quotidiano con il fratello, Minivip parte per una crociera rilassante. Ma un naufragio lo porta su una misteriosa isola in cui la regina dei centri commerciali Happy Betty sta ordendo un diabolico piano per la conquista del mondo.
Il film è una caricatura della cultura pop degli anni ‘60 con la prima moda dei supereroi e con ragazze e villain in stile “James Bond”. Inoltre Minivip è modellato sulle fattezze di Woody Allen. Nel film però, emerge anche una critica dell’emergente società consumistica e una demonizzazione dell’industrializzazione estrema che si basa solo su tempi e statistiche. Cosa ancor più importante poi, a salvare il mondo non deve essere per forza un superuomo. VIP mio fratello superuomo risulta ancora oggi una delle migliori parodie del genere supereroico.
Allegro non troppo: la sfida (vinta) di Bruno Bozzetto alla Disney
Un tema ricorrente nell’opera di Bozzetto è l’esaltazione della natura, l’importanza dei rapporti umani e di una vita più lenta e contemplativa. Manifesto di questa sua poetica è Allegro non troppo: un prodotto animato sperimentale, colto e dissacrante, che integra al proprio interno sia i registri del comico che del tragico. Questo film rappresenta la risposta italiana a Fantasia in cui lo studio si avvale di ogni forma di animazione allora conosciuta per unire l’arte dei cartoni con brani di musica classica.
Il film di Bozzetto mette in scena 6 episodi che sono in tutto e per tutto delle storie raggiungendo vette di lirismo sensazionali. Si passa dal malinconico autunno della sessualità sulle note del Preludio al pomeriggio d’un Fauno di Debussy, alla comicità demenziale della Danza slava 7 di Dvorak, animato da Bozzetto in persona. Dal patetismo assoluto del gattino protagonista del Valzer triste di Sibelius alla trionfante marcia dei dinosauri sull’ ipnotico ritmo del Bolero di Ravel fino alle disavventure del serpente tentatore sulle note de L’Uccello di fuoco di Stravinsky.
Per unire tra di loro gli episodi viene creata una sorta di canovaccio che sa molto di commedia dell’arte: un impresario cialtrone e un direttore d’orchestra dittatore mettono in scena un cartone disegnato in diretta, avvalendosi di una spassosa ensemble di musiciste ottuagenarie e uno schiavo disegnatore interpretato dal mimo Maurizio Nichetti. Allegro non troppo è un film che ogni amante dell’animazione dovrebbe vedere, un capolavoro di levatura globale, con un’identità italiana, capace di fondere assieme patetico e comico, tragico e politico, lirico e dissacratorio.