“Io sono un macellaio e sto cercando di uccidervi… ma non preoccupatevi, non c’è morte migliore dello yoga.” Potete trovare questa e tante altre simpatiche citazioni e perle di saggezza di Bikram Choudhury in Bikram: Guru dello yoga, predatore sessuale (Bikram: Yogi, Guru, Predator) di Eva Orner. Il documentario, prodotto nel 2019 dalla Pulse Films per Netflix (dove è tuttora visibile) ripercorre la storia dell’immigrato indiano più famoso di Beverly Hills.
Choudhury ha chiamato Bikram la pratica yoga, “inventata da lui”. Pratica anche detta yoga caldo. Immaginatevi nel mezzo di una palestra affollatissima e piena di specchi, riscaldata a oltre 40 gradi e con un’umidità del 40% per i prossimi 90 minuti. Non avete ancora cominciato e già vi manca l’aria. Una serie di 26 posture diverse vi aspetta, dall’aquila al triangolo, passando per la mezza luna, intervallate da un paio di esercizi di respirazione.
In alto, circondato da cuscini ed aria condizionata, il guru Bikram Choudhury, con un microfono a caschetto come quello di Madonna, vi guiderà nell’inferno yogico. Un inferno che ha però il potere di curare tutto: artrite, lombalgia, problemi di cuore, trombosi etc. Prima di voi, celebrità come George Harrison, Frank Sinatra, George Clooney e Lady Gaga, ne hanno lodato i benefici. Se lo praticate, non avrete nemmeno più bisogno di dormire. Choudhury, ad esempio, dice di dormire una sola ora per notte. Choudhury, come si evince dal seguito e soprattutto dallo stesso documentario, dice tante cose.
Non siate tristi…
Il guru non sta sempre in alto, all’aria condizionata. Durante l’ora e mezza di pratica scenderà in mezzo a voi, vestito solo con uno slippino nero aderente e il suo Rolex in oro massiccio. Non esiterà ad insultarvi, urlandovi addosso ‘ciccioni’! A salire sulla schiena delle ragazze, per farle meglio praticare la pinza (trattasi di ‘paschimottanasana‘, una postura yoga che consiste nel piegarsi in avanti). E ad impedirvi anche di andare in bagno. La vostra dedizione deve essere totale.
Stremati dal caldo e dalla fatica, grazie a Choudhury toccherete l’estasi sublime dello yoga. Mentre lui sussurrerà nelle vostre orecchie, canticchiando queste parole: “Non siate tristi, vi state allontanando da voi per uccidervi. E’ per questo che pagate, ed è per questo che io sono qui…”
Soffrire le pene dell’inferno praticando yoga non è una novità. Alcune forme di pratica possono essere inizialmente molto impegnative, ma una volta passata la soglia del primo dolore, possono portarvi a nuovi stati di coscienza fisica. Lo yoga è altresì totalizzante e può facilmente prendere possesso del vostro corpo e della vostra mente. Nella maggior parte dei casi non c’è nulla di male. Io stessa venni folgorata nei primi anni di Hatha Yoga, correndo ai corsi ogni volta che mi era possibile. Liberare la mente attraverso intense e dolorose posizioni fisiche sembra essere lo scopo ultimo dello Hatha Yoga.
Dall’India agli USA, i trionfi di Bikram
Si possono trovare maestri totalmente dediti ai precetti yogici: vegani, praticanti digiuni, rispettosi di tutte le forme di vita, tendenti all’ascesi. Nulla di più distante da Bikram Choudhury, Rolex al polso e hamburger in mano. Che tuttavia nell’arco della sua vita ha saputo vendersi benissimo, raccontando a destra e a manca la sua ‘folgorazione’ per questa disciplina. Nelle interviste e in televisione, ritorna sistematicamente alla sua infanzia trascorsa a Calcutta, in India, la culla dello yoga. Molto giovane, imparò tutte le basi dal suo mentore, Bishnu Charan Ghosh, un rinomato guaritore e fondatore del College di Educazione Fisica della città. Insegnamento che diede i suoi frutti: Bikram è stato tre volte campione nazionale di yoga.
All’età di 20 anni, stanco di non trovare un solo concorrente degno, si dedicò al sollevamento pesi e puntò alla selezione per le Olimpiadi di Tokyo del 1964. Una settimana prima della competizione, gli cadde accidentalmente un bilanciere di 210 chilogrammi sulla gamba sinistra, schiacciandola. Amputare l’arto sembrava l’unica soluzione possibile ma fu salvato in extremis dal suo maestro. Che lo guarì, ripristinando completamente le funzionalità della gamba attraverso lo yoga.
