Ascolta la puntata e iscriviti al podcast.
Kingdom Come: l’America epica, etica e apocalittica | Fumetto
Kingdom Come, podcast | Puntata a cura di Untimoteo
La miniserie a fumetti Kingdom Come viene edita nel 1996 dalla D.C. Comics. Quattro numeri, più volte riproposti in un unico volume, che potrete recuperare in varie edizioni. Dalla deluxe piena di contenuti extra fino alle stampe economiche, alla portata di tutte le tasche.
Scritta dall’enciclopedia vivente Mark Waid e dipinta a gouache da Alex Ross, quest’opera è la rappresentazione plastica della morte dell’America idealizzata. Ritratta con uno stile realista che ricorda l’arte di Norman Rockwell. Gli USA si interrogano sulla propria forza e sulla legittimità dei propri metodi di dominio. E lo fanno attraverso l’icona massima, la prima e più potente divinità del loro pantheon popolare: Superman. Proprio come poi farà, molto tempo dopo, il franchise di The Boys, che anche a quest’opera si ispira.
Imminente anche l’uscita di un documentario sul ‘making of’ di Kingdom Come.
“Fumetto” è il formato del podcast di Mondoserie dedicato al mondo dei fumetti. Dai grandi classici alle opere più recenti. Italiani, orientali, occidentali.
Dalle ceneri all’apocalisse
In un presente alternativo i grandi eroi della Golden Age (ovvero quel periodo dei Comic Books che va dagli anni ‘30 agli anni ‘50 del secolo scorso) si sono ritirati, per lasciare il posto alle nuove generazioni. Ma queste – violente e irresponsabili – sono sempre più difficili da distinguere dal classico villain. Ormai il pericolo è rappresentato dalle quotidiane battaglie che i nuovi potentissimi esseri ingaggiano ogni giorno, anche solo per puro capriccio.
Il pastore Norman McCay si interroga sul perché questi potenziali angeli salvatori, da simbolo di speranza siano diventati il manifesto di un’America senza valori e senza fede. Alla fine dell’ennesimo sermone gli appare un essere soprannaturale, per portarlo attraverso il mondo allo scopo di capire che fine abbiano fatto i grandi eroi di un tempo. Superman conduce una vita solitaria in una simulazione della fattoria in cui è cresciuto. Wonder Woman è stata bandita dalla sua isola natale. Aquaman è impegnato a mantenere una pace precaria sul regno degli oceani. Flash è ormai trasceso a pura velocità. Batman, spezzato nel fisico ma non nell’ingegno, ha trasformato Gotham in una città-stato in cui si rispetta la sua legge.
Un giorno l’intero stato del Kansas viene raso al suolo durante una caccia all’uomo dei nuovi eroi. Di fronte al genocidio del suo stato di adozione, Superman e i suoi compagni d’un tempo si persuadono a riunire le forze per punire i colpevoli e ridare una bussola morale all’America. Chi non si allinea viene rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, ribattezzato Gulag. La prigione diventa subito una polveriera pronta ad esplodere… Il sempre più sbigottito pastore e il suo spettrale Virgilio attraversano i piani dell’esistenza, commentando l’imminente apocalisse.
Alex Ross, il pittore delle meraviglie
La forza di quest’opera è indubbiamente nelle sue tavole. Kingdom Come non è un fumetto disegnato, bensì dipinto. Non è certo la prima volta nella storia dei Comics. Lo stesso Ross aveva compiuto un anno prima un’impresa simile per la Marvel. Per la Casa delle Idee realizza Marvels, la storia di un reporter che assiste all’epopea dei supereroi, a cavallo tra la seconda guerra mondiale e gli anni ‘60, testimoniando la nascita dell’Epoca delle Meraviglie dal proprio punto di vista. Una storia in linea con il prototipo Marvel: la persona della strada che diventa eroe travolto dagli eventi.
Per la D.C. Comics invece crea una storia con una diversa filosofia: la vera natura degli eroi è divina e il loro lato umano ne è soltanto la maschera. Di qui la necessità di cogliere e rappresentare una sfumatura epica in ogni espressione, di usare drammaticamente la luce e di studiare il massimo effetto per ogni inquadratura. Ross dà un volto e un corpo reali a questi nuovi dèi.
Clarke, Bruce, Diana sono dipinti partendo da modelli esistenti. L’opera trasuda realismo mentre mostra una schiera di semidivinità volanti, di esseri supercorazzati che sollevano senza sforzo automobili e di spiriti ultraterreni che viaggiano tra le dimensioni. Le tavole di Alex Ross sono infine figlie delle illustrazioni e dei dipinti di Norman Rockwell, il pittore che più di tutti ha saputo rappresentare gli ideali della società americana più tradizionale: quella del tacchino sulla tavola e della Buick in garage (lasciato aperto, per farla vedere ai vicini).
Se ti è piaciuta la puntata su Kingdom Come, iscriviti al podcast sulla tua piattaforma preferita:
Un altro eroe tra il bene e il male: Rorschach
Ascolta il podcast sulle polemiche sulla stagione 4 di The Boys!