Bad Surgeon: Love Under the Knife (nella versione italiana – Bad Surgeon: Il caso Paolo Macchiarini) è una docuserie (Netflix, 2023) in 3 episodi di poco meno di un’ora ciascuno. Regista e produttore di questa miniserie, che alla sua uscita è in pochissimo tempo diventata il documentario più visto negli USA, e tra i più visti al mondo, è Ben Steele (Love and Hate Crime, Tony Robinson’s Gods & Monsters). Protagonista assoluto di Bad Surgeon è Paolo Macchiarini: chirurgo, scienziato, seduttore, truffatore, sociopatico, criminale. Questa è la sua storia. Una vicenda a dir poco clamorosa, altrove definita “la più grande truffa nella storia della medicina”, surreale e macabra allo stesso tempo – e in egual misura.
Bad Surgeon si pone a metà tra i documentari true crime più sconvolgenti e tra quelli più surreali (Don’t F**k with Cats, Gunther’s Millions ecc.). Anche in questo caso, principio ormai ampiamente assodato nelle produzioni di questo genere, la realtà eclissa la fantasia. Tanto per dire, alcuni tra i personaggi secondari di questa fiaba assolutamente reale sono i Clinton, Putin, l’imperatore giapponese, Obama, Papa Francesco…
Ma andiamo con ordine: chi è Paolo Macchiarini? Il superchirurgo – come venne appellato dalla stampa – era un luminare della medicina riconosciuto a livello internazionale. E un geniale innovatore nel campo della chirurgia sperimentale. Fascinoso, elegante, carismatico. Molto benestante, amava viaggiare in prima classe e alloggiare a 5 stelle.
Il Karolinska e il reportage
Paolo Macchiarini, italiano nato nel 1958 a Basel in Svizzera, è un chirurgo cardio-toracico. La sua specializzazione è il trapianto di trachea. Divenuto celebre in mezzo mondo (Europa, America, Russia) per i suoi contributi pionieristici in tale settore, nel 2010 entra a far parte del Karolinska Institute di Stoccolma (più precisamente Solna), Svezia. Il Karolinska è un ospedale universitario d’eccellenza, tra i migliori al mondo. Tra l’altro, è anche la sede ufficiale del comitato che designa i Premi Nobel per la medicina.
Nei 5 anni successivi Macchiarini propone una tecnica rivoluzionaria per l’impianto di trachee bio-artificiali autorigenerantesi. L’idea di base è quella di impiantare una struttura tracheale in materiale plastico, che funga da scheletro per una coltura di cellule staminali provenienti dallo stesso paziente. Si tratta della famosa medicina rigenerativa, che nella prima decade del XXI secolo costituiva uno dei nuovi orizzonti della chirurgia sperimentale.
La carriera di Macchiarini è all’apice. Presso l’istituto svedese, un nutrito staff di medici pende dalle sue labbra e lo tratta come una divinità scesa in terra. Quando è presente, perché spesso il suo genio è desiderato e richiesto da svariati altrove del mondo. Tutto questo – con dovizia di dettagli – è raccontato principalmente da Benita Alexander, una giornalista americana al tempo incaricata dalla NBC di preparare un approfondimento sull’innovativo metodo del superchirurgo. Il reportage, realizzato in diversi mesi, è incentrato sull’eccezionale intervento che Macchiarini deve eseguire su Hannah Warren. Un trapianto primo nel suo genere, poiché Hannah – nata senza trachea – ha solo due anni.
Bad Surgeon: Benita Alexander, giornalista truffata e tradita
È ora di svelare la natura ambivalente e controversa di Paolo Macchiarini, e dunque della storia di Bad Surgeon. In questa particolare docuserie, all’ombra di terribili perversioni di natura deontologica, sboccia addirittura un crime di tipo sentimentale. Perché Benita Alexander si dichiara, fin da subito, non solo professionista truffata, ma anche amante tradita ad un passo dal matrimonio. Truffata e tradita. Come giornalista e come essere umano. La sua colpa, come confessa candidamente, è stata quella di essersi innamorata di questo aitante chirurgo (un dottore alla George Clooney!, come dicono le sue amiche).