Da allora Choudhury segue la sua vocazione: viaggiare per il mondo e curare i feriti, i malati e i disperati lungo la strada. Nel 1972 la sua fama si era già talmente diffusa che fu trasportato alle Hawaii da un aereo della US Air Force su richiesta urgente del presidente Nixon, che soffriva di una brutta trombosi alla gamba e non voleva finire il suo mandato su un piede solo. Bikram lo curò in quattro giorni(!), ricevendo così in regalo l’agognata green card e il diritto di risiedere permanentemente negli Stati Uniti.
Le verità svelate da Bikram: guru dello yoga, predatore sessuale
Queste e molte altre baggianate vengono sistematicamente smascherate nel documentario di Eva Orner. Si scopre che Bikram non ha mai incontrato il presidente Nixon sull’orlo dell’amputazione. Né è stato per tre volte consecutive campione nazionale di yoga: all’epoca una tale competizione in India non esisteva ancora! Per quanto riguarda la sua famosa disciplina, la serie di 26 posture intervallate da due esercizi di respirazione, è stata tutta inventata dal suo ex mentore, il guaritore Bishnu Charan Ghosh. L’impostore ci ha semplicemente messo il suo nome.
All’inizio, Bikram era in realtà un bodybuilder temerario che si è fatto un nome eseguendo acrobazie in strada. Negli archivi video lo si può vedere sdraiato su una tavola di chiodi, rimanendo impassibile quando una moto o un’auto gli passano sopra il braccio. Nel 1971 si trasferì negli Stati Uniti dove il “suo metodo” spopolò alla velocità della luce. Nel giro di pochi decenni riuscì ad aprire numerosissime filiali: nel 2006 c’erano 1650 studi di Bikram yoga in 40 paesi diversi. Il suo patrimonio contava 75 milioni di dollari, senza menzionare le sue ville, la sua collezione di macchine e, ovviamente, di Rolex.
Ma Choudhuri, pur essendo a detta sua un potentissimo guru, non ha certo il dono dell’ubiquità. Negli anni ha quindi formato lui stesso gli insegnanti del metodo Bikram da mettere nelle sue scuole. Il documentario affronta soprattutto questa parte del suo “metodo”, ovvero i corsi di formazione per il suo esercito di insegnanti. Il training per diventare maestro di Bikram è di 9 settimane al costo di 11.000 dollari. E non è finita: durante i due mesi e passa i praticanti non possono praticamente lasciare l’albergo che ospita i corsi. Sono sempre tenuti sotto pressione dal guru – non solo di giorno, soprattutto di notte...
Bikram: guru dello yoga? predatore sessuale?
Choudhury, che come si diceva non dorme mai, era solito invitare nella sua suite alcuni allievi – e allieve -, per guardare film di Bollywood. Occasioni in cui non perdeva tempo, allungando subito le mani verso le discepole. Nel documentario viene accusato da molte adepte di molestie sessuali e addirittura di stupro. Lui ha sempre negato: “io non ho bisogno di stuprare, le donne mi si buttano ai piedi”. Il suo ex avvocato, Minakshi Jafa-Bodden, soltanto per aver indagato su alcune denunce delle sue vittime, è stata licenziata in tronco. Lo ha portato a processo per abusi sessuali e licenziamento illecito. Durante l’udienza preliminare Choudhury continua comunque a negare gli abusi, dando spiegazioni surreali, vantandosi di detestare “il tempo freddo, il cibo freddo, i cuori freddi e la figa fredda…”
Subito dopo il processo e la condanna a pagare al suo ex avvocato 7 milioni di dollari, fugge in India. Da allora non ha più rimesso piede negli Stati Uniti ma è ben lungi dall’abbandonare la sua gallina dalle uova d’oro. Continua a tenere seminari e corsi in Messico, Thailandia ecc. Le donne che l’avevano denunciato per molestie sessuali hanno lasciato cadere le accuse e il suo ex avvocato non ha mai visto i soldi. Ma i suoi figli continuano a girare in Bentley e la sua ex moglie vive pacificamente nella bella villa di Beverly Hills.
Probabilmente, se Netflix non avesse prodotto Bikram: guru dello yoga, predatore sessuale, le voci su di lui sarebbero già state dimenticate… Un suggerimento: visto che le palestre dove viene praticato il Bikram sono ancora in piena attività, pensateci un paio di volte prima di entrarci. Sembrerebbe che, nonostante questa pratica sia altamente disintossicante, lo yoga caldo possa presentare rischi collaterali di incidenti cardiovascolari. Inutile quindi tentare di separare l’uomo dal suo insegnamento: sono entrambi fonte di guai.
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