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Rughe: Paco Roca disegna l’Alzheimer, tra umorismo, tenerezza e dramma | Fumetto
Rughe, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
Libro scritto e disegnato nel 2007 dallo spagnolo Paco Roca, Rughe (in originale Arrugas) in poco meno di cento pagine tratteggia la condizione della vecchiaia. Con gran delicatezza, senza retorica né patetismi ma neppure cinismo. Un libro che funge da monito alla società dell’immagine, in cui invecchiare non è permesso.
Gli acciacchi, il lento scorrere di una vita sempre uguale e il terribile consumarsi per il morbo di Alzheimer accompagnano i due protagonisti della storia e i molti comprimari in una narrazione che oscilla tra dramma e commedia e che non potrà lasciarvi indifferenti. Le rughe sono i solchi che accartocciano la carta del libro della nostra vita, in attesa che la pagina torni ad essere bianca.
Nel 2011 poi ne è stato tratto un lungometraggio d’animazione che potrete trovare nelle sezioni a pagamento di Prime video, e a cui si riferiscono i video qui sotto.
“Fumetto” è il formato del podcast di Mondoserie dedicato al mondo dei fumetti. Dai grandi classici alle opere più recenti. Italiani, orientali, occidentali.
La vergogna, la rabbia e la paura
Emilio era il direttore di un’importante filiale bancaria. Ora, in pensione da molti anni, sempre più spesso accade che si rivolga ai familiari come ai suoi vecchi clienti. Quando viene riportato alla realtà monta su tutte le furie, in preda alla frustrazione. Quando la situazione non si fa più sostenibile, la sua famiglia decide di portarlo in una casa di riposo, perché possa essere assistito da personale preparato e soprattutto, non possa nuocere a sé stesso.
Lì incontra Miguel, vecchio scapolo senza figli che sembra fin troppo lucido e a suo agio in quell’ambiente. I due sono compagni di stanza, compagni di cena e di passeggiate in cui Miguel introduce a emilio tutta la variegata fauna dell’ospizio. C’è Giovanni il ripetitore vivente, la signora Sole sempre in cerca di un telefono, la nobile Rosaria nella sua immaginaria carrozza dell’Orient Express, l’ex atleta Renato, la coppia Dolores e Modesto e tante altre piccole storie tratteggiate con leggerezza dalla delicatissima matita di Roca.
Ma Rughe va ben oltre tutto questo. È comico, ma anche tragico e pauroso. Fa paura pensare di dimenticarsi come ci si veste, come si chiamano le biblioteche, le banche e le scarpe. Nascondere i propri pochi averi e poi non sapere più dove li si è messi. Fare un passo falso e ritrovarsi con un braccio rotto, con una gamba rotta o peggio.
La struggente bellezza di ciò che non è più
Rughe parla del tempo che passa, del tragico destino che implica l’essere al mondo. E al contempo ti invita a godere in pienezza delle esperienze della vita. La maestria di questo autore sta nel creare subitaneamente una connessione emotiva tra il lettore e il personaggio, con due battute, un episodio del passato, un aneddoto. O anche solo una scena descritta da una terza persona.
È un’opera colma di pietas, ovvero di quella compassione capace di coprire d’amore il dolore altrui. L’amore che ha fatto fare cose folli in passato e che ancora spinge chi ama a sacrificarsi per l’altro, ma anche la tragica realtà di un amore dimenticato per una malattia che non conosce eccezioni.
Rughe è un’opera tenera e amara, che lascia molto al non detto e che gioca con la sensibilità del suo lettore. C’è molta umanità in questo fumetto; c’è la frustrante sensazione dell’inesorabile svanire dei ricordi e delle emozioni legate ad essi. Eppure anche la leggerezza di chi coglie la propria caducità, la propria impermanenza.