Innamorarsi non è una colpa, sia chiaro. Ma lo è lasciare che i propri sentimenti interferiscano nella costruzione di un reportage giornalistico di un certo calibro. Si tratta, anche in questo caso, di una questione squisitamente deontologica. Perché la piccola paziente, ahimè, durante il periodo di decorso postoperatorio, muore. Così come prima era morto Chris Lyles, 34 anni, con un cancro alla trachea. Per tutti gli altri chirurghi, non c’era più niente da fare. Macchiarini è l’unico a dare una speranza a lui e ai suoi familiari, così come ai genitori di Hannah. E proprio a causa di questa speranza, questi sono destinati a rimanere comunque a lungo grati al chirurgo. Almeno fino a quando non saranno costretti ad aprire gli occhi.
Il ricercatore era ammirato, rispettato ed idolatrato, a prescindere dai decessi postoperatori – che si verificavano a distanza di mesi, o anche di anni. I pazienti uscivano da sotto i suoi ferri ancora vivi, e tanto bastava.
Troppo bello per essere vero…
Tornando però alla giornalista americana: nel mentre del reportage il nostro la corteggiava in modo plateale e vertiginoso, tra cene di lusso, viaggi in giro per il mondo e costosi regali… Come riuscire a dare un taglio positivo alla sua rivoluzionaria chirurgia rigenerativa con una bambina morta dopo l’operazione? Ovviamente il taglio positivo era d’obbligo, dato che l’Alexander, oltre ad esserne innamorata, credeva sinceramente nel professionista, nel ricercatore – e nell’uomo. Si può ad esempio considerare la morte della piccola Hannah come un sacrificio necessario per il progresso della scienza medica. La bambina non è morta invano, dato che la sua esperienza sarà d’aiuto per le migliaia di persone che verranno in futuro salvate proprio da questa tecnica.
L’idea funziona. Il documentario è un successo. Paolo chiede a Benita di sposarlo. E di andare a vivere con lui nella sua casa di Barcellona. Casa che, tra i tanti viaggi all’estero fatti assieme, non è però mai riuscita a vedere. Per un motivo o per un altro, all’ultimo momento c’era sempre qualche impedimento. Ad ogni modo, Macchiarini le chiede di fidarsi: lui penserà anche al matrimonio, occupandosi di ogni minimo dettaglio. Le nozze si terranno in Italia. Per la precisione a Castel Gandolfo, la residenza estiva di Sua Santità. E sarà proprio Sua Santità – in via del tutto eccezionale – a celebrarle. Questo perché papa Francesco è segretamente da tempo un suo paziente.
Macchiarini le confida di far parte di un gruppo ristretto e segreto di medici, incaricati di seguire le personalità più importanti al mondo. Come presidenti, imperatori, capi di stato. E il papa. Benita è frastornata. Sembra tutto maledettamente troppo bello per essere vero. Troppo bello per essere vero…
Bad Surgeon: il matrimonio di Castel Gandolfo
Lo stesso sottotitolo originale (Love Under the Knife) si riferisce alla prospettiva da cui parte il racconto di Bad Surgeon: quella di Benita e della storia d’amore più romanticamente perfetta che si sia mai sentita. Seguiranno le testimonianze dei colleghi medici, dei giornalisti investigativi, dei parenti dei pazienti, di altre donne. E dello stesso Macchiarini. Anche se le sue sono tutte precedenti la condanna penale con cui questa vicenda si conclude. Eravamo giunti alla favolosa proposta di matrimonio da celebrarsi in Italia. Il celebrante dovrebbe essere Papa Francesco. A seguire un’eccezionale festa in cui si esibirà Elton John. Ospiti, naturalmente, i Clinton e Obama. Paolo e Benita discutono anche sull’opportunità di invitare Putin. Lei non vorrebbe. Non preoccuparti, dice lui, tanto non verrà di sicuro.
