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As We See It, anche se non li vogliamo vedere | 5 minuti 1 serie
As We See It, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Jason Katims, vincitore di un Emmy, è padre di un ragazzo appartenente allo spettro autistico. Con As we see it – Te lo racconto io (serie Amazon Prime Video di 8 puntate di mezz’ora) si era ripromesso, in maniera semplice e diretta, di sollevare il velo sui reali problemi di chi vive il disagio della “diversità”. In una società che si dichiara tollerante e moderna ma che non vuole prendersi la responsabilità di integrare i propri soggetti più complessi.
As we see it lo stava facendo in maniera non edulcorata, come è giusto, evitando pietismi e ipocrisie. Purtroppo a fine ottobre 2022 la serie è stata cancellata. Dimostrando, forse, che questa società non è poi così inclusiva come dice di essere.
“5 minuti 1 serie” è il format del podcast di Mondoserie che racconta appunto una serie in poco più di cinque minuti (o meno di dieci!). Senza fronzoli, dritti al punto.
Tre disturbati, neppure poi così gravi
Violet, Jack e Harrison sono tre giovani attorno ai 25 anni con disturbi tutti provenienti dallo spettro autistico. Posizionandosi tutti nell’alto funzionamento stanno sperimentando una convivenza tra di loro. Per volontà dei genitori, perché la loro situazione non è grave, perché si possono muovere autonomamente, intrattenere relazioni e perfino avere un lavoro.
Jack come da cliché è un programmatore, uno Sheldon Cooper che però non fa ridere. Perché è reale. Anche Rick Glassman, che lo interpreta, è un Asperger. Non tollera una deviazione dai suoi pattern di sicurezza. Per cui potrebbe sembrare egoista e arrogante, ma è l’unico modo per non sprofondare in continue crisi d’ansia.
Il suo coinquilino Harrison ha il terrore di tutto e di tutti. Vive isolato in un perenne stato di fanciullezza, fatto di televisione e di giochi. Harrison è il bimbo che non è mai cresciuto, ma percepisce la propria debolezza e si aggrappa a chiunque gli offra un po’ di gentilezza.
E poi c’è Violet: ossessiva, senza filtri, alla spasmodica ricerca di un ragazzo. Sembra una teenager oppositiva ma è estremamente manipolabile. E non c’è nulla di più pericoloso di una bomba che finisce in mani inesperte.
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As we see it: un’opera sincera e onesta, purtroppo interrotta
Le famiglie sono l’altro perno attorno cui ruota la narrazione di questa serie. I genitori psicologicamente sfiniti, il rigido sistema di regole che si deve adottare per salvaguardare la sicurezza di un familiare, il dover sempre mediare con un mondo esterno che non vuole capire, il prevenire comportamenti che seppur fatti in buona fede, provocano solo danni.
Il dopo di noi.
Per un genitore, o un familiare in genere, occuparsi del figlio o del padre o della madre o del fratello disabile è cosa che negli anni entra nella routine, con alti e bassi, momenti felici e momenti drammatici. Ma se vengono meno chi se ne occupa? Purtroppo in As we see it non lo scopriremo.
Un’opera sincera e onesta, lontana dalle favole a lieto fine che strizzano l’occhio al grande pubblico. Serie che sostanzialmente dicono che “loro” devono integrarsi al nostro stile di vita (il lavoro, le amicizie, la famiglia, gli amori..) e noi non dobbiamo far altro che dare una pacca sulla spalla quando ci riescono (se ci riescono).
Ma la realtà è ben diversa, come As we see it aveva appena iniziato a mostrarci. Sarà per un’altra volta. Forse.
Famiglie che resistono all’omologazione: La famiglia Addams.