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Il Mahabharata di Peter Brook è la prova che l’arte non conosce confini | 5 minuti 1 serie
Mahabharata, podcast | Puntata a cura di Untimoteo
Nato nel 1925 e rimasto sulle scene fino alla sua recentissima morte (2 luglio 2022), già a 30 anni Peter Brook è il regista Shakespeariano più quotato d’Inghilterra. Dove dirige veri e propri mostri sacri come Laurence Olivier, Paul Scofield e John Gielgud. Dopo aver girato in lungo e in largo il pianeta, il regista è tra coloro che gettano le basi dell’antropologia teatrale. Questa disciplina sposa un rigoroso training fisico e vocale assieme agli studi teorici e al confronto pratico tra le performance espressive delle culture di tutto il mondo. Un punto fermo di questa ricerca è il Mahabharata: il poema epico alla base della cultura hindi. Una messinscena di 9 ore che nel 1985 vede coinvolta una troupe di attori provenienti da tutto il mondo. Nel 1990 da questo spettacolo viene tratta la miniserie di 3 puntate di cui parliamo nel podcast.
“5 minuti 1 serie” è il format del podcast di Mondoserie che racconta appunto una serie in poco più di cinque minuti (e comunque meno di dieci!). Senza fronzoli, dritti al punto.
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La ricerca antropologica di Peter Brook
L’anima da cercatore di Peter Brook gli fa abbandonare negli anni ‘60 la comfort zone dei palchi europei. Dopo una crudissima messinscena de La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentato dalla compagnia filodrammatica dell’ospizio di Charenton sotto la guida del marchese de Sade, Brook parte alla volta dell’Africa con una manciata di fedelissimi e un tappeto.
Giunti in villaggi in cui nessuno aveva mai visto uno spettacolo teatrale, ogni sera il tappeto viene steso a terra e funge da palcoscenico per la compagnia inglese in cambio di uno spettacolo rituale della tribù ospitante.
Brook si sposta, come ai tempi del Signore delle mosche e del Marat/Sade, dietro la macchina da presa.
Il testo in sanscrito viene messo in prosa da Jean Claude Carrière (Bella di Giorno, La Cagna, Il fascino discreto della Borghesia, L’insostenibile leggerezza dell’essere, Cyrano di Bergerac).
Davanti alla macchina da presa, attori di paesi molto lontani tra loro riescono a dialogare attraverso un training comune pur mantenendo stili e impostazioni tipiche della loro cultura. La prova su pellicola che l’arte non conosce confini.
Qui di seguito gli attori della miniserie:
Georges Corraface (Grecia), Vittorio Mezzogiorno (Italia), Andrzej Seweryn (Polonia), Mallika Sarabhai (India), Sotigui Kouyaté (Burkina Faso), Bruce Myers (Inghilterra), Tuncel Kurtiz (Turchia), Miriam Goldschmidt (Germania), Yoshi Oida (Giappone), Ryszard Cieślak (Polonia), Erika Alexander (USA), Ciarán Hinds (Irlanda), Maurice Bénichou (Algeria), Mamadou Dioume (Senegal), Urs Bihler (Svizzera), Nolan Hemmings (Inghilterra), Corinne Jaber (Francia), Bakary Sangaré (Mali), Jeffery Kissoon (Inghilterra), Hélène Patarot (Vietnam).