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The Promised Neverland, bella fiaba nera che si chiude troppo presto | Animazione
The Promised Neverland, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
La serie The Promised Neverland rappresenta una chicca anime per appassionati, con due stagioni per un totale di 23 episodi di 24 minuti ciascuno che potrete recuperare nel catalogo Prime Video e, in parte, su Netflix. Prodotta tra il 2019 e il 2021, si basa su una fortunata serie manga scritta da Kaiu Shirai (uno pseudonimo, l’autore vuole rimanere ignoto) e disegnata dalla fumettista giapponese Posuka Demizu tra il 2015 e il 2020.
Un’opera che da una premessa idilliaca partorisce una storia da incubo. Un thriller psicologico con protagonisti inediti. Ma anche una storia che va sulla falsa riga dei film bellici sulle grandi fughe. Un rovesciamento dei ruoli che fa pensare. Infine, purtroppo, la nota dolente: se la prima stagione è a dir poco perfetta per temi, ritmo e narrazione, la seconda, pur con momenti tecnicamente eccellenti, si chiude in tutta fretta lasciando l’amaro in bocca e molte questioni irrisolte.
“Animazione” è il format del podcast di Mondoserie dedicato alle diverse scuole ed espressioni del genere, dall’Oriente alla scena europea e americana.
L’inferno si cela nel paradiso
Grace Field è un orfanotrofio immerso nelle campagne in cui una quarantina di piccoli senza famiglia, di età compresa tra i 2 e gli 11 anni, vivono assieme. Giocano nel verde, fanno pasti abbondanti e sani, sono seguiti negli studi affinché possano mettere a frutto il loro potenziale, vengono cresciuti secondo valori di sincerità, amicizia, solidarietà. Il tutto sotto gli occhi amorevoli della direttrice Isabella, chiamata da tutti semplicemente ‘Mamma’.
Tra i pargoli di Grace Field spiccano, per doti fisiche e intellettive, tre ragazzi di undici anni: il riflessivo Norman, la vulcanica Emma e l’enigmatico Ray, tutti prossimi all’adozione. È uso comune infatti che tutti i bimbi, compiuto il dodicesimo anno d’età, se ne vadano dall’orfanotrofio per iniziare una nuova vita con una nuova famiglia. Nel tentativo di portare il giocattolo preferito all’amica appena adottata Emma e Norman però scoprono l’orrore: i bimbi di Grace Field non sono affatto dati in adozione ma vengono macellati e dati in pasto a degli orribili demoni. Dopo un iniziale sgomento, i due cercano di organizzare un piano di fuga collettivo coinvolgendo anche Ray, il quale non sembra troppo sorpreso. Ma Mamma Isabella si rivela una sorvegliante piena di risorse e l’arrivo dell’aiutante Sorella Krone complica ulteriormente le cose.
La prima stagione è tutta in preparazione della grande fuga, tra discussioni, scelte dolorose, tradimenti e una notevole serie di colpi di scena. Riusciranno i nostri eroi a salvarsi dal mattatoio di Grace Field? Che ne sarà dei loro compagni, soprattutto i più piccoli? Anche se riuscissero nella loro già disperata impresa, che mondo li aspetta fuori: una terra di salvezza o una landa popolata da spietati mostri carnivori?
The Promised Neverland: una nera fiaba moderna
The Promised Neverland ci rituffa in un mondo di storie che qui, alla nostre latitudini, sembrano essere scomparse: le Cautionary Tales. Fiabe con una morale, in cui un bimbo avventato non segue i precetti della comunità e ne paga duramente le conseguenze, spesso con la morte. Quest’opera ha come intento primario la rappresentazione simbolica di un momento di passaggio, quello dall’età infantile al mondo degli adulti. Negli stadi della crescita teorizzati dalla pedagogia moderna la mente del bambino si forma in relazione a sé e agli altri. L’accettazione delle regole, l’affermazione dell’io, la messa in discussione delle stesse regole, le conseguenze delle proprie azioni.
Emma, Norman e Ray devono compiere tutte quelle scelte difficili, dolorose e incerte che caratterizzano la vita dell’adulto responsabile. Al dodicesimo anno d’età poi si ritiene che la mente di un bimbo giunga genericamente al punto di massima potenzialità. Questo ha un peso nelle dinamiche di The Promised Neverland. Le fiabe educative insegnano che la vita non la si può vivere all’insegna dell’egocentrismo infantile, e che il sistema di regole è creato apposta per salvaguardare l’individuo all’interno della comunità. Così in questo anime i bambini – al netto di qualche sdilinquimento – non rigettano la realtà, per quanto terribile essa sia, ma comprendono all’istante quale sia la posta e il gioco.
Se poi il libro Il Signore delle Mosche ci metteva in guardia sulla natura bestiale e feroce dell’uomo (ancor più se ragazzino, quindi ignaro delle sovrastrutture di cui è imbevuto un adulto), The Promised Neverland invece fa affidamento alla nostra natura logica e razionale, rappresentata dal trittico Ray, Norman, Emma. Tre aspetti dell’intelligenza: la curiosità, la scaltrezza, l’empatia.