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Ducks, il lato oscuro del Canada | Fumetto
Ducks, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Il titolo Ducks: due anni nelle sabbie bituminose è la graphic novel rivelazione di Kate Beaton, già apprezzata autrice di libri per l’infanzia e umoristici, e pennino di punta del New Yorker. Il libro, edito in Italia dalla Bao Publishing, amplia in oltre 400 pagine il diario disegnato del 2005, quando per due anni deve lavorare nei giacimenti di sabbie bituminose dell’Alberta.
Un libro tanto lineare nello stile quanto profondo nelle tematiche. Uno squarcio inedito su un Canada tutt’altro che progressista e attento all’ambiente. Un atto d’accusa in primis alla società dello sfruttamento, e di conseguenza a quel che comporta: solitudine, minacce e abusi. Il tutto mai urlato, ma narrato sottovoce, come la confidenza di un’amica che si vuole togliere un peso.
“Fumetto” è il formato del podcast di Mondoserie dedicato al mondo dei fumetti. Dai grandi classici alle opere più recenti. Italiani, orientali, occidentali.
Un sistema basato sui debiti…
Kate nel 2005 è una giovane neo laureata dell’isola di Capo Bretone. Come molti suoi coetanei ha dovuto contrarre un ingente debito per poter accedere agli studi universitari. Una volta conseguito il titolo, per la giovane è giunto il tempo di ripagare il prestito studentesco. L’istituto d’arte non garantisce un lavoro immediato e l’insegnamento non porterà una paga sufficiente a restituire la somma dovuta, almeno in tempi brevi. Quindi la soluzione più semplice per Kate è quella di seguire l’esempio di tanti suoi concittadini ed emigrare in altre zone del Canada in cui il bisogno di manodopera è sempre alto e le paghe sono buone.
Kate va a scavare in cerca di petrolio. In realtà il più delle volte si trova a far da addetta ai magazzini delle attrezzature e delle minuterie. Ma in qualche caso si ritrova a condurre o perlomeno a lavorare anche sugli enormi e pericolosissimi mezzi dei giacimenti della Syncrude, la maggior produttrice al mondo di petrolio estratto dalle sabbie bituminose. Due anni, con qualche intervallo, passati in luoghi desolati, vere e proprie cittadelle dormitorio in cui il rapporto tra impiegati maschi e femmine è di duecento a una.
Inizia così per la nostra protagonista una discesa lenta in un Canada nascosto fatto di temperature proibitive, luoghi inospitali, paesaggi deprimenti, macchinari mostruosi, inquinamento, sfruttamento delle risorse e non ultimo, anzi vero e proprio segno indelebile nella memoria di Kate, l’insopportabile condizione di donna in mezzo a un mondo quasi esclusivamente maschile. Per due anni la Beaton subisce battute, allusioni, qualche molestia e addirittura un rapporto non consensuale.
…e sullo sfruttamento
Questo libro non urla le molestie, così come non urla tutte le altre brutture cui assistiamo attraverso gli occhi e la matita della Beaton. Ducks è una storia di emigrazione. Di gente che, come Kate, si è sradicata per aiutare la famiglia d’origine. Giovani che vogliono fare soldi in fretta. Vecchi ingabbiati in quel sistema da troppo tempo per poterne uscire. Sono quasi tutti maschi lontani da casa e dalle famiglie (se uno ne ha). E tutti molto soli.
Ma non è solo una questione di maschilismo o di lotta dei generi. Ducks va molto più in profondità, scavando nel perché di questi comportamenti, ampliando la propria analisi a macchia d’olio verso i meccanismi dell’immigrazione e i mostruosi paradossi dell’economia di sfruttamento. Kate studia e per studiare deve contrarre un debito. Allo stesso tempo il suo titolo di studio non le garantisce affatto di poter ripagare il debito contratto. Quindi si vede costretta a una sorta di schiavitù temporanea. Ducks ricorda che può capitare anche a noi.
Una laureata in storia dell’arte di uno dei paesi più green e progressisti al mondo si trova costretta a lavorare in uno dei peggiori posti sulla terra. E per chi non avesse idea di cosa si stia parlando, specifico che per estrarre petrolio dalla sabbia bituminosa la sabbia viene estratta da escavatori e viene mescolata ad acqua calda e solventi. Il petrolio viene così estratto utilizzando enormi quantità d’acqua, provenienti per la maggior parte dai fiumi. Oltre al fatto che vengono liberati in atmosfera gas ad effetto serra e metalli pesanti come cobalto, nichel, vanadio, piombo, mercurio, cromo e altri. E in quelle anatre del titolo, avvelenate a morte in volo, dobbiamo vedere anche il nostro destino.