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Uzumaki, la spirale dell’orrore | Animazione
Uzumaki, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Pubblicato per la prima volta tra il 1998 e il 1999, il manga Uzumaki (cioè, in giapponese, “Spirale”) arriva in Italia in 2 volumi nel 2018. Nel 2024 è stato oggetto di una trasposizione animata per il canale Adult Swim: 4 episodi della durata di poco più di mezz’ora ciascuno. Un’opera perturbante che, pur scavando nelle inquietudini della società giapponese, può essere apprezzata per il suo valore universale. I rimandi ad artisti europei, i simboli archetipici, le tecniche usate consapevolmente per attingere ad antiche paure… La sovversione dei valori, il body horror, il fascino morboso di un mistero che non si può comprendere…
L’anime ha scatenato diverse critiche per la qualità altalenante di disegni e animazione, ma rimane comunque fedele allo spirito dell’opera a fumetti cui si ispira. Inoltre, con quel suo bianco e nero che sembra uscire direttamente dalle tavole disegnate, è di gran lunga preferibile agli altri due cartoni tratti dalle sue opere. Ovvero Junji Itō Maniac e Junji Itō Collection, che sono invece freddi e deludenti, pur essendo tecnicamente migliori.
“Animazione” è il format del podcast di Mondoserie dedicato alle diverse scuole ed espressioni del genere, dall’Oriente alla scena europea e americana.
La spirale si espande
All’inizio i protagonisti di Uzumaki sono i giovani fidanzati Kirie e Shuichi, che abitano in una placida cittadina della costiera giapponese. Shuichi però è sempre più insofferente. Non sopporta strade ed edifici della sua città, non sopporta più neppure l’aria che respira. Ogni giorno desidera sempre di più fuggire da Kurozu-Cho.
Il ragazzo, come una novella Cassandra, legge ovunque il segnale di un’imminente catastrofe. Invece di agire, rimane paralizzato dalla propria impotenza. La gente attorno non gli presta attenzione, bollando i suoi avvertimenti come le farneticazioni di un paranoico. Il simbolo che Shuichi legge ovunque è la ‘uzumaki’, la spirale. Il padre ne è ossessionato, la madre ne è terrorizzata. I vortici compaiono nell’acqua, nelle strade si formano mulinelli di vento via via sempre più potenti.
L’opera nel suo prosieguo diventa molto più corale, e più si allarga la schiera dei protagonisti, più gli eventi precipitano in un crescendo di assurdo, mistero, morte e orrore. Uomini aggrovigliati attorno alle proprie ossessioni, corpi devianti e mostruosi, liceali risucchiate all’interno di se stesse, autolesionismo estremo… La natura bestiale prevale su solidarietà e società. Non c’è neppure il tempo per comprendere e affrontare un mistero, che subito ne appare un altro. La spirale avvolge la città, i suoi abitanti e chiunque altro, per non lasciarli più andare.
La spirale si stringe
In quest’opera, a differenza di molti racconti simili, non ci sono colpe da espiare. Le manifestazioni della ‘uzumaki’ non sono una diretta conseguenza delle nostre azioni. Sono piuttosto qualcosa che non è né divino né umano, è semplicemente al di là della nostra comprensione. E, come tale, indipendente dal nostro comportamento buono o malvagio. Quindi non vi è ammonimento morale. Altresì vero è che i cittadini di Kurozu-Cho non contrastano il mutare degli eventi, ma lo subiscono. Diventano ancora più egoisti, violenti e cinici, di quanto già non fossero. Sembra inevitabile.
La spirale è un circolo di morte e rinascita. La violenza e l’orrore sono strumenti per sancire la fine di un ciclo e l’inizio di un altro. Un concetto presente in diverse culture, spesso con accezione positiva. Ma qui Itō, con lo spirito ironico e iconoclasta che lo contraddistingue, si diverte a ribaltare la prospettiva. In più l’autore strizza satiricamente l’occhio ad un principio basilare dell’attuale società giapponese: la spasmodica ricerca della perfezione.
Per tutta la prima parte della storia i protagonisti non perdono occasione per rimarcare la bellezza assoluta della forma della uzumaki. Pensiamo alla Spirale Aurea, canone di perfezione formale condiviso universalmente. Nel mondo dell’arte e in natura, nel nostro corpo e nella matematica, con la sequenza di Fibonacci. La spirale è ovunque: nel concreto e nell’astratto, nell’umano e nel divino. Nel manga la perfezione diventa ossessione e così anche la bellezza e l’armonia delle forme. Progressivamente tutto questo porta al crollo del confine tra gradevole e sgradevole. E il grottesco diventa il nuovo unico canone estetico.
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