Netflix si scatena ultimamente con diverse mini docu-series su truffe e affini. Inventing Anna, che abbiamo raccontato qui nel podcast; Il truffatore di Tinder; e il recente Bad Vegan: fame, fraud, fugitives (Bad Vegan: fama, frode, fuggitivi).
Il titolo, ingannatorio e fraudolento a sua volta, può depistare. Non si parla infatti di un regime vegano estremista pronto a conquistare il mondo ma di una donna d’affari finita in grossi guai. Sarma Melngailis, la protagonista di questo documentario in 4 episodi, è la proprietaria di un ristorante vegano crudista a New York (Pure Food and Wine) e di una catena di prodotti vegani d’asporto (One Lucky Duck).
Sorprendentemente però Sarma, in poco tempo, ha fatto crollare quello che era un business di successo. Accumulando debiti ingenti. Trasferendo illecitamente fondi dell’attività per circa 2 milioni di dollari. E soprattutto ingannando i suoi dipendenti, non pagandoli per diversi mesi e tenendosi i soldi degli stipendi.
Ma il veganesimo non è la causa di tanto scompiglio.
Il cattivo di Bad Vegan: l’uomo vestito di carne
Anzi, dietro a centinaia di frodi si nasconde un uomo misterioso, con un “vestito di carne” (come amava chiamare il suo enorme corpo). Un mangiatore compulsivo di prodotti di fast food, che in poco tempo ha sedotto Sarma facendole firmare centinaia di assegni e bonifici in suo favore e trascinandola in un mondo fittizio fatto di fughe e false identità.
Ironia della sorte i due sono stati “beccati” dalla polizia proprio ordinando una pizza e delle ali fritte di pollo da uno dei peggiori fast food al mondo (Domino’s Pizza)
Quando i poliziotti sono entrati nella loro squallida camera d’albergo da dove era stata effettuata la chiamata per la pizza, hanno trovato la coppia di fuggitivi divisa in due stanze. Quella di Sarma, pulita e in ordine. Quella del marito, l’uomo vestito di carne, un putiferio maleodorante dove si accumulavano da giorni resti di hamburger e bevande gassate.
Come la biondissima e bella Sarma Melngailis, icona vegan delle riviste culinarie di tutto il mondo sia finita ad ordinare ali di pollo fritte per lo stomaco senza fondo del marito, dopo mesi passati nei peggiori hotel d’America, non è più un mistero. Bad Vegan, il documentario diretto da Chris Smith (produttore esecutivo di Tiger King) lo spiega dettagliatamente.
Sarma Melngailis: una storia di successo, finita male
Nel 2004 Sarma apre e gestisce con successo Pure Food and Wine: ha ereditato la passione per la cucina dalla madre, e probabilmente l’abilità coi numeri dal padre, fisico del MIT.
Tutto va a gonfie vele. I dipendenti la adorano, i clienti si azzuffano per entrare e i vegani di tutto il mondo la venerano come simbolo di bellezza e rettitudine. Lei declina tutte le offerte di aprire grandi catene del suo ristorante. Tiene alla qualità e all’unicità di quel posto che è per lei anche una famiglia. Sarma non vuole figli: ama già alla follia il suo cane Leon.
Ha molti amici: potenti ristoratori di Manhattan che la finanziano senza batter ciglio ma anche gente comune, i suoi dipendenti e un senzatetto con cui stringe un bel rapporto. Si parlano quasi ogni giorno mentre lei va a lavoro, dato che lui chiede la carità vicino a Pure Food and Wine. Insomma, Bad Vegan ci presenta Sarma Melngailis come una persona tenera di cuore con un gran senso per gli affari. Una creatura rarissima.
Il destino infausto sotto le spoglie di internet le fa incontrare un uomo che dalle foto sembra atletico e magro; quando si conosceranno dal vivo lei dirà che era molto diverso da come se lo immaginava: piuttosto grasso e dallo sguardo inquieto. Ma ormai, l’aveva già conquistata parlandole del suo personalissimo universo.
Soldi, menzogne, cani immortali
Anthony Strangis (proprio lui, l’uomo vestito di carne!) prima si finge una spia segreta, poi un comandante dell’esercito… per un lungo periodo fa credere a Sarma di essere un miliardario che sta costruendo un impero. La mette addirittura in contatto con il suo contabile di fiducia, che le spiegherà i suoi piani economici. Così riesce a succhiarle i primi soldi, dicendole che serviranno al loro futuro dorato.
Ma la trappola mortale per Sarma consiste non tanto nei soldi, dei quali lei stessa in parte si disinteressa. Ma nella promessa di far diventare immortale il suo cane.
Sì, ad un certo punto Anthony le confida di essere in contatto con delle coscienze superiori che vogliono donare a Leon la vita eterna. E anche a lei. A patto che Sarma si dia da fare.
Lei ci casca in pieno: la promessa dell’eternità per lei e il suo cane è una tentazione troppo forte. Sarma comincia a fare tutto quello che Anthony le dice. Arriverà ad inviargli assegni per quasi 2 milioni di dollari.
Gli aspetti migliori di Bad Vegan
Chi è in realtà Anthony Strangis? Questa è indubbiamente la parte più riuscita del documentario: l’identità dell’uomo vestito di carne viene svelata a poco a poco, seguendo lo squallido mistero che lui stesso ha utilizzato per sedurre Sarma (e altre vittime).
Non mettere subito tutte le carte in tavola è stata la mossa vincente di Bad Vegan, che riesce a rendere interessanti due personaggi quasi ordinari, facendo leva sulle loro debolezze e utilizzandole narrativamente per creare dei dubbi nello spettatore.
Sarma Melngailis è davvero colpevole? O una povera vittima? E questo Anthony, che non vediamo quasi mai, dov’è ora?
Una sola cosa è certa. Il cane Leon, dopo tutte queste traversie, non è diventato immortale ma se la passa piuttosto bene.
Ascolta la puntata del podcast dedicata a Inventing Anna, storia – pazzesca – di una truffatrice!
Inventing Anna: reinventare se stessi e fregare il sistema | PODCAST