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Alice in Borderland: l’incubo è meglio della realtà? | 5 minuti 1 serie
Puntata a cura di Untimoteo.
Nell’autunno 2021 il mondo si stupì del successo di Squid Game (di cui abbiamo scritto qui e parlato qui nel podcast). Un nutrito gruppo di spettatori appassionati della serialità orientale insorse: il gioco del calamaro coreano, dicevano, altro non era che un plagio della serie Netflix giapponese Alice in Borderland. Opera che per ora consta di due stagioni, per un totale di 16 puntate. E che parte molto bene, giocando sul doppio filo di spietate prove di sopravvivenza e del mistero di un mondo parallelo da cui cercare di far ritorno.
Pur avendo momenti suggestivi e alcuni personaggi memorabili, però, la serie cede in più parti della struttura narrativa. E gli episodi finali non soddisfano. Anche se rimane aperta la possibilità di una terza stagione. Alice in Borderland vorrebbe indurre più di una riflessione nello spettatore – ma non sempre trova i tempi giusti. Riducendo gli attesi riferimenti ad Alice in Wonderland di Lewis Carrol a pochi aspetti formali.
“5 minuti 1 serie” è il format del podcast di Mondoserie che racconta appunto una serie in poco più di cinque minuti (o meno di dieci!). Senza fronzoli, dritti al punto.
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Di cosa parla Alice in Borderland
Arisu è un giovane che passa intere giornate a videogiocare online. Non si presenta ai colloqui di lavoro, ascolta passivamente i continui rimproveri da parte dei familiari e limita i suoi rapporti umani ai suoi due amici più cari, l’imbranato Chota e il dongiovanni Karube. I tre ragazzi alla fine di una giornata di reciproche insoddisfazioni si ritrovano a bighellonare nell’affollatissimo centro di Tokyo.
In fuga dalla polizia in seguito a una puerile birichinata si nascondono nei bagni della metropolitana per riemergere dopo pochi minuti in una città deserta e spettrale. Credendosi soli al mondo i ragazzi si dirigono verso le lontane luci di un palazzo, in cerca di risposte che trovano sotto forma di minacciose insegne luminose.
Varcata la soglia, infatti, comincia il gioco di Alice in Borderland. Un gioco al massacro, ovviamente.
Perché in questa terra misteriosa l’unica regola è che solo partecipando a una serie di cimenti si possa guadagnare il diritto a vivere. E come scopriranno molto presto si vince sulla pelle degli altri.
Le prove sono di varia natura: il grado di difficoltà è indicato dai numeri e dalle figure del mazzo di carte francesi. I semi indicano la natura del gioco: i quadri privilegiano il lavoro di squadra, i fiori, le prove di intelligenza, le picche la forza e resistenza. E poi ci sono i cuori, le prove più crudeli, che si basano su tradimento e inganno.
Ascolta qui il nostro podcast su Squid Game