Unsolved Mysteries è una docuserie americana di vecchia data recentemente ripresa da Netflix, che ne ha fatto in sostanza il reboot di una serie televisiva cult del XX° secolo. Il prodotto è realizzato dalla Cosgrove/Meurer Productions, gli stessi ideatori dell’originale, e da 21 Laps Entertainment (che ha prodotto Stranger Things). Da quasi 40 anni a questa parte sono state raccontate più di mille storie, ricevendo 6 candidature agli Emmy. La costante di questi racconti sono i temi: paranormale e cold cases, ovvero crimini tuttora irrisolti, soprattutto di vecchia data. Che si tratti di casi di persone scomparse, rapimenti alieni, teorie complottiste, inspiegabili omicidi o bizzarri fantasmi, si tratta sempre e solo di casi realmente avvenuti.
Trame macabre, surreali e affascinanti – il più delle volte sconcertanti. Rompicapi che hanno fatto – e tuttora fanno – impazzire gli investigatori di mezzo mondo. Ad oggi (novembre 2024) Netflix ha prodotto 5 volumi dello show, giunto alla 17esima stagione, con 29 nuovi episodi.
L’origine di Unsolved Mysteries è da cercarsi nel lontano 1987 sulla NBC, dove viene sviluppato per 9 stagioni. All’epoca lo show era uno dei pochissimi in prime time a occuparsi di casi inspiegabili e misteri soprannaturali. Nel ‘97 passa alla CBS per un paio di stagioni. Nel 2000 è il turno del canale Lifetime, che realizza la 12esima stagione (con ben 103 episodi). Dopo 6 anni di latitanza, Spike ospita nuovamente lo show, fino al 2010. Poi altri 10 anni di stop, a parte YouTube, finché nel 2020 Netflix decide finalmente di rilanciare Unsolved Mysteries, che prima di allora non era mai stato trasmesso in Italia.
I volti più o meno noti di Unsolved Mysteries
Nel corso di questi decenni la serie ha cambiato più volte format. Il conduttore più noto, iconico e longevo è stato Robert Stack (Gli Intoccabili), seguito da Dennis Farina (Law & Order) e altri ancora. L’attuale versione invece non prevede narratori. Il vecchio modello di episodio poteva contenere diversi casi, avvalendosi principalmente di ricostruzioni con attori. Ora Unsolved Mysteries, in linea con le tante docuserie crime di oggi, utilizza filmati d’archivio, fotografie della scena del crimine ecc., lasciando che siano gli intervistati – investigatori privati e giornalisti, familiari e amici delle vittime – a portare avanti la narrazione. Una narrazione incentrata questa volta su un unico caso, della durata di 45 minuti circa, corredata da grafici e schemi, con una precisa e lineare timeline. Il tutto a facilitare la comprensione, anche cronologica, del misterioso evento in questione.
Curiosità: nel ’92, per la ricostruzione di un omicidio in Texas, viene chiamato un giovane attore ancora sconosciuto, Matthew McConaughey, per la parte della vittima. Questo è stato uno dei suoi primissimi ruoli. Lo scrittore James Ellroy appare in un episodio, alla ricerca dell’uomo che uccise sua madre. I New Kids on the Block sono invece presenti nel caso della scomparsa di una loro fan, vista per l’ultima volta ad un loro concerto. Il cantante Henry Rollins e l’attore Dennis Cole indagano sull’omicidio del figlio di quest’ultimo, Joe. Infine, Jon Bon Jovi è stato intervistato a proposito della misteriosa morte della figlia del suo manager.
Il Mistero ai tempi di Google e i detective fai-da-te
Certo, rispetto allo storico programma condotto da Robert Stack tra gli anni ’80 e i primi 2000, questa nuova versione distribuita da Netflix non ha più la stessa intrigante presa. Del resto i tempi sono cambiati, e la febbre true crime è ormai dilagata ovunque tra piattaforme streaming e televisione digitale. Anche il paranormale (Ghost Hunters, Enigmi Alieni, Il Boss del Paranormal) va alla grande, straripando soprattutto nei palinsesti notturni. Quindi Unsolved Mysteries non può più contare su originalità e stranezze tematico-narrative. Anzi, a giudicare da alcuni titoli degli ultimi volumi (Who Was Jack the Ripper? / The Roswell UFO Incident), sembra questa docuserie voglia porsi come revival per aficionados d’epoca o per sfegatati del genere – di quelli che non si perdono un documentario su inspiegabili apparizioni e misteriosi fatti di sangue.
Anche se il gusto per l’enigma in genere negli anni è rimasto, per così dire, intatto, oggi tuttavia, con Google e compagnia bella, l’alone di mistero si è assai rarefatto. O forse ha solo cambiato connotati. Fatto sta che è senza dubbio aumentata la possibilità per chiunque di improvvisarsi detective, indagando sulla rete. Peraltro ogni episodio di Unsolved Mysteries finisce lasciando i recapiti, in modo da poter eventualmente fare delle segnalazioni. In questo modo più di un mistero è stato risolto in passato (sic). Nel presente, premessa l’immane quantità di deliri che la redazione deve ricevere quotidianamente, è stato proprio guardando la docuserie targata Netflix che uno spettatore ha riconosciuto Kayle Unbehaun, scomparsa 6 anni prima, all’età di 9 anni. E così ora Kayla è a casa.
Quindi la formula del detective fai-da-te funziona? A volte. Ma meno spesso di quanto si creda. Soprattutto a causa dell’aria di ‘sensazionalismo complottista’ che si respira di questi tempi, e che affascina non pochi. A cominciare dagli stessi familiari delle vittime.
Famiglie massacrate, teorie cospirazioniste e i ranger del paranormale
Sebbene il plot giornalistico della narrazione rimanga quasi sempre ancorato alla realtà, quasi mai i familiari concordano con la versione ufficiale delle indagini, dando così vita a pretenziose teorie cospirazioniste. Spesso sulla falsariga di semplicistici “non avrebbe mai fatto una cosa del genere” o “la polizia non fa che mentire”. Vero che in Unsolved Mysteries si assiste anche all’inettitudine di certi investigatori e all’inceppamento della macchina giudiziaria americana. Così come al dolore di questi familiari, che trascorrono il resto della vita cercando una risposta che spesso non c’è. Vero infine che gli autori delle ultime stagioni puntano molto sulla componente emotiva delle storia, affidando la tensione drammatica proprio alle suddette testimonianze. Ne risente così la possibilità di un’analisi razionale dell’enigma, a favore di tante strampalate ipotesi senza alcuna base.
Questa, nel bene e nel male, l’antologica docuserie in questione, che tratta iconicamente l’insolito e l’irrisolto. Alla ricerca di un senso, un movente, una spiegazione, un colpevole. Spostandosi con disinvoltura da un anno all’altro, e da un decennio all’altro.
Si ha il presunto avvistamento UFO nella contea di Berkshire nel 1969. E poco prima la misteriosa morte di Rey Rivera, un uomo felice e appagato, che un giorno esce di corsa di casa. Lo ritroveranno una settimana dopo, in una stanza da tempo abbandonata di un lussuoso hotel. Precipitato, non si sa come – anche secondo le leggi della fisica – da un tetto. Oppure la parrucchiera svanita nel nulla e ricomparsa cadavere in un bosco un anno dopo, e i ranger del paranormale di una riserva indiana. Il massacro della famiglia nobile dei Dupont (Francia 2011) e l’uomo-falena… Insomma, non c’è (e c’è un po’) da annoiarsi.
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