Law & Order: Criminal Intent è una serie televisiva statunitense creata da Dick Wolf e René Balcer e prodotta da NBC (in seguito affiancati da USA Network), andata in onda per 10 stagioni (195 episodi) dal 2001 al 2011. In Italia disponibile su Sky e Now.
Criminal Intent, come del resto Special Victim Unit di cui abbiamo parlato qui, è uno spin-off del mitico Law & Order – I due volti della giustizia (sempre di Dick Wolf), show che ha fatto la storia della televisione americana.
Abbandonato l’aspetto processuale, lo show si concentra sulle indagini, con un approccio di tipo psicologico, perfettamente incarnato dal carismatico detective Robert Goren (un grande Vincent D’Onofrio), affiancato dalla pragmatica partner Alexandra Eames (Kathryn Erbe).
Di cosa parla Criminal Intent, spinoff di Law & Order?
Questa la coppia di protagonisti storici, ma nel corso delle stagioni il cast è cambiato più volte – per problemi di salute di lui e per la gravidanza di lei – fermo restando l’abbinamento uomo donna (vedremo dopo il perché). Memorabili anche le figure maschili che si avvicenderanno a Goren: il detective Logan (Chris Noth, che riprende il personaggio della serie ammiraglia) e Zack Nichols (Jeff Goldblum, in S8 e S9). Tra le figure femminili, ricordiamo Carolyn Barek (Annabella Sciorra, I Soprano). Ogni personaggio ha una sua precisa fisionomia caratteriale e un proprio peculiare metodo investigativo, ben distinto dagli altri.
Per chiudere il quadro corale che caratterizza questo rinomato franchise vi sono la figura del saggio capitano (interpretato da Jamey Sheridan, a cui in seguito darà il cambio, tra gli altri, anche Eric Bogosian) e l’immancabile Assistente Procuratore Distrettuale Ron Carver (Courtney B. Vance), uomo amante delle regole e financo dei cavilli.
L’ambientazione principale sono gli uffici della Major Case Squad di New York, la squadra specializzata nei casi di alto profilo. Si tratta non solo di casi che coinvolgono personaggi ricchi e potenti, ma di qualsiasi crimine – omicidio in primis – che compaia sulle prime pagine dei quotidiani. Trattasi dunque di tutti quei casi di cronaca nera capaci di scuotere l’opinione pubblica, o di urtarne la sensibilità.
Non solo personalità di spicco, attori famosi, alti funzionari, amministratori delegati di grandi aziende; ma anche impiegati, attivisti, studenti, barboni… «Nella guerra al crimine della città di New York, i peggiori criminali sono perseguiti dai detective della Major Case Squad. Queste sono le loro storie.»
Il progetto Law & Order: un’enciclopedia morale dell’America di oggi
Come per l’originale e per SVU, anche in questo Law & Order molte delle storie narrate sono ispirate a veri casi di cronaca, realmente apparsi sulle prime pagine dei quotidiani, come in uno specchio contemporaneo della società americana – o nella fattispecie quella newyorchese.
Perché è proprio questo il fulcro della filosofia Legge e Ordine: divenire una contemporanea Enciclopedia della società americana – che nella Grande Mela trova la sua espressione più compiuta: idealmente, nella metropoli dei primati positivi, che straborda ricchezza e diversità; fattualmente, nella metropoli dei primati negativi, che straborda violenza e abiezione.
Tutto il progetto Law & Order è, in quest’ottica, uno spettacolo costruito per instillare un senso morale e civico nello spettatore cittadino. I due volti della giustizia mostra la complessità e la delicatezza dell’istituzione di un equilibrio sociale: i criminali vengono scovati e perseguiti, affinché l’ordine venga ristabilito. Special Victim Unit è invece un’infinita panoramica sul lato selvaggio e depravato dell’essere umano – la sessualità in tutte le sue deviazioni – e sulla necessità di contenerlo per mantenere il suddetto precario equilibrio.
Criminal Intent, infine, è una disamina sulle diverse pulsioni egoistiche dalle quali ha origine l’atto criminale. L’aspetto psicologico, come dicevamo, è qui preminente e la grande abilità del detective è quella di empatizzare in maniera quasi simbiotica con la mente dell’assassino. Attraverso le decine (le centinaia!) di episodi che si susseguono, abbiamo la possibilità di visitare ambienti, situazioni e addirittura categorie sociali che altrimenti ci sarebbero precluse (dal barbone al miliardario).
Criminal Intent esplora i “perché” dei fatti criminali
Attraverso l’analisi e l’agire del detective Goren – prendiamo per ora lui a modello per l’intera serie – attraverso le sue sconcertanti osservazioni, le sue brillanti intuizioni, i suoi imprevedibili interrogatori e, soprattutto, attraverso quel suo modo unico di avvicinarsi con il capo inclinato, anche noi letteralmente penetriamo nella psicologia dell’umano troppo umano del sospettato.
Avidità, superbia, gelosia… la rosa dei sette peccati capitali aumenta a dismisura, in quasi 200 puntate; e talvolta si sarebbe tentati di ripassare qualche libro di Freud per inquadrare un po’ meglio la situazione. Sebbene tutte le scene iniziali ci mostrino significativi, seppur enigmatici, frammenti con i protagonisti della puntata di turno, la caccia di Goren e Eames non è tanto rivolta a chi è il colpevole – questo lo comprendiamo già verso metà episodio – ma piuttosto al perché questi abbia commesso il crimine e, di conseguenza, al come provarlo.
Spostare l’attenzione dal ‘chi è stato’ alle motivazioni per cui l’ha fatto, crea un percorso ideale per poterci addentrare nella psicologia stessa dell’atto criminale.
E, ricordiamo, non si tratta di crimini comuni: ciascuno a suo modo, sono tutti delitti eccezionali. Aristotele, nella sua abusata definizione della tragedia, introduce il concetto di catarsi. Semplificando, suona più o meno così: lo spettatore della tragedia, avendo modo di assistere a tali orribili fatti di sangue, sublima le sue più violente passioni; sì che, al suo ritorno nella vita ordinaria della città (quelle rappresentazioni tragiche si davano, nell’Atene del V secolo a.C., una volta l’anno), egli non avesse più motivo di sottostare agli oscuri impulsi che a tali orribili fatti di sangue davano origine.
Una coppia maschile – femminile che indaga sui lati oscuri
Al di là dell’eventuale antipatia possa suscitare in voi (a torto, a ragione o a prescindere) Aristotele, il suo concetto di catarsi – nella sua versione semplificata – sembra funzionare perfettamente per i telespettatori occidentali della prima serata.
I lati oscuri del mondo, nella sua proiezione newyorchese, vengono illuminati dall’incessante lavorio investigativo della coppia di detective. La coppia originaria principale (verranno infatti chiamati loro anche per chiudere l’ultima stagione della serie), Goren e Eames, ha uno strano rapporto, in cui a volte i ruoli convenzionali sembrano ribaltati. Lui, con un incredibile istinto e con atteggiamenti eccentrici, spesso al limite. Lei, pacata e pragmatica, solida e affidabile. La convenzionale contrapposizione tra maschile e femminile, che vede il primo come razionalità e il secondo come istinto, viene qui giocata e ricalibrata con diversi pesi e misure. Come era già stato per la coppia protagonista di X-Files, tema discusso in questa puntata del podcast.
Anche le coppie successive avranno tutte un particolare feeling dato dalle rispettive differenze di carattere e di mentalità, ricreando ogni volta un diverso e originale connubio di energie investigative – e, cosa più interessante, di maschile femminile. A Goren seguirà Logan, irlandese testardo e sanguigno (in alcuni episodi i due si troveranno addirittura a collaborare insieme), e Logan ha già una sua storia, essendo già stato un personaggio della precedente serie madre. In perfetta linea con la filosofia del crossover di Law & Order, per cui diversi personaggi de I due volti della giustizia compaiono in Criminal Intent e in SVU. Negli ultimi anni fra l’altro Dick Wolf ha moltiplicato questi crossover, avendo creato la triade di successo Chicago PD, Chicago Fire, Chicago Med – che vede talvolta la collaborazione tra i dipartimenti di Chicago con quelli di NY.
Law & Order: Criminal Intent. Remake esteri e successo del franchise
Divertente segnalare i due remake oltreoceano: quello francese (Paris Enquêtes Criminelles) e quello russo (Закон и Порядок: Преступный умысел – Law & Order: Criminal Mind); entrambi con la consulenza di Dick Wolf.
Per chiudere, quest’anno (2021) negli USA ha debuttato Law & Order – Organized Crime (con un episodio pilota intitolato What happens in Puglia – sic!). Questo sarebbe propriamente uno spin-off di Law & Order: Special Victims Unit e vede il ritorno di uno dei protagonisti più amati di SVU, Elliot Stabler (Christopher Meloni).
Chissà se 30 anni fa Dick Wolf immaginava anche solo minimamente l’immenso successo che avrebbe avuto sul piccolo schermo. Chissà se immaginava di stare dando vita ad un fenomeno culturale gravido di conseguenze, capace di plasmare l’immaginario sociale di milioni di persone. Perché quando sulla stampa americana compariva un fatto rilevante di cronaca nera, di rilevanza tale da accendere un cosiddetto dibattito pubblico, state certi che l’ultima parola ce l’aveva la televisione.
Uso il passato imperfetto, poiché negli anni in cui imperava Law & Order: Criminal Intent, nascevano Facebook, Instagram & company… (time seems 2 pass, mundus senescit).
La nascita del franchise: l’originale Law & Order
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