Un giorno però a Benita giunge un messaggio da parte di un collega; impossibile il papa possa presiedere le nozze, perché in quel periodo sarà in Sud America. Parallelamente, alcuni invitati scrupolosi chiamano Castel Gandolfo per avere dettagli. Ma dalla residenza papale negano di sapere alcunché su qualsiasi matrimonio…
La Alexander entra in quella che lei stessa definisce la sua “modalità investigativa”. Va in incognito a Barcellona all’indirizzo dell’abitazione privata di Macchiarini. Tanto per cominciare lui è lì, invece di essere in Russia a trapiantare trachee – come le aveva detto. Ma la cosa peggiore è che spunta una donna bionda con tanto di bambini al seguito. Bambini che lo chiamano “papà”… A Benita frana la terra sotto i piedi. Possibile fosse tutta una menzogna? Infuriata, decide di separarsi da quadri, vestiti e qualsiasi altra cosa gli abbia regalato Paolo. Decide di far valutare l’anello di fidanzamento, secondo lui dal valore di 100.000 dollari. Per il gioielliere, ricavarne mille sarebbe già tanto.
“Il chirurgo vip che usò soldi, amore e il Papa per irretire e truffare una produttrice della NBC”
Crolla il castello di carte di Paolo Macchiarini. Quando lei si decide a metterlo all’angolo, l’uomo se ne esce con una storia ancora più allucinante. Dice che è arrivato il momento di dirle tutta la verità. E la verità è che il team di medici incaricati di seguire i leader di mezzo mondo è un progetto finanziato dalla CIA. In verità la sua attività di medico ricercatore è solo una copertura. Perché lui è un killer. Non un chirurgo, ma un cecchino. La Alexander, istericamente rinsavita, non vuole più saperne. Si prepara a smascherarlo, assieme ad una collega, su Vanity Fair.
Ma prima di andare avanti con questa assurda storia, è ora necessario un piccolo passo indietro. Nel 2010 la brasiliana Ana Paula Bernardes e il figlio Danilo hanno un incidente automobilistico in Italia. Danilo ne esce gravemente ferito e viene dapprima operato al Cisanello di Pisa, per poi essere trasferito a Careggi (Firenze) nella sala operatoria diretta proprio dal superchirurgo. Pur non trattandosi di un trapianto, il ragazzo muore a causa delle conseguenze dell’intervento. Un avvocato convince Ana Paula a denunciare l’ospedale, Macchiarini compreso. Ma Paolo aveva già cominciato a consolarla da tempo, chiamandola ogni giorno dalla morte del figlio. Da lì al corteggiamento il passo fu breve.
Regali costosi, cene di lusso, viaggi all’estero (ricorda qualcosa?). Incredibilmente Ana Paula rimane incinta di lui, che nel frattempo viene assolto dall’accusa di omicidio colposo nei confronti di Danilo. Ana Paula aprirà gli occhi – fatalità – solo dopo aver letto il pezzo pubblicato da Vanity Fair nel 2016. “Il chirurgo vip che usò soldi, amore e il Papa per irretire e truffare una produttrice della NBC”.
Bad Surgeon: una folle ed insensata escalation
Tra le foto messe a disposizione da Benita all’amica di Vanity Fair, sarà in particolare una a sconvolgere la brasiliana. Quella fatta dai due in gondola a Venezia. Momento di cui Ana Paula possiede un’identica raffigurazione fotografica. Paolo portava le sue donne negli stessi posti, facendo gli stessi scatti. Donne concupite, con ogni probabilità, per assecondare la sua sconvolgente finzione esistenziale. Lasciando da parte quella di Barcellona, e tutte le altre che rimangono a noi ignote, la prima donna fu l’allora avvenente madre di un paziente morto sotto la sua responsabilità. Con cui lui, contravvenendo a qualsiasi etica, si mise personalmente in contatto ogni giorno. La seconda una giornalista americana che doveva preparare un importante film documentario sulla sua carriera da ricercatore.
Benita Alexander osserva infine come Paolo avesse sempre con sé cinque o sei diversi telefoni, uno per ogni nazione con cui aveva a che fare. E sapeva rispondere e conversare in tutte le lingue del caso – americano, russo, svedese… Essendo solitamente via – per lavoro, diceva lui – la maggior parte del tempo, e colmando questo vuoto con una miriade di videomessaggi in inglese, la giornalista nota come questi non fossero mai riferiti ad un nome proprio. Ma come invece fossero sempre dedicati ad un generico “you“… L’inevitabile sospetto è che l’uomo preparasse dei video da mandare serialmente a tutte le sue amanti.
Se Bad Surgeon parlasse soltanto di un truffatore sentimentale – le cui truffe non servono nemmeno a spillare soldi – non sarebbe così interessante. Ma l’aspetto personale di Paolo Macchiarini, con tutta la sua rete di bugie improntate ad una folle ed insensata escalation (cosa avrebbe fatto con le nozze celebrate dal papa, se la giornalista americana non si fosse miracolosamente ravvedutasi a poca distanza da queste?), è strettamente connesso a quello professionale.
Il calvario dei pazienti
Bad Surgeon inizia con la favola d’amore tra Benita Alexander e un meraviglioso superchirurgo alla George Clooney. Poi le assurde bugie di questo iniziano poco a poco ad essere rivelate come tali – anche professionalmente. Un articolo del New York Times mette in dubbio la miracolosa ricerca dello scienziato, iniziando ad insinuare il sospetto possa trattarsi di una frode. Questo truffatore narcisista e bugiardo compulsivo viene accusato dall’autorevole testata di essere anche uno spavaldo macellaio. Perché oltre alle donne usate e ferite di cui abbiamo finora parlato, ora si tratta di una comunità scientifica che comincia a porsi seri dubbi e, soprattutto, di pazienti deceduti. Alla fine, sulle otto persone su cui Macchiarini ha testato la sua procedura sperimentale, in sette hanno perso la vita durante il decorso postoperatorio. L’ottava chiese in tempo di farsi espiantare la maledetta trachea artificiale.
Viene più volte sottolineato come, all’interno del Karolinska (che ricordiamo essere uno degli ospedali d’eccellenza a livello mondiale), nessuno, tra i colleghi o nell’amministrazione, mettesse inizialmente in dubbio l’intrinseca bontà della sua sperimentazione. Che ha però lasciato dietro di sé non solo una scia di cadaveri, ma anche un’indicibile sofferenza, come nel caso della giovane ragazza turca Yesim Cetir, venuta appositamente in Svezia per essere operata al Karolinska. Yesim non era assolutamente in fin di vita, né i suoi problemi erano così gravi. Ma dopo il trapianto operato da Macchiarini, Yesim fu costretta a restare per 4 anni e mezzo in terapia intensiva, prima di morire. Avendo subito 191 interventi chirurgici riparativi e un’invasiva e dolorosa pulizia delle vie aeree – ogni 4 ore – per il breve resto della sua sofferta esistenza.
Bad Surgeon: dalla Russia con dolore…
Prima di lei, nel 2011, Macchiarini e i suoi colleghi dichiararono di aver effettuato al Karolinska il primo trapianto al mondo di una trachea realizzata con struttura sintetica nanocomposita e disseminata di cellule staminali del ricevente. Il paziente, Ademariam Beyene, uno studente africano che viveva in Islanda e che soffriva di cancro alla trachea, morì anch’egli tempo dopo. Il superchirurgo aveva l’abitudine di disinteressarsi completamente dei suoi pazienti una volta terminato l’intervento, ovvero nella delicata fase di decorso post operatorio. Dopo la terza morte (su tre) in Svezia, alcuni suoi colleghi iniziano a nutrire forti dubbi. Parallelamente Macchiarini operava in Russia, senza però diffondere i risultati alla sua equipe europea.
Il caso esemplare in Russia riguarda Julia Tuulik che, a causa di una tracheotomia, faticava a parlare e respirare. Non era certo a rischio di morte. Scelta da Macchiarini proprio per la sua buona condizione di salute, nonostante il chirurgo fosse venuto a conoscenza di diversi difetti congeniti di quel lotto di trachee artificiali, egli decise di proseguire. Julia, lasciata sola al suo destino, morirà tempo dopo tra sofferenze atroci. La risposta di Macchiarini a tutti i decessi connessi ai suoi trapianti è però sempre la stessa: il paziente era affetto da altre patologie preesistenti.
In realtà, come avevano scoperto con orrore tre suoi colleghi del Karolinska, il superchirurgo testava il suo innovativo procedimento sugli esseri umani senza averlo mai prima testato sugli animali. Kalle Grinnemo e soci raccolgono materiale contro Paolo Macchiarini e il suo spregiudicato operato chirurgico. Ma non solo non sortiscono effetto alcuno. Vengono anzi loro stessi osteggiati dal consiglio d’amministrazione del Karolinska Institutet, che ha ormai investito troppo in termini di denaro e reputazione nella ricerca del superchirurgo.
Experimenten e il delirio d’onnipotenza
Nel frattempo anche un giornalista scientifico svedese, Bengt Järhult, sta indagando sulla validità dei suoi risultati e sulle questioni etiche relative ai suoi trapianti di trachea. Messosi in contatto – si perdoni l’involontario gioco di parole – con le gole profonde (whistleblowers) del Karolinska, dalle loro indagini congiunte spuntano dati falsificati e dichiarazioni mendaci sul successo degli interventi. L’uscita in Svezia di Experimenten (2016), documentario che sintetizza tutte queste accuse di impostura e frode, scuote l’intero paese.
Lo stesso istituto svedese è costretto a licenziare Macchiarini per violazione dell’etica scientifica e professionale, e a licenziare anche diversi membri del consiglio (subito reintegrati con altri remunerativi incarichi). Il suo caso approda in tribunale: accusato di lesioni aggravate per i tre pazienti da lui operati al Karolinska Institutet, viene assolto in primo grado per poi essere condannato in appello a 2 anni e 6 mesi di detenzione. Decide di rivolgersi alla Corte Suprema: “L’intenzione di nuocere è l’accusa più grave da fare a un medico. In sala operatoria eravamo più di 20 persone. Perché sono qui da solo?”. Domanda in fondo sensata, anche se evidentemente posta da un sociopatico narcisista, un bugiardo manipolatore senza scrupoli, capace di affermare, senza turbarsi, di essere pari a Dio – o giù di lì…
Sostenuto dalle istituzioni ospedaliere tra le più prestigiose al mondo, Paolo Macchiarini ha potuto impiantare trachee artificiali o meglio, plastica imbevuta di staminali – per così dire. In soggetti dapprima affetti da incurabili patologie toraciche, e poi da più semplici problemi o malformazioni. Condannandoli tutti, nel suo delirio d’onnipotenza, ad un lungo calvario senza pari. E infine alla morte.
Bad Surgeon: il consapevole inconsapevole killer venditore di sogni
Bad Surgeon dipinge questo fascinoso psicopatico in ogni sua accattivante e rassicurante sfaccettatura, mettendone lentamente a nudo la delirante natura di consapevole e inconsapevole killer seriale… Consapevole perché conscio dell’estrema fallibilità della sua procedura, se non talvolta degli stessi difetti di produzione dell’organo artificiale. Inconsapevole perché, con ogni probabilità, realmente convinto di essere una divinità a cui tutto era permesso, tutto era consentito.
“Macchiarini vendeva sogni”, viene detto nella docuserie, “ma non ci sarebbe riuscito senza compratori”. Osannato dalla stampa internazionale come coraggioso e geniale pioniere, quanto gli stessi media hanno contribuito a sostenere – dentro e fuori la sua psiche – la sua stessa folle narrazione? Troppo bello per essere vero… Nonostante quasi tutti i suoi pazienti, quelli sottoposti alla sua procedura rivoluzionaria, siano orribilmente morti, marcendo dall’interno, Paolo Macchiarini continua a negare qualsiasi errore da parte sua.
Ha inoltre rifiutato di partecipare alla docuserie Bad Surgeon.
Medicina e complesso di Dio: Five days at Memorial
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