Boy Swallows Universe (Ragazzo Ingoia Universo) è una serie australiana in 7 episodi da poco meno di 1h (Netflix, 2024). Lo show è liberamente tratto dall’omonimo e acclamato romanzo semiautobiografico di Trent Dalton, celebre giornalista australiano. Autore dell’adattamento di Boy Swallows Universe – straordinaria storia di formazione tutt’altro che tradizionale – è John Collee (Master & Commander, Attacco a Mumbai).
Brisbane, Australia, 1985. Eli Bell (un pazzesco Felix Cameron) è un ragazzino tra i 12 e i 13 anni che vive insieme alla madre Frances (Phoebe Tonkin – The Originals), ex tossicodipendente, al patrigno Lyle (il sempre straordinario Travis Fimmel – Vikings, Raised by Wolves), spacciatore, e al fratello maggiore Gus (un intenso Lee Tiger Halley). Gus, molto affezionato ad Eli, non dice una parola dall’età di 7 anni. Comunica disegnando nell’aria con le dita delle lettere immaginarie, dicendo cose ambigue e apparentemente prive di senso. Salvo poi queste rivelarsi accurate predizioni di eventi futuri.
L’Australia di Boy Swallows Universe non è quella di Sidney o Melbourne, e neppure quella delle grandi distese senza fine. Non è l’idillio bucolico e non è la metropolitana fascinazione. La storia è infatti ambientata nei sobborghi di un quartiere povero e fatiscente di periferia.
Il piccolo Eli e un’esistenza all’insegna della povertà e della speranza
Si fatica a tirare avanti, continuando però a sognare un futuro migliore. Come una di quelle famiglie benestanti. Emblematica la scena in cui Lyle accompagna i ragazzi a prendere una console usata presso una villetta dei quartieri residenziali, che Eli e Gus contemplano a bocca aperta. Un ipotetico altrove in cui poter un giorno tutti ricominciare daccapo… Questo l’intento con cui Lyle ha deciso di arrotondare rischiosamente lo stipendio del suo lavoro alla fabbrica del ricco filantropo locale, Titus Broz (Anthony LaPaglia – Riviera).
Il padre biologico di Eli e Gus è Robert (un sublime Simon Baker – The Mentalist), uomo tormentato, agorafobico e alcolizzato. I migliori amici del 13enne, bullizzato a scuola perché non ancora fisicamente sviluppato come il resto dei suoi coetanei (il suo soprannome è Campanellino), sono gli adulti Slim Halliday e Alex. Il primo, uscito dopo 25 anni di galera per omicidio, è un amico di famiglia che bada spesso ai ragazzi. Il secondo è un cosiddetto amico di penna, ed è ancora in prigione… Gli adulti di Boy Swallows Universe non sono malvagi (villains a parte). Sono piuttosto tremendamente incasinati. Eli è un ragazzino dolce, sensibile e curioso, che vive in un mondo complicato, ostile, e pericoloso. Ma nonostante il contesto degradato in cui vive, tra violenza e criminalità, Eli conduce un’esistenza tranquilla e tutto sommato felice.
Almeno fino a quando il gioco pericoloso di Lyle non presenta il conto, bussando una sera alla porta. O, per meglio dire, sfondando la porta. Il conto ha le fattezze del famigerato Ivan Kroll (Christopher James Baker – Ozark), personaggio quasi mitologico, il cui solo nome evoca terrore. Contribuisce alla sua fama il volto irrimediabilmente sfregiato dell’uomo, il quale porta una vistosa protesi facciale. E la fabbrica di Titus Broz produce proprio protesi di ogni tipo…
Boy Swallows Universe tra crime, family dramedy e soprannaturale
La violenta aggressione a Frances, il rapimento del patrigno, i due fratelli torturati: questa è la straziante sequenza iniziale di Boy Swallows Universe. L’evento spartiacque, per così dire, nella vita di Eli Bell, dopo il quale niente sarà più lo stesso. Quella sera segna la fine dell’infanzia del ragazzino. E da allora, lo stesso Gus ricomincia a parlare. L’attenzione si sposta poi sugli eventi accaduti prima dell’irruzione. L’inizio della serie è dunque sotto il segno del crime e della famiglia disfunzionale, che è ormai un topos classico (su tutti il titolo di Shameless, soprattutto nella versione americana). Ma Boy Swallows Universe è innanzitutto un ibrido, in cui il drammatico coesiste con l’onirico e il soprannaturale.
Così è del tutto naturale che i ragazzi scoprano un passaggio segreto sotterraneo nascosto dentro un armadio. E che dentro vi sia un vecchio e misterioso telefono rosso poggiato su uno sgabello. Dall’altra parte una voce dice cose criptiche ad Eli. E il filo del telefono è evidentemente scollegato…
Assieme a spaccio e dipendenza da eroina, assieme a violenza, degrado e corruzione, galoppa sfrenata la fantasia di Eli, la cui narrazione del mondo diventa a tratti realtà, disseminando la trama di sogni ed enigmi, come in un grande e complesso puzzle ontologico. Storia di formazione volutamente sospesa tra Breaking Bad, il già citato Shameless e Twin Peaks, e tra crime, family dramedy e soprannaturale, Boy Swallows Universe si iscrive in una sorta di realismo magico australiano. Sorvolando un territorio che nel paese dei canguri va dal premiato gangster movie Animal Kingdom (da cui è tratta l’omonima serie americana) al macabro fiabesco del cinema di Peter Jackson. Quello de Il Signore degli Anelli. Ma che molti anni prima aveva prodotto un titolo come il misterioso Picnic ad Hanging Rock.
Un continuo altalenarsi tra realtà, (horror), e fantasia
Fino a che Eli rimane bambino, l’atmosfera surreale e grottesca domina in molte scene negli episodi in questione. Ad esempio nella cruenta rissa tra le due gang asiatiche, a forza di katana e tirapugni. Oppure nell’adrenalinica sequenza in cui Eli riesce ad entrare di nascosto nel carcere per andare a trovare la madre – proprio nella sua cella (sic) – il giorno di Natale.
Il passaggio successivo – quattro anni dopo – ci mostra ora un giovane uomo, aspirante giornalista (Zac Burgess). Il suo obiettivo è sempre lo stesso: il benessere e la felicità della sua (sempre più) sgangherata famiglia. Entra però in scena anche la classica reporter (Sophie Wilde) e la storia vira dalle parti dell’indagine giornalistica, frammista però ad elementi spiccatamente horror. Orrende mutilazioni, esperimenti segreti su animali ed esseri umani, deliri di onnipotenza: c’è tutta la divertente paccottiglia propria dei b-movie d’annata. E non manca nemmeno l’improbabile e stramba storia d’amore.
“Con tutto quello che è successo, forse è difficile distinguere la realtà dalla finzione” – dice Eli Bell alla fine di questa avventurosa odissea suburbana. Come dichiarato dallo stesso Dalton, il suo stesso romanzo è all’origine un continuo altalenarsi tra realtà e fantasia. Ed Eli Bell è naturalmente l’alter ego di Trent Dalton. Reali sono i riferimenti ai luoghi in cui si svolge la narrazione, alla tossicodipendenza della madre e all’occupazione del patrigno.
Boy Swallows Universe: una realtà brutale ovattata dal candore
Nato quindi e cresciuto a Brisbane, Trent aveva sei anni quando scoprì che in casa c’era una stanza segreta. E al suo interno un telefono rosso. Trent trascorse l’infanzia “fantasticando su chi c’è all’estremità di quella linea telefonica”. Il patrigno era sì un piccolo trafficante d’eroina, ma venne arrestato dalla polizia e non rapito da una banda di criminali guidata da Ivan Kroll. Che è un personaggio di fantasia, come Titus Broz. Mentre invece c’è davvero stato uno Slim Halliday nella vita del piccolo Dalton. Trent lo ricorda come il “vecchio ragazzo più divertente e gentile” che avesse mai conosciuto. Ispirati o meno alla realtà, personaggi come Ivan Kroll e Slim Halliday, i cui soli nomi evocano leggende, arricchiscono la trama con la giusta dose di realismo magico fiabesco. Del resto, chi c’è all’altro capo del telefono rosso?
“Ho creato quel ragazzo, che sono veramente io. Ma avevo bisogno che questo ragazzo entrasse in posti nella mia testa in cui avevo paura di andare”. Perché la storia di Boy Swallows Universe è sostanzialmente quella di un ragazzino fragile ed emotivo, alle prese con una madre tossica, un patrigno spacciatore, un padre alcolizzato e un fratello con gravi problemi relazionali. Ma la drammaticità di questa situazione, sempre intrecciata ad un parallelo onirico allucinatorio, è filtrata dall’innocente candore del protagonista. L’atmosfera non diventa dunque mai troppo cupa o pesante, nonostante gli eventi tragici o le scene cruente. Lo sguardo di Eli riesce così ad ovattare una realtà altrimenti insopportabilmente brutale. Ragazzo Ingoia Universo – e ne restituisce una versione parallela, impregnata delle sue visioni sublimemente infantili…
Come ragazzini che ingoiano universi…
Ovviamente questa traboccante pienezza di generi e stili ha i suoi pregi e i suoi difetti. Tra questi, è inevitabile segnalare cedimenti e forzature di sceneggiatura. Ma la saltuaria incongruenza della narrazione non fa in fondo che aumentare quel senso di stupore che appartiene magicamente all’infanzia e ai suoi spesso strampalati sogni.
Con la sua fervida immaginazione e il suo spirito intraprendente e arguto, Eli Bell sopravvive tra corruzione e criminalità. Restando fedele alla sua innata bontà e alla sua indole protettiva. Che lo induce a prendersi cura anche di chi dovrebbe invece prendersi cura di lui…
Da vedere, trasognati, senza pretendere troppe spiegazioni di tipo logico razionale… Come si dovrebbe tutti ricordare di vivere un po’ di più.
Come ragazzini che ingoiano universi.
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