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Conan, il ragazzo del futuro è un’opera ancora attuale | Animazione
Conan, il ragazzo del futuro – podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Leggendaria serie animata del 1978, Conan, il ragazzo del futuro ha di fatto portato alla ribalta per il pubblico occidentale il genio di Hayao Miyazaki. Attualmente è disponibile su Netflix nelle sue 26 puntate da mezz’ora ciascuna. Un capolavoro assoluto della storia dell’animazione da vedere o rivedere, e che contiene in nuce tutti gli elementi che consentiranno ai successivi film di Miyazaki di confermarlo tra i più grandi registi di sempre: ecologia profonda e amore per la Natura, giustizia sociale, fiducia nelle nuove generazioni e nella loro capacità di cambiare il mondo per il meglio.
Tratto dal romanzo per ragazzi The Incredible Tide di Alexander Key, questo cartone rappresenta il punto più alto di uno specifico filone molto di moda alla fine degli anni 70 nell’animazione giapponese: la trasposizione in cartoni della narrativa occidentale per bambini e preadolescenti. Quest’anime si pregia di una narrazione dal ritmo perfetto e una tecnica superiore a qualunque altro prodotto di quell’epoca (e anche a molti prodotti attuali). Non solo: ancora prima delle tematiche emergono quelle caratteristiche estetiche che porteranno a capolavori come Nausicaa, Laputa, Mononoke e tanti altri.
“Animazione” è il format del podcast di Mondoserie dedicato alle diverse scuole ed espressioni del genere, dall’Oriente alla scena europea e americana.
Conan, il ragazzo del futuro: dalla Distopia all’Utopia
La storia è ambientata nel 2028. Vent’anni anni prima, una catastrofica guerra combattuta con potenti armi elettromagnetiche ha spostato l’asse terrestre. Spazzando via più di metà della popolazione umana. E causando un innalzamento delle acque che ora sommergono gran parte del mondo.
Conan è un preadolescente dotato di forza e agilità sovrumane che vive assieme al nonno nell’Isola Senza Nome. Fino all’arrivo di Lana, sua coetanea in fuga dagli sgherri della città stato di Industria. La ragazza pare sia in contatto telepatico col nonno Rao, scienziato dato per disperso che avrebbe trovato il modo di sfruttare l’energia solare. Tra fughe, macchine volanti, cataclismi naturali e perfino una curiosa storia d’amore i due ragazzini e la loro banda di insoliti alleati lotteranno per ridare speranza all’umanità.
I due maestri della regia animata che hanno lavorato su questa serie ne condividono i temi portanti: ecologia, giustizia sociale e fiducia nelle nuove generazioni. L’importanza di una società rurale non in virtù di una nostalgia regressiva ma come unica speranza per l’umanità. La possibile convivenza tra popolazioni diverse in nome di un futuro migliore. La necessità di un ricambio generazionale, che lasci ai giovanissimi trasformare questa Distopia in Utopia.
Takahata, l’altra anima dello studio Ghibli
Conan, il ragazzo del futuro vede infatti alla regia anche Isao Takahata, una sorta di fratello maggiore del più noto Miyazaki. I due hanno condiviso un lungo cammino, fondando insieme lo Studio Ghibli, affiancandosi in progetti comuni e creando un dialogo di poetiche comuni attraverso i rispettivi film. Fino alla scomparsa di Takahata avvenuta nel 2018.
Non disegnatore ma esclusivamente regista, più sperimentale e spigoloso, le sue opere non hanno raggiunto il successo del compagno di avventure ma comunque sono da riscoprire.
In particolare si segnalano i lavori per lo Studio Ghibli: lo straziante Una tomba per le lucciole (1988), Pioggia di ricordi (1991), Pom Poko (1993), I miei vicini Yamada (1999) e il suo ultimo capolavoro, La storia della Principessa Splendente (2013).
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