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Paranoia Agent, i mostri della modernità | Animazione
Paranoia Agent, podcast | Puntata a cura di Untimoteo.
L’escapismo della fantasia è una via di fuga o una trappola mortale? Paranoia Agent è una serie anime del 2004 composta da 13 puntate della durata di circa 23 minuti per ciascun episodio, ed è firmata da un maestro assoluto dell’animazione giapponese: Satoshi Kon.
Poetico e visionario, questo autore univa un’immaginazione apparentemente senza fine a un rigore stilistico che gli ha permesso di creare 4 capolavori del cinema di animazione; ma della sua folgorante e tristemente breve carriera abbiamo già parlato qui. Anche perché di recente Netflix ha messo in catalogo il capolavoro Paprika…
Quello che presentiamo oggi è il suo unico prodotto seriale. Risente, dal punto di vista del disegno e dell’animazione, di un budget inadeguato. Che però controbilancia con una storia dalle molteplici stratificazioni e che, nel rispetto della poetica di questo regista, parla del subconscio, del sogno, dell’immaginazione come potenziali vie di fuga salvifiche, ma anche come potenziali trappole mortali.
“Animazione” è il format del podcast di Mondoserie dedicato alle diverse scuole ed espressioni del genere, dall’Oriente alla scena europea e americana.
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Un thriller la cui soluzione non importa
La giovane designer Tsukiko è in preda all’ansia di dover assolutamente bissare il grande successo di Maromi, una sorta di Hello Kitty, al centro di un merchandise milionario. Una sera, mentre rincasa, viene pestata a sangue da un misterioso aggressore. Nel giro di pochi giorni, poi, subiscono il suo stesso destino un ragazzino delle elementari e tanti altri cittadini innocenti. Tutti vittime di Shonen Bat, un giovane teppista armato di pattini e di una mazza da baseball dorati che appare alle persone sotto stress e le riduce in fin di vita a suon di mazzate.
A indagare su questa serie di aggressioni due detective, un vecchio saggio disilluso e un giovane idealista dalla mente aperta. Ma nessuno di loro può definirsi il protagonista. Le violenze di Shonen Bat non sono il focus, l’enigma da risolvere. Sono il pretesto che il regista usa per rappresentare i disagi e i mostri della modernità.
La realtà di questa narrazione è che Satoshi Kon decide di mostrarci il retrobottega dei nostri pensieri, di squarciare il velo dietro il silenzio e l’apparenza. Il tutto in una Tokyo Notturna, fatta di uffici male illuminati, strade buie e spazi angusti in cui ricavare una parvenza di umanità e intimità..
Chi è il rappresentante della paranoia, il Paranoia Agent?
Paranoia Agent, sotto le mentite spoglie di una storia poliziesca, in realtà è una discesa negli inferi dell’isteria di massa. Per spiegare il perché di questo titolo Kon scrive:
“La paranoia possiede un’immagine, un significato più forte rispetto alla fantasia. Sì. Delirante, direi. La parola dà l’impressione di una persona che vuole consapevolmente essere folle. Beh, per poter sopravvivere ognuno di noi ha bisogno di qualcosa che sia lontano dalla realtà … come la fantasia, i sogni, e forse anche la paranoia. Altrimenti, la vita può dimostrarsi incredibilmente difficile. Credo che ogni persona percepisca la realtà filtrandola, processandola attraverso la propria fantasia o la propria paranoia. Vista in questo modo, non penso che la fantasia, o la paranoia, siano veramente dannose.”
La paranoia è un luogo protetto in cui consapevolmente ci rifugiamo da un mondo che ci pare per forza di cose ingiusto e cattivo. Un luogo sicuro. Come una prigione.
Ascolta qui la puntata del podcast su Satoshi Kon.